IGIENE PSICOSOMATICA I mali di schiena (4)

2 agosto 2010

Parliamo subito del mal di schiena più subdolo che ci può capitare.

Di solito nasce all’altezza della seconda vertebra lombare e tutti si preoccupano di ricorrere ad antiinfiammatori, soprattutto locali, gel e pomate, anche perché la gente ha imparato a proprie spese che l’Aspirina prima o poi crea delle ulcere nel tratto gastrointestinale.

Ma il dolore non passa, anzi aumenta man mano in misura sconsiderata e quasi arriva a toglierci il fiato.

Quando ormai sarà troppo tardi ne capirete la causa: una colica renale … e qui il discorso si fa terribilmente lungo e complesso.

Anche se purtroppo c’è stato un periodo della mia vita in cui sono stato costretto a farmi una bella esperienza personale in merito, ora tutto è risolto e sotto controllo, proprio perché è sotto controllo, a partire dall’alimentazione sino ad una serie di cautele normalissime che quando diventano abituali manco te ne accorgi più e le rispetti in automatico continuando a concederti con misura ciò che altri invece si sono dovuti togliere per sempre.

Quindi attenti ai reni!

E al primo accenno di questo tipo di disturbo, subito di corsa dallo specialista in camice bianco, sperando che non sia uno di quelli che vi danno la pastiglietta e  …via!

Mentre per quel guscio di tartaruga che ci troviamo sulla schiena dobbiamo trovar la forza di obbligarlo a non crearci dei problemi.

Partiamo col dire  che un mal di schiena difficilmente riusciremo a risolvercelo da soli anche se siamo bravissimi ad iperestendere la nostra colonna vertebrale attaccati ad uno stipite o ad una presa qualsiasi sopra la nostra testa perché appena sentiremo acuire il dolore automaticamente freneremo i nostri movimenti liberatori.

Comunque ci si può sempre provare come ad esempio un ottimo sistema per rimettere a posto articolazioni e nervi è quello di sedersi a terra abbracciandosi strettamente le gambe piegate contro il busto e lasciarsi andare indietro a terra e poi ruzzolando avanti-indietro per un po’ di volte.

Ci si può anche appoggiare saldamente al bordo di un tavolo robusto con le mani tenendo le braccia tese e lasciando penzolare il corpo con le gambe “morte” e dando delle spinte verso il basso a scatti leggeri, ma anche qui subentra il discorso che appena si sente il dolore aumentare sono pochi quelli che hanno la costanza di insistere sinché qualche cosa non si sblocca.

Poi c’è il vecchio metodo della pallina da tennis da mettere tra  osso sacro e terra stando supini: questa è un’operazone che richiede in ogni caso molto tempo, infatti va rimossa solo quando praticamente non la si avverte più mentre all’inizio è tremendamente scomoda e fastidiosa.

Ma il trattamento più efficace è sempre quello che coinvolge non solo la muscolatura del dorso ma anche quella del petto, dal collo alle spalle sin giù al bacino e come effettuare questo tipi di trattamento è molto difficile spiegarlo a voce, ma ciò che conta è che venga ben recepito il famoso discorso della gabbia elastica con tutti i suoi equilibri che vanno ristabiliti.

Provate un po’ quando avete un inizio di torcicollo ad alzare la nuca un po’ di volte invece della fronte, oppure alternate i due movimenti DELICATAMENTE ed oscillate il capo anche sui lati…

Vi assicuro che sapendo dove mettere le mani e come metterle si può veramente togliere molto lavoro a traumatologi, neurochirurghi ed ortopedici non perché essi non sappiano il fatto loro ma perché sin quando seguono i canoni tradizionali della medicina occidentale la via è una sola e altri tipi di trattamento vengono sempre guardati con sospetto anche se ormai fisioterapisti e chiropratici vengono accettati a supporto di molte terapie.

Ma io vi garantisco che le nostre mani, le mie di sicuro e non certo quelle di tutti, possono fare molto di più, sempre che la vostra mente sia disposta ad accettare l’aiuto.

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