DIVERSITA’

31 Maggio 2016

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Amici miei, esiste una realtà molto difficile da riconoscere e accettare, una realtà che spesso fa affiorare uno stupido sorriso ironico sul volto della gente cosiddetta normale, una realtà per di più molto scomoda anche psicologicamente per i benpensanti ultrarazionali (secondo il loro punto di vista) come per gli indifferenti e vaffanculisti di professione o per indole, come per coloro che devono sempre mettere in dubbio ogni cosa, per coloro che si credono superiori perché solo loro conoscono il Verbo …

Ma di che sto parlando?

Chiunque sa bene che non esiste un essere umano uguale ad un altro, ma il discorso DIVERSITA’ con la “D” maiuscola va molto più nel profondo: i “Diversi” veri esistono, pochi rispetto ai grandi numeri, ma esistono da sempre ovunque e di solito se ne stanno tranquillamente in disparte o mimetizzati anche perché non gli interessa emergere o decantarsi di fronte agli altri millantando crediti talvolta più che veri.

Intendo per Diversi coloro che possiedono il dono delle intuizioni, la capacità dell’indulgenza, la forza di offrire fiducia, il coraggio delle prese di coscienza, intendo coloro che nella vita riescono sempre, anche se talvolta con fatica, ad esserne i protagonisti silenziosi, discreti, imprevedibili per le grandi masse, senza dover essere dei coronati piloti di Formula1, degli astronauti, dei Capi di Stato, dei Monaci Shaolin, dei professori di Filosofia, dei Guru indù … anche se questo potrebbe aiutare molto …

Diverso è colui che in silenzio “sa” perché capire e “sentire” gli è facile, naturale, istintivo, perché se vuole sa risolvere senza mettersi in mostra, che è paziente e moderato ma non per questo debole, che non ha bisogno di mostrare la propria forza per veder affermata la propria superiorità, sia fisicamente sia mentalmente.

Purtroppo, esser “Diversi”, se da un lato, dentro, paga, comporta un prezzo molto alto: la solitudine, proprio perché questo tipo di Diversità fa paura e tenere le distanze è prudente per l’uomo normale con tutti i suoi scheletri ammucchiati nell’armadio, povero lui così portato ad esser sempre molto propenso a cercare di togliere di mezzo chi è Diverso, una mina vagante e silenziosa, appunto, per lui e per i suo equilibri …

Equilibri ……..?

Un’avversità molto simile a quella dei bimbi che non vogliono mangiare cose nuove solo perché non le conoscono e più di tanto non vogliono rischiare delle proprie sicurezze …

Sicurezze …………….?

LA PADRONANZA DI SE STESSI

16 settembre 2014

La padronanza di se stessi

Di solito, il concetto di Padronanza di un qualcosa ne presuppone la relativa conoscenza, e non certo poco marginale, formale, poco approfondita.

Eppure molti si sentono padroni di se stessi, soprattutto del proprio corpo, senza avere la minima idea delle possibilità e dei limiti della carcassa che indossano, e poi si stupiscono quando questi non gli “obbedisce” e mostra limiti sino a quel momento maia riconosciuti o avvertiti anche in buona fede.

Non solo, non hanno nemmeno una conoscenza anatomica appena approfondita se pur corretta della parte materiale di se stessi anche se finite le solite ore di lavoro, sono già pronti in tuta e scarpette da Ginnastica a fare Tai-Chi o a praticare altre forme altrettanto valide in quanto alla conservazione ed alla giusta manutenzione del proprio fisico (e riuscendoci, anche della propria mente).

E’ così che nascono iniziative, attività peraltro lodevolissime il cui esito nel breve termine temporale convince della loro efficienza e di quanta positività riescono a generare sui nostri mucchietti di ossa circondati da un pò di ciccia stagionata o meno.

Si tratta solo di capire che queste sono le immediate conseguenze di un fatto meccanico: basta pompare un po’ di adrenalina in circolo e il nostro corpo, di questi tempi spesso “addormentato” e poco avvezzo a certi stimoli, subito genera degli stati di alto gradimento dal punto di vista organico regalando endorfine a palettate e illusioni di equilibri superiori.

