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   Fare Sesso è un lato della vita su cui moltissime persone, pur convinte dell’esatto contrario, hanno le idee veramente poco chiare ma non è questo il discorso di oggi, mi serve solo come spunto.

   Vorrei infatti analizzare solo l’aspetto “comportamentale” senza considerare la spinta fisico-emotiva degli stimoli, dei metodi, il discorso attrazione fisica tra sessi uguali o differenti, le condizioni ambientali o fisiche che possono creare eccitazione e tutti quegli altri corollari più o meno influenti su questo “discorso”.

   Tolte le rare eccezioni di coloro che al Sesso hanno detto di no con motivazioni più o meno sante, o che, come molte donne, consentono a certi pensieri di venire a galla solo una volta, diciamo, ogni tre anni  (come facciano lo sanno solo loro) … rimangono tutti (e tutte) i rimanenti che però vanno suddivisi tra coloro che il sesso lo fanno in piacevole compagnia anche assortita a seconda dei gusti personali, e quelli (e quelle) che hanno deciso che è più piacevole, comodo, meno impegnativo psicologicamente e socialmente farlo da soli (o da sole) soprattutto adesso che la tecnologia offre toy-gadgets persino motorizzati, sicuramente interessanti viste le stimolantissime prestazioni sostitutive che possono offrire.

   Soprattutto di questi tempi in cui ci si è pure inventati la possibilità di auto esaltarsi psicologicamente in tempo reale e non differito anche per telefono o via Internet mantenendo asetticità e disimpegno individuale e interpersonale secondo il principio godi cinque minuti (o cinquanta) con chi la tua mente di cozza a grappolo ti ha convinto di star condividendo qualcosa, e soddisfatti i pruriti con la capra nana di turno dall’altra parte del filo, torna a giocare tristemente col pallottoliere per fare i conti di casa o di cassa MA, bada bèn, bada bèn, bada bèn, per nulla scarico emotivamente e sempre più insoddisfatto anche fisicamente.

   In particolare trovo molto interessanti dal punto di vista sociale e degne di particolare analisi, le pratiche onanistiche del Genere Umano, tralasciando l’aspetto terapeutico-preventivo, a favore della fragile Prostata, generato dalla masturbazione maschile protratta abitualmente anche in età adulta, cosa che ci porterebbe fuori tema.

   Non lo sapevate, eh, confessate …

   Infatti a me interessano solo le motivazioni psicologiche che inducono l’individuo alla coltivazione convinta di questa abitudine molto più che l’argomento Sesso in se stesso come ricerca di piacere e quello dei sistemi più o meno manuali per conseguire soddisfazione corporale, certo, sempre meno pericolosa, più igienica e intelligente di una canna, di una pera, di una pasticca o di un po’ di neve.

   Per quale motivo, mi chiedo, un essere umano può giungere alla determinazione di VOLER fare tutto da sé rifiutando qualsiasi contatto fisico e interfacciamento psicologico con l’altra metà della sua mela, anche tenendo presente che di quella metà ce ne può essere un numero infinito di esemplari, o anche con l’altra metà di altre mele, dov’è il problema fra adulti, mentalmente liberi, onesti, maturi e consenzienti, partendo proprio dalle cose più semplici e naturali come (dovrebbe essere) il Sesso per la cui gestione non sono necessari titoli di studio, per finire a quelle più complesse e gravi che complicano la vita di chiunque?

   E’ sicuramente un problema di testa, non mi si venga a raccontare che chi fa da sé fa per tre.

   Spostiamo allora le nostre considerazioni sui fatti della vita quotidiana e su certi comportamenti che negando la nostra capacità umana di amare senza dimenticarci mai di poter utilizzare la Ragione oltre che il Cuore (e il Fegato) ci fanno tanto assomigliare al noto cane di Pavlov, quello dei “Riflessi Condizionati”, seduto però in cima alla irraggiungibile colonna del suo “Io”.

   In realtà gestire i propri comportamenti senza dover rendere conto a nessuno è un ottimo viatico per l’immaginaria liberazione dalle proprie paure intime, per i complessi di inferiorità mai sopiti e riconosciuti, per la conservazione della propria Libertà “presunta”, per la coltivazione forzata di abitudini che solo apparentemente possono sembrarci la soluzione finale dei nostri problemi … o anche, molto semplicemente, dei nostri comodi.

   Ciò che è più grave, è che quando uno inizia a prender gusto di questo atteggiamento esclusivista di rifiuto generalizzato di tutto ciò che non proviene dal suo “io”, vuol dire che la cecità più negativa e pericolosa è in arrivo ed è molto oltre a metà strada, qualsivoglia possano essere gli apparenti benefici del proprio comportamento, di solito visti dal diretto interessato con occhio poco coerente, benevolo e permissivo.

   A ciò si aggiunga il sottile pericolo di un masochismo subliminale che inevitabilmente, in questi casi, amplifica il senso del piacere attraverso al dolore, magari non cercato coscientemente, ma atteso come il cacio sui maccheroni o la panna sulle fragole.

   Sicuramente vivere in due i problemi della Vita, le proprie emozioni, il bisogno di veder comunque rispettati i propri equilibri, le innocenti abitudini personali, le proprie convinzioni, i piccoli vizi leciti senza che nessuno ossessivamente insista nel reclamare la preponderanza della sua presenza nella nostra esistenza, non è cosa né facile né gratuita né realizzabile automaticamente in nome di un sentimento, l’Amore, spesso travisato nella sua vera natura.

   Soprattutto quando per colpa dell’altra metà si sono verificati eventi violenti che hanno mortificato ogni buona volontà di condividere con altri esperienze di vita, e hanno reso prevenuti a 360°, per una poco saggia, irrazionale, anche se motivata ma soprattutto MOLTO arrabbiata presa di posizione, solo illusoriamente autoprotettiva e che finisce irrimediabilmente per aggiungere male a male, dolore a dolore, una situazione molto difficile da superare, SOPRATTUTTO SE  SI E’ MOLTO COCCIUTAMENTE DECISO DI VOLER RISOLVERE OGNI COSA DA SOLI, pia illusione, dolce (o amara) chimera sei tu.

   Ma anche la persona ormai più esclusivista, più chiusa a riccio, più arroccata sulle proprie posizioni di difesa ad oltranza dei propri personalismi più spinti, almeno non dovrebbe mai dimenticare la differenza che esiste tra il voler esser soli per essere di tutti, quando si afferma di essere ancora capaci di amare, ed esser soli perché è più comodo (apparentemente) e perché non si deve dar conto a nessuno di noi stessi, perché ci possiamo permettere di prendere decisioni che, per autodifesa presunta come valida, ignorano volutamente l’esistenza di altre realtà che non sempre necessariamente devono essere scomode, pericolose, da combattere, ma solo degli incredibili e inaspettati piccoli raggi di arcobaleno dopo tante tempeste.

   In fin dei conti, per aver contezza delle limitazioni a cui si va incontro escludendo a priori la possibilità di condividere con altri anche piccole fette della nostra esistenza, basterebbe pensare che persino la masturbazione, per esser portata a compimento necessita di processi di auto stimolazione psicologica che non possono venir generati se non dalla simulazione mentale e fantastica di qualche “gesto” che si sta compiendo con un partner.

   Ma allora perché far sesso con una bambola di gomma o con un fallo di plastica?…..