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Nel nostro amato Bel Paese delle banane, lo Stato per poter sbandierare orgogliosamente che vuol salvaguardare la Dignità della Donna anche riservandole la libertà di ogni Diritto di scelta (concetto che questa spesso è in conflitto con quello della Parità maschio-femmina, dipende da chi lo mette in atto) non accetta però la realtà reale ed ufficiale che sin dai tempi di Eva siamo abituati a considerare “normale”, naturale, che l’uomo più o meno porcello con tutto il surplus delle sue pulsioni sessuali molto differenziate da quelle femminili sia per quantità sia per qualità, lui chiede, propone, e molte, molte donne perfettamente consenzienti e già ben autoavviate psicologicamente a soddisfare le sue richieste, si prestano volentieri a soddisfargliele ma solo dietro ad un corrispettivo economico, quindi ciò significa che NESSUNO le sta sfruttando, nessuno le obbliga e che loro sanno benissimo gestirsi da sole tranne quelle povere disgraziate in mano a lenoni senza scrupoli che le tengono legate con vari tipi di ricatto.

Io però sto parlando SOLO delle donne che si prostituiscono autonomamente e per libera scelta … o anche per vera necessità … la vita è cattiva e talvolta vengono fatte delle scelte discutibili ma pur sempre umane.

Si tende anche a bollare ufficialmente a Norma di Legge l’autocommercio del corpo femminile da una parte come problema di “Ordine” sociale dall’altra come un’anomalia della morale corrente da perseguirsi ed ostacolare solo quando è stato evidente un adescamento da parte della femmina (come se con gli indumenti oggi a sua disposizione avesse bisogno di schiacciare l’occhiolino per intrigare un maschio arrapato) oppure quando è evidente che la medesima sta svolgendo questa attività per “conto terzi” organizzati per delinquere.

Ma si tratta sempre di un discorso fiosofico, socio-etico ben incorniciato nell’aspetto morale, con tanto di sanzioni giuridiche, ma mai visto sotto all’aspetto commerciale o pecuniario.

Mai che si riconosca ufficialmente che nel 70% dei casi il meretricio è un’attività lavorativa particolarmente lucrosa e gestita liberamente senza alcun reale ostacolo burocratico, nemmeno quando si sa perfettamente che si tratta di un business che comporta grossi movimenti di valuta TOTALMENTE esentasse e al fuori di ogni controllo (oltre che alimentare ampiamente in modo collaterale il mercato della droga e comunque della malvivenza in genere).

Ma si sa, lo Stato che è al di sopra di ogni infamia, non può incamerare denaro proveniente dalla prostituzione, nemmeno sotto forma di tasse, deve accontentarsi al massimo di lucrare su tabacco, alcool e qualcosa d’altro sui cui preferisco non approfondire, oltre che con tutte le tasse tra cui moltissime indegne di un paese civile e moderno, con cui ci opprime.

Quindi, non essendo un’attività lavorativa legalmente riconosciuta, non è soggetta a nessuna delle normali gabelle a cui qualsiasi persona onesta deve sottostare se intraprende un’attività lavorativa qualsiasi, persino quella degli sciacquini.

Insomma, per lo Stato, anche se gli atteggiamenti di una femmina qualsiasi che incroci per la strada o che conosci in un luogo pubblico parlano chiaro e dimostrano ampiamente la sua disponibilità sessuale anche senza che lei muova un dito, se tu le rivolgi un complimento “mirato” e due parole in più, ecco saltar fuori con la paletta in mano i Tutori della Legge ad incriminarti per adescamento, incitamento e sfruttamento della Prostituzione, perché lei, poverina, a tutto pensava fuorché di vender sesso … almeno secondo le teorie di qualche suffragetta in pantaloni dedita a sporchi giochi politici.

Oppure se la pigliano anche con lei, la battona colta in fallo, ma si sa, fanno finta, perché ventiquattrore dopo il cosiddetto fermo, anche di meno, la liquidano bella libera e pronta a ricominciare a prostituirsi.

In ogni caso, non ci sono solo le puttane di mestiere, quelle chiamate elegantemente escort che comunque puttane sono e puttane rimangono, esiste una folta schiera di gentildonne che talvolta saltano la cavallina non per amore, non per “disponibilità sessuale generica”, non in vista di un possibile introito economico immediato o affini, ma che usano disinvoltamente il proprio corpo per ottenere favori, privilegi e così via … tanto, dicono, quella cosina là non si consuma mai ed è sempre esentasse.

Di tutta la faccenda non mi spostano di mezzo micron né il lato morale, né tutte le considerazioni che si possono fare sul meretricio professionale, su chi comunque vende e su chi “compera”, ma neppure certa arroganza con cui certe donne che si autodefiniscono libere reclamano il diritto di gestire il proprio corpo come meglio preferiscono, e non entro in particolari: nulla di nuovo sotto al Sole (e anche sotto alla Luna).

Io proprio non ce l’ho su con l’ipocrisia del nostro Stato che come al solito, sino a che proprio non ci perde del tutto la faccia, tollera un qualcosa che però non vuole riconoscere ufficialmente perché … il problema “non è stato ancora vagliato in tutta la sua portata”.

Ma intanto da SEMPRE le puttane esistono, ed esistono transessuali, transgender, omosessuali di ogni tipo e razza che “lavorano” giorno e notte vendendo il proprio corpo: questa non è una favola metropolitana, ed in più il bilancio del mercato della prostituzione conta parecchi miliardi ESENTASSE.

Già che ci siamo, perché lo Stato così bacchettone consente anche che una donna metta in affitto il proprio utero ricevendo denaro contante esentasse?

Non crederete che lo faccia gratis …

Non è forse un mercato degno di venir perseguito anche questo?

Che bello, in arrivo codici a barre non solo sulle Sacre Ostie (per buona pace di mia consuocera rossa che più rosso non si può) ma anche su uteri ed ovuli.

E l’IVA?

Fantastici tutti i discorsi paralleli che nascono da questa realtà in cui il corpo di una madre si rivela per essere solo un qualcosa simile ad un distributore di brioches tanto al pezzo.

Prima si preleva un ovulo da una donna in quel momento feconda, poi lo si infila in un altro utero affittato e lo si tiene lì a crescere per 9 mesi o giù di lì e infine la creatura innocente che nasce viene subito strappata dal corpo che l’ha generata anche se tra un vagito e l’altro cercherà disperatamente nel nulla che gli è stato imposto di incrociare quello sguardo magico e dolce che comunque le ha dato la vita e che dovrebbe offrirle certezze, speranze, sicurezza.

Ma di che preoccuparsi?

L’attende quasi certamente l’amore di due mamme o di due papà che hanno deciso di vivere assieme così e ponendosi come esempio di vita non da tollerare ma da apprezzare, sostenere ed aiutare.

Coppie che hanno deciso di chiamare figlio un essere che la Natura gli avrebbe negato, chissà perché, che mai potrà essere sangue del proprio sangue e al culmine della generosità che nasce da quell’amore che dicono le leghi indissolubilmente, manco si sono lasciate sfiorare dal dubbio che potevano togliere dal freddo di uno dei tanti Istituti adottandolo un povero fanciullo lì relegato dalla Società perché venuto al mondo non desiderato, abbandonato, ferito, offeso dalla cattiveria della realtà e in disperata attesa di esser preso per mano, accarezzato.

Dove inizia e dove finisce allora quella morale tanto sbandierata anche oggi che il famoso Scudo Crociato delle Destre è stato rottamato e finalmente è avvenuta la gloriosa svolta che dovrebbe cambiare la faccia della Società?