Ma le cose poi si fermano lì e come dicono a Napoli, passata la Festa, gabbato lu santo.

Possibile che non esista un sistema invece che garantisca una certa continuità di Forma, vera, robusta, resistente alle aggressioni degli stressi quotidiani e che regali anche sicurezze mentali?

Esiste, esiste.

Per comprenderne la giusta portata di questi processi, è necessario che la mente compia un salto qualitativo e non si areni di fronte alla richiesta di un certo impegno poiché si tratta di percorsi individuali che vanno costruiti con pazienza, costanza e determinazione, con convinzione, senza la presenza delle solite platee a cui si è ormai abituati a mostrarci pur confondendoci abilmente nella massa non appena qualcuno ci chiama in causa richiedendo forze che in realtà sono solo virtuali.

Una cosa è sicura: chi comprende la portata di quanto sto dicendo può star certo che poi, quando il processo di vera e propria crescita di cui sto parlando inizierà a mostrare i primi frutti, anche se nessuno gli offrirà un patentino con relativa medaglia e fiocco variopinto, non avrà più timore di osservare più a lungo del solito la propria immagine riflessa da uno specchio e si stupirà, anche senza alcuna forzatura in merito, nel constatare quanto saranno gli Altri a voler curiosare sul perché di tanta nuove sicurezze reali e non ostentate perché talmente trasparenti da doverle persino, talvolta, nascondere per quieto vivere.

PRENDI UNA PASTIGLIA …

29 agosto 2014

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Il Post di ieri trasudava molto delle mie (sicuramente discutibili) convinzioni su certi limiti “filosofici” della Medicina occidentale tradizionale.

Hai un disturbo?

Se si tratta di cosa grave c’è il Pronto Soccorso, se no si va dal Farmacista che ti consiglia un farmaco, o dal Medico di Base che ti prescrive qualche esame clinico e nel frattempo cerca di ridurti al minimo i “disturbi” con analgesici, antiinfiammatori, antibiotici … ma raramente, in tutto questo Sistema, si considera il Corpo Umano un tutt’uno omogeneo e si è molto più portati a vederlo come un mucchietto di ossa, muscoli e organi interni fra loro indipendenti da “riaggiustare” uno alla volta.

Non solo, raramente si prende in seria considerazione, attraverso un’anamnesi completa, la VERA sommatoria dei motivi che hanno creato il problema accusato, qualunque esso sia, di qualsiasi portata ci si debba poi far carico.

Non a caso un corpo ed una mente rilassate si presentano come più forti, più reattivi, comunque si voglia considerare questo aspetto della Salute.

E questo può avvenire quand’anche l’individuo sia oberato da preoccupazioni contingenti e reali, da gravi difficoltà pratiche e così via.

Questione di equilibri interni ed esterni.

Certo che per giungere a questo traguardo inizia a presentare il conto la necessità di una certa onestà mentale, la necessità di una totale ELIMINAZIONE di ipocrisie di comodo ben gestite da chi per sistema si piange addosso, la necessità di una buona fede per sistema, anche se si può sempre incorrere in errori, chi è perfetto?

La Medicina Occidentale moderna si è arricchita di nuovissime tecnologie sempre in espansione, di metodi di ricerca impensabili per la complessità ed efficienza, eppure le vere terapie (lasciamo perdere ogni discorso sulla Chirurgia, quello è un mondo a sé) soprattutto le meno invasive, quelle che danno dei risultati conclamati, hanno avuto un trend di crescita assolutamente sottoproprozionato rispetto a tutto quanto appena detto.

Allora, senza voler togliere nulla a questa Scienza, almeno cerchiamo per conto nostro di iniziare a darci da fare per non essere costretti un giorno si ed uno no a ricorrere ad Essa.

Come?

Ci risiamo, è così semplice … mai sottovalutare che in grandissima percentuale si tratta di una questione di Igiene Mentale che è anche Igiene Psicosomatica.

Ma in che Supermarket ne vendono un pò?

