Siate onesti,

   almeno una volta,

   che tanto,

   nessuno vi vede,

   nessuno vi ascolta …

 

che bello, ho fatto la rima!

 

 

   Confessate: quante volte non sapendo o non volendo dire come stavano veramente le cose, avete raccontato delle bugie ai vostri cuccioli?  

   Un miliardo più una, vero?

   E non c’è motivazione che tenga e che sia valida, lo sapete meglio di me, è solo una questione di comodo, di incapacità, di ipocrisia o di vigliaccheria.

   Cosa stanno facendo con noi i nostri amatissimi Governanti?

   A Voi la poco ardua e molto scontata sentenza.

   Però non vi arrabbiate se qualcuno usa gli stessi sistemi che avete usato voi anche se in altre situazioni che per Voi, ma solo per Voi, avevano tutte le scusanti di questa Terra, le menzogne, soprattutto quelle create ad arte, sono un vero veleno da cui solo pochi sanno rimanere immuni.

   Ma oggi, siamo ancora in Agosto, il caldo è veramente soffocante, e ho deciso che per farmi il sangue amaro ho tempo poi a partire dalla prossima settimana come milioni di altri Italiani, quindi vi racconterò di IW2BOM, BOMBOM per gli amici, un Radioamatore che negli ultimi anni della sua vita, aveva raggiunto più che altro per “meriti speciali”, e non certo per capacità radiantistiche,  l’agognato titolo di ItaliaDue, passaporto per poter operare con diritto in Onde Corte.

   Il Nominativo che il Ministero PPTT gli aveva assegnato era stato, manco farlo apposta, I2AQV che gli amici avevano subito decriptato in ItaliaDue Acqua e Vino, che inquadrava benissimo sia una sua certa propensione verso le damigiane di Bonarda dell’Oltrepò Pavese, sia un suo lato caratteriale che lo contraddistingueva: L’Insicurezza unita alla propensione a non farsi coinvolgere in situazioni che lo facessero pensar troppo, metà di qui, metà di là, come Charlie Brown, acqua e vino, un Wish Wash insomma, anche se sera una bravissima persona, brava, generosa e onesta come poche.

   Il buon Enrico, così si chiamava di nome, aveva fatto parte assieme a me per un certo periodo di un Direttivo della Sezione ARI di Milano (Radioamatori con Titolo Ministeriale) in cui la Gente si scannava appena poteva, come accade di regola in ogni consesso umano composto da più di due persone, e non raramente per stupide questioni che volevano apparire per Tecniche ma in realtà erano Politiche, di piccolo Potere Locale, malcelate invidie personali … etc.

   Io, anche per il ruolo che ricoprivo, ero molto più in vista di lui e la guerra che mi è stata fatta ormai è solo uno sfumato e poco piacevole ricordo di quanto hanno cercato di farmi fuori o almeno di ferirmi senza peraltro mai riuscirci.

   E nel corso di questa tregenda, Enrico ed io eravamo diventati ottimi amici, facevamo entrambi parte di una squadra efficiente e valida, anche se il suo livello sia sociale che culturale era lontano anni luce dal mio, quindi anche certe competenze sia tecniche che culturali, eppure la nostra è stata un’amicizia sincera durata per anni in cui abbiamo condiviso apparecchiature ricetrasmittenti anche di valore molto elevato, antenne, strumentazione, tutto insomma quello che poteva legare il nostro Hobby che nel frattempo era diventato anche un serio impegno legato alla Protezione Civile, senza contare tutto quello che gli avevo volentieri insegnato come ad un fratello minore e tanti bei momenti di vita normale e familiare trascorsi assieme.

   Allora non esistevano i telefonini, ma potendo noi utilizzare dei ricetrasmettitori anche portatili di grandissima portata e dei Ponti Radio di portata ancora superiore, eravamo sempre, per così dire, legati quotidianamente a filo diretto senza soluzione di continuità anche mentre si girava in auto per lavoro.

   Anche i nostri figli hanno giocato assieme, le mogli avevano stretto un rapporto cordiale … sono passati degli anni senza che la minima ombra offuscasse il nostro rapporto … e vi assicuro che le cariche che ricoprivamo in quell’ambiente erano un parafulmine sotto ad un cielo di invidie, di avversità e falsità spesso tempestoso, ma ogni difficoltà, ogni tentativo anche subdolo di far cadere il nostro Direttivo falliva miseramente tutte le volte che qualcuno si provava a cercar prove di un nostro presunto “malgoverno” che in realtà non solo non esisteva ma che era stato un esempio molto liberale e pure storicamente “nuovo” di una conduzione democratica delle funzioni che l’Assemblea ci aveva assegnato liberamente votandoci anche per più di una volta.

   Eppure, sfruttando anche la semplicità e la beata creduloneria virginea del mio amico, che ci dò, che ci dò, che ci dò, qualcuno riuscì a mettermelo contro come se io avessi potuto approfittare della sua bontà e della sua generosità (che comunque nel nostro rapporto era sempre stata pari alla mia) tanto per riuscire ad incrinare l’omogeneità di rapporto e di intenti che avevamo ed iniziare a creare delle discordie all’interno del nostro Direttivo che ad alcuni stava decisamente scomodo anche perché gli avevamo spesso impedito di utilizzare quella Struttura come un mercato personale come avevano fatto nella gestione precedente “molto familiare”.

    Usando un paragone banale, come se ad uno che di mestiere produce tonnellate di brioches ogni giorno potesse venir rivolta l’accusa di averne rubata una in casa del suo più caro amico …

   Ma questa è vita e questa è una delle tante storie che animano i nostri rapporti umani, e non ci rimane che rimanere tristemente vigili sempre e comunque mortificando un po’ quello lo spirito di quello che nella nostra breve esistenza dovrebbe essere motivo di serenità e voglia di credere che ogni amico vale un tesoro.

   Ne vedete in giro, Voi, di amici, di questi giorni?

   Magari mentre sorridenti, con aria persuasiva e toni pacati e distesi  vi parlano da dietro al microfono di qualche Network?

   Io no, anzi, temo, come dicevano gli Antichi: “Timeo Danaos et dona ferentes”, dove quell’  “et” deve esser tradotto correttamente con “ANCHE SE …” e quei doni promessi sono destinati a tanti, tantissimi BOMBOM felici come dei cucù o anche come dei veri Urlùc per tanta magnanimità che, come manna, piove dall’Alto e che prima o poi gli arriverà non tanto delicatamente in testa facendoli cascare dal ramo.