Non saprei …

Soprattutto non credo proprio che lì se ne possa trovare con tanto di cartellino del prezzo.

 

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  Facendo spesso e volentieri trattamenti pranoterapeutici e chiroterapeutici in realtà “mixati” (e con ottimi risultati) con altri di tipo prevalentemente psicosomatico, mi trovo frequentemente a contatto con realtà individuali decisamente “variopinte” e tra le più svariate mi viene richiesto aiuto da persone, in maggioranza donne, che spesso e volentieri accusano oltre a problemi fisici specifici, disagi e defaillances psicologiche anche ottimamente “mascherate” perché, nonostante le apparenze di tanta sicumera, si dimenticano di utilizzare bene le capacità del loro cervello, proprio loro che incarnano la versione definitiva, aggiornata e corretta dell’Essere Umano, di molto superiore a quella “Beta” dell’Uomo maschio, e così finiscono anche loro per non poter fare a meno di qualche “sostegno” esterno.

   Il tutto purtroppo spesso tenendo molto elevato il livello di diffidenza iniziale, e che non sempre scompare del tutto, primo nemico e sicuro ostacolo in vista di qualsiasi terapia di questo tipo.

   Non bisogna poi né dimenticare né sottovalutare che le donne fanno meno fatica degli uomini a sopportare di tutto e di più e sanno “riprendersi” come si deve, sanno recuperare di solito in tempi molto inferiori rispetto a lui, anche se certe comprensibili ricerche di appoggio, di cui non fanno mistero, denunciano comunque irrequietezze, dubbi, incertezze, carenze di vario tipo innegabilmente molto umane, che devono trovare sfoghi e soluzioni se no addio equilibri.

   Una cosa curiosa.

   Il difficile consiste nel saper accostare il Genere Femminile dall’esterno con delicatezza, discrezione e logicamente con serietà e competenza per offrire un supporto valido, anche talvolta da loro inaspettato per i modi che stupiscono chi è abituato solo a pastiglie, supposte e sciroppi: poi, quando finalmente la persona riesce a ripartire con le proprie gambe, ognuno via diritto per la sua strada.

   Un appoggio, ma anche un momento di revisione obbligata, forzata, un rapporto che generalmente al massimo durerà per due o tre “trattamenti” che saranno sempre più che altro indirizzati a far recuperare dalla paziente equilibri e sicurezze sicuramente preesistenti ma altrettanto sopiti a causa di tutta una serie di intoppi essenzialmente mentali comunque gravi al pari di quelli fisici.

   E se la mente funziona bene e libera, il corpo obbedisce, anche quando si è in presenza di patologie gravi, ed il sollievo, se glielo si consente, arriva puntuale.

   Anche un momento in cui il vero protagonista non sarà il bravo terapeuta ma la stessa persona in crisi che si troverà davanti ad un bivio di scelte: o affidarsi, ma mai passivamente, a chi sta cercando di aiutarla a risolvere i suoi problemi, oppure ribellarsi con un colpo di coda (vigliacco, solo apparentemente di autodifesa) alle possibilità di cambiamento (in meglio) che si stanno facendo strada nella sua coscienza in modo più che percettibile e quindi troncare tanto irrazionalmente quanto bruscamente ogni rapporto col terapeuta stesso.

   Di solito Bene è meglio del Meglio, ma nel cervello umano che è un pozzo di sorprese infinitamente profondo, talvolta, per qualcuno non certo da additarsi come esempio di coraggio, Peggio è meglio di Bene, e dato che ciò che maggiormente preoccupa e destabilizza è l’atto in se stesso di transizione da una condizione nota anche se odiata, ad un’altra non nota ma migliore solo teoricamente almeno sino al momento dell’evidenza, talvolta prende consistenza una caduta di fiducia nelle realizzazioni della terapia, a prescindere dalle reali capacità di chi la esegue.

   Un antipatico paletto fra le ruote dell’Operatore che sa molto bene cosa e perché sta usando un determinato sistema, che è indirizzato in grandissima percentuale più alla mente che al corpo che comunque rimane il protagonista, e che poi, una volta riusciti a tranquillizzare, a rilassare la paziente, a convincerla ad accogliere nuove o dimenticate sensazioni di benessere anche corporeo come positive, indispensabili per affrontare con maggior forza e convinzione i propri problemi e scacciarli con decisione, non come fatti e situazioni scorrettamente invasive propedeutiche a farla tornare in grado di camminare da sola.

   Un sistema che punta a “tenere per mano” la persona momentaneamente disorientata, rassicurandola sulle proprie capacità, a farle riacquistare equilibri sopiti, almeno dei limiti del possibile, e voglia di risolversi da sola i propri problemi … anche quelli fisici, non dubitate … funziona.

   Ma funziona solo se la paziente smette di considerare il terapeuta come un uomo che la sta “maneggiando” ed accetta la realtà che si tratta solo di un paio di mani con tanta esperienza e tanta sensibilità, quelle mani che hanno da tempo imparato l’assoluta necessità non di distogliere momentaneamente l’attenzione sui problemi denunciati, ma di ricordare ad un corpo e ad una mente che dopo averli individuati nella loro reale dimensione ed “appesi alla parete di un qualsiasi corridoio di passaggio” sono capaci non solo di soffrire ma anche di provare benessere e tranquilla distensione.

   Purtroppo accade anche spesso che queste persone, dopo un iniziale gesto di affidamento estremamente consapevole, convinto e fiducioso al terapeuta interpellato e coinvolto, inizino a farsi venire dei dubbi, interrompendo qualsiasi forma di collaborazione disponibile e decidendo che crogiolarsi nei propri disagi sia molto più gratificante e comodo che uscirne magari finalmente liberi ma acciaccati, anche con “un pezzo in meno” dopo che ci si è decisi ad accettare le immancabili negatività della Realtà che va comunque sempre combattuta e piegata con volontà e serena decisione nei limiti delle proprie capacità che comunque, in un animo realmente rilassato, possono crescere anche in misura esponenziale.

   Purtroppo, per CRESCERE, e puntando in Alto, non sotterrando la testolina come lo struzzo della favola, e ciò spesso è doloroso, non è sufficiente esserne capaci, bisogna non averne paura ma soprattutto bisogna volerlo, e bisogna entrare nell’ordine di idee di accettare il cambiamento, la novità, come il serpente che muta la pelle perché dentro a quella vecchia non ci sta più, dato che si tratta di un mutamento naturale irrimandabile.

  Un mutamento che non sfugge alle Leggi della Fisica, un’azione che richiede sia l’esistenza di una buona dose di forza da applicare talvolta troppo impegnativa se si se pensa di potersela sempre cavare da soli, sia di un punto di appoggio (qualsiasi esso sia, purché solido) su cui far LEVA con fiducia.

  

   Sin da quando esiste la materia, esistono Bene e Male, sopra e sotto, destra e sinistra, luce e buio, caldo e freddo, più e meno ………..

   E guai se così non fosse perché ogni principio vitale è basato sulla “differenza di potenziale” tra due poli di valore opposto senza il quale non esisterebbero dinamiche apprezzabili.

   Con la nascita del Regno Animale, e di quello Umano soprattutto, si sono create nuove categorie tra loro contrapposte e sempre più sofisticate, poiché, chi ha lottato come leader per il bene della sua comunità e “vincendo” è riuscito a radere al suolo ogni differenza in nome del concetto di Equità e Giustizia, col passare del tempo, anche per una forma di legittimo desiderio di mantenere senza ulteriori sforzi certi “equilibri” raggiunti, ha iniziato a imporre delle regole che servivano a far mantenere inalterato un certo status quo.

   Logicamente, chi stava dall’altra parte cercava di ottenere migliori equilibri e sostanzialmente di veder “aggiornati” certi criteri di convivenza secondo nuove regole dettate dai cambiamenti sopravvenuti che avevano finito per regalare, a pochi, privilegi che erano in netta antitesi con un concetto di equa e pari ripartizione di beni, favoritismi, facilitazioni talvolta scandalose e ingiuste nei confronti di un’esistenza sempre più avara di serenità e giustizia sociale.

   ERA INEVITABILE che nascesse la POLITICA, un modo apparentemente civile perché non apertamente conflittuale, per mantenere o ristabilire senza spargimenti di sangue determinati equilibri sociali.

   E tanti piccoli mondi si sono spaccati in Destra da una Parte e Sinistra dall’altra.

   A Destra i Conservatori, a Sinistra gli irrequieti, i progressisti, i liberali, ognuno con le sue verità spesso inconciliabili con quelle della parte opposta.

   Così solo pochi, col benestare e l’aiuto della base popolare ben contenta che qualcuno si prendesse delle responsabilità al posto suo, e forti del proprio spirito di iniziativa, si sono costruiti il loro bel castello turrito da cui, con le chiappe sempre più al sicuro, assicurare quotidianamente il vulgo sciocco che stavano continuando irriducibili nella loro lotta civile per la difesa dei diritti del singolo …

   PALLE.

   Sì, perché a Destra o a Sinistra, di sopra o di sotto, chiunque ha fatto quello scalino in più che gli consente privilegi e facilitazioni atte teoricamente solo a rimuovere eventuali intoppi di percorso nella gestione della Cosa Pubblica, ognuno di questi galantuomini oggi è solo impegnato a non perdere i privilegi conseguiti.

   A OGNI COSTO.

   Basta infatti osservare con occhio vigile il balletto rituale preelettorale in cui, essendo il numero dei voti da conseguire l’unica cosa importante, è normale vedere la colomba volare a fianco del falco e la tigre a caracollare nella savana a fianco della gazzella … e solo perché quando mancano i numeri bisogna fare dietrofront.

   Sto vaneggiando?

   Bene, allora mi si spieghi per quale motivo, pur di conservare intatti o quasi i privilegi della Casta, CHE HANNO UN COSTO TROPPO ELEVATO almeno rispetto a quel che lei produce, pur di non intaccare queste realtà scandalose, si sta mandando in malora un Paese intero, mentre un bel fanciullone dagli occhi azzurri e dalla chioma brizzolata sempre in ordine è convinto di poter continuare a prendere in giro la nostra intelligenza spergiurando che tutto va bene e che non dobbiamo preoccuparci più di tanto.

   Tra il miliardo e mezzo di cose che ho fatto in gioventù, oltre a semplici ragazzate, o vere vaccate, qualcosa di positivo c’é, e ce ne è una che non cito assolutamente cercando meriti, ma solo per far cronaca, e che comunque mi ha impegnato per parecchi anni.

 

   Molti di voi sicuramente adesso sorrideranno quando “confesserò” di aver fatto parte del Gruppo fondatore del Telefono Amico di Milano negli anni ‘60, organizzazione laica, nonostante le apparenze dovute alla presenza di tre frati francescani di punta nel gruppo, molto più evoluta ed umana di quella Britannica, “The Samaritans”, fondata prevalentemente sull’utilizzo di vari “Professionist” mentre il nostro scopo fondamentale (che comunque non escludeva assolutamente l’assistenza gratuita di medici, avvocati etc.) era soprattutto quello di fornire a persone duramente provate dalla vita, il supporto “fresco, pulito e sincero” di giovani anche inesperti ma pieni di entusiasmo costruttivo e pronti a dare incondizionatamente il proprio appoggio morale e, perché no, anche affettivo, in un certo senso, come può accadere solo nell’interno di un nucleo familiare sano e vero dove le parole “interesse” e “formalità” non esistono (come accade ad esempio in CL, dimostratemi il contrario).

 

   A parte il fatto che i volontari che avevano colto a fondo lo spirito di questa iniziativa, un fulmine a ciel sereno per quei tempi, e non lo erano certamente tutti anche se la buona volontà era denominatore comune e scalfiva con grosse difficoltà l’atteggiamento “confessionale” di tante figlie e figli di buona famiglia timorati di Dio attirati dall’iniziativa come mosche sul miele, questa gente aveva trovato un mezzo di crescita incredibilmente potente pari solo a quello dei preti che, ascoltando chi si confessa con loro, entrano quotidianamente in possesso di un patrimonio incredibile di conoscenze sull’animo umano e sui suoi labirinti più impenetrabili, difficilmente emergenti nella normalità della vita quotidiana.

 

   Tra noi certi spiriti “crocerossini” (allora era molto attiva l’Associazione Cattolica, CL non esisteva ancora anche se entrambe figlie di una realtà perbenistico-borghese) avevano trovato delle mura invalicabili e solo questo atteggiamento poteva garantire  lo svolgimento di un dialogo chiaro e totalmente sganciato da stereotipi politico-social-religiosi-moralistici tra volontari e chi si appellava a quel servizio.

 

   La chiave del sistema, almeno ai miei tempi, in cui il problema focale non era come oggi nella stragrande maggioranza dei casi per quel che è sopravvissuto di quel servizio sociale ed umanitario, ma il castello diroccato delle problematiche di coloro che sono schiavi delle droghe, allora essenzialmente si basava sul concetto innanzi tutto di estrema disponibilità a far propri, almeno psicologicamente, i problemi di chi ci telefonava, ma poi, vera colonna portante, sulla fiducia totale che si offriva e a sua volta si ingenerava nei confronti di chi non credeva più in nulla, di chi aveva perso ogni speranza, disperati, delusi, depressi che essenzialmente avevano più che altro bisogno di una voce veramente amica molto più o molto prima che di un aiuto materiale di cui talvolta, incredibilmente, non erano assolutamente carenti, sesso compreso.

 

   Anche per me quella è stata una Scuola di Vita incredibile, una Palestra in cui io ho commesso errori, come tutti i miei compagni “di viaggio”, e anche grazie alla giovane età che mi rendeva spesso indifeso rispetto alla “scorza” furba di molti adulti (e adulte) che ci contattavano, ma anche e soprattutto ho imparato ad ascoltare, a cercare di capire lontano da ogni egoismo personale, ad aiutare a trovare soluzioni anche difficilissime che però nascevano sempre dall’aver considerato ASSIEME ad un’altra persona disinteressata (noi volontari) i propri problemi.

 

   Questa esperienza di Vita ha sicuramente influito parecchio su di me e su moltissime persone che con me hanno condiviso quel training, ed io, personalmente, me ne rendo conto soprattutto oggi quando eseguo dei trattamenti terapeutici apparentemente volti solo a colmare gap fisici ma in cui il ruolo psicosomatico in realtà detta legge al 90%.

 

   Non sono certo diventato uno “psicologo” promosso sul campo, e nemmeno uno psicoterapeuta con tanto di papiro con autorizzazione ufficiale a gestire certi problemi, ma le fette di vita che mi sono sfilate sotto ai miei occhi inizialmente sempre pieni di stupore e poi, con l’aumentare dell’esperienza, sempre più coerenti con la realtà delle situazioni, mi hanno insegnato molto e mi servo tuttora di quel che ho appreso (pagando qualche volta anche di persona in termini di responsabilità morale) quando mi si presenta una persona afflitta da problemi che lei definisce esclusivamente fisici mentre la sfera psichica gioca un ruolo fondamentale nella conservazione o nella perdita dei suoi equilibri.

 

   Consentitemi di non entrare in particolari, ma vi giuro che anche nell’ultimo trattamento pranoterapeutico che ho praticato, i problemi fisici si sono sciolti come neve al sole quando sono prima di tutto riuscito a rilassare totalmente la persona e poi, poi, poi …. quando con le mie mani ho fatto quel che dovevo fare e che non vi verrò certamente a raccontare solo per soddisfare delle curiosità da Novella 2000.

 

   Una delle forme di IPOCRISIA passata come comportamento “normale” e talvolta anche saggio, con l’avallamento non solo formale di tanti esempi pratici forniti nei secoli da una Chiesa Cattolica che proprio certe volte non si capisce quando si deciderà a far piazza pulita di tutti quegli atteggiamenti che da sempre Le procurano critiche da destra e da manca facendo il gioco di chi Le è contro, consiste nel dire le Verità a metà per evitare di scoprire troppo “le proprie carte”.

   E si tratta di atteggiamenti così radicati, soprattutto in quest’angolo di Mondo, che fanno oramai parte integrante del sistema gestionale anche della Cosa Pubblica e di chi, suo rappresentante ufficiale,  dovrebbe in primis essere chiaro e trasparente.

  L’esempio puramente casuale di questi giorni della Ministra Fornero vs INPS, ex Vice Presidente della Banca Intesa, e già questo suo titolo presuppone un habitus a gestire ogni cosa con “competente” Diplomazia, altro nome del comportamento di cui sto parlando, è solo uno dei tantissimi che ad ogni livello fanno emergere questo vizio mentale usato ed abusato unicamente per salvare faccia e/o culo.

   Pensate solo, nel piccolo, a quanti mariti e quante mogli, dopo aver commesso qualche marachella, una volta tornati a casa e parlando con la propria metà di quanto hanno fatto magari nel corso della loro “faticosissima” giornata lavorativa, raccontano “tutto” omettendo però volontariamente solo quelle “notizie”, nulla di grave, magari, che potrebbero creare anche solo delle tensioni, o quelle che ancor più ipocritamente, vengono definite solo “incomprensioni”.

   A questo punto, avviene la trasfigurazione del concetto di Diplomazia in quello di “Prudenza”.

   Si sa, perché non si è fatto nulla veramente di male, non necessariamente, l’altro/a non potrebbero “capire”… (e se lo sapevamo sin da prima di subito, perché poi ci siamo comportati in un certo modo? Domanda inutile, lo so) e intanto non si raccontano menzogne, nulla su cui perder la faccia o evitare sante legnate, il gioco è semplice, si omette di raccontare quanto sicuramente l’altra parte non accetterebbe mai passivamente e tantomeno col sorriso sulle labbra (mica tutti si chiamano Monti che sorride sempre non si capisce se per questioni professionali o a causa di una vecchia e mal curata paralisi facciale…).

   E intanto si sfugge non tanto da precise responsabilità quanto da ciò che la nostra Coscienza, anche la più addormentata, ci sta urlando dentro.

   Non incazzatevi dunque se qualche Ministro usa certi sistemi, perché chiunque di Voi, almeno una volta nella propria vita, ha commesso certe “dimenticanze” … a scopo di bene, s’intende, per non turbare gli equilibri … oltre che per non pagarne il dazio.

   Ricordate la Preghierina, quella che almeno una volta nella vita avete recitato, quando la mamma di nascosto dal papà, feroce bolscevico convinto, ve l’ha insegnata nell’intimità dei momenti di semioscurità nel vostro lettino prima che riuscissero a farvi addormentare?

   … “Confesso a Dio Onnipotente di aver peccato in azioni, parole ed … OMISSIONI …”

   Se qualcuno a Dio non ci crede, certe ipocrisie non rappresenteranno certo un Peccato, ma se uno dice di crederci, sarà sufficiente recitare la preghierina per lavarsi la coscienza?

   E se sì, per quale motivo non cambiare comportamento dopo aver commesso quel “piccolo” errore di cui solo noi siamo a conoscenza (almeno per ora …) ????????

   Memento homo: Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

   Se non siete così furbi, siate almeno accorti, tanto pare che ormai all’Inferno si siano attrezzati con Chat, Drive-In, Beauty Farm, Discoteche, Palestre, Massaggi, Saune ….. si tratta solo di pianificare bene il prossimo viaggio, di non capitare tra le amorose braccia di un Capitan Schettino qualsiasi (tra i tanti) e di aver messo previdentemente da parte un bel gruzzoletto in previsione dell’Aldilà come hanno fatto tutti quelli che anche oggi vi stanno rubando il pane quotidiano, per il vostro bene, s’intende, perché tutti preoccupati della dieta che secondo loro dovete seguire.

  TRE TESORI DA NON BUTTAR VIA, insisto (visto che il rimanente ce lo stanno sfilando tutto di tasca senza troppi complimenti).

  Quando, anche per cause indipendenti da noi, ci si viene a trovare in situazioni veramente critiche, può capitare un po’ come quando ti fermi davanti ad un Bancomat e inspiegabilmente, per te, da quel momento non riesci più a prelevare nemmeno un Euro.

   Solo come un cane e col culo per terra, tanto per non usare mezzi termini di cortesia. 

   Se poi, dopo aver fatto quattro conti arrivi alla triste conclusione che non possiedi alternative, tipo quella di poter disporre di denaro contante, di un’altra Carta di Credito o di un Amico che ti presta quel che ti serve, le soluzioni che ti rimangono per sopravvivere non sono molte, a meno che tu non sia stato previdente e non abbia per tempo nascosto da qualche parte un minimo di “riserva”.

   Cose logiche, verità ineccepibili che chiunque conosce e tiene in considerazione nei limiti delle sue capacità di esserne responsabile, e di cui persino un incosciente che vive di fantasie è costretto dall’evidenza a prenderne atto.

   C’era bisogno che mi prendessi la briga di ricordare queste cose così lapalissiane?

   Sicuramente la vostra risposta è negativa, però … però c’è un MA, ci sono dei meccanismi che vanno rispettati se non ci si vuole trovare improvvisamente nella situazione di cui sopra.

   Nella Vita non tutto può essere comperato, acquistato, potendo, anche a caro prezzo, come ad esempio la Salute e anche se le possibilità economiche possono aiutare, perché esistono delle condizioni di base da cui non si può pensare di sfuggire e si tratta di condizioni che nascono direttamente dalla nostra Statura Interiore, tre pilastri senza i quali è difficile vivere.

   Nulla a che fare con Religione, capacità intellettive o fisiche, rango sociale … no, tutto consiste nella dimensione dei nostri EQUILIBRI, quelli che abbiamo costruito con pazienza attraverso esperienze, sofferenze ed impegno, crescendo con coraggio  di fronte alle contrarietà e tenendo sempre gli occhi ben aperti e la fronte alta.

   CORPO, MENTE, SPIRITO (come, tra altri Saggi, di non proprio semplice reperibilità, insegnano i veri Maestri di Arti Marziali).

   Il Corpo va innanzi tutto rispettato ed allenato a sopportare ogni genere di traversia fisica.

   La Mente va educata al di fuori di ogni ipocrisia, menzogna ed egoismo.

   Per lo Spirito, vedete Voi, se credete di possederlo, perché se ne avete sentore, già sapete quel che c’è da fare e non vi fate mai abbindolare da tutta quella Gente che ostenta spavaldamente stabilità ed armonia ma che invece, moralmente, vive con le pezze al culo e si rode il fegato osservando quella serenità altrui che è un dono, un vero tesoro che viene “recapitato” dopo essersi impegnati talvolta anche per tutta una vita intera.

   E mai soprassedere.

  

   Nell’ultimo Post, provocatoriamente, tanto per cambiare, ho cazzeggiato abbondantemente, il fine ultimo era serio, ma inizialmente … una partenza da una storiella abbastanza banale, da bar di periferia, anche se vera!

   Dicono anche che il famoso Bertoldo, ridendo, si confessava.

   Oppure del più famoso Pietro Aretino, che di tutti disse mal fuorché di Cristo, scusandosi col dir : …non lo conosco …

   Nulla di interessante quindi, almeno per chi, guardando superficialmente, si fa fregare dalle apparenze e non vede altro al di là del suo naso in un modo che io comunque rispetto.

   Il pensiero che volevo trasmettere secondo me non solo non è banale ma addirittura basilare:  chiunque di noi, di ogni razza e colore, possiede due armi incredibilmente potenti: gli occhi ed il cervello.

   Perché non usarle nel modo più saggio senza farsi la guerra ad ogni stormir di fronda?

   Posto ce ne è ancora per tutti sul nostro pianeta, però stiamo un po’ più attenti quando facciamo solo sesso, la botte ormai è quasi piena ed in effetti si sta un po’ stretti, quindi se qualcuno perde la pazienza, possiamo dargli sempre torto?