bmw

Da un po’ di tempo moglie e figli, che si dicono un po’ preoccupati del possibile stato delle mie capacità fisico reattive a causa dell’età, bontà loro, già forse mi vedono con un piede nella fossa mentre io appena posso e senza farmi venire il fiatone “salto la cavallina”, mi stanno rompendo l’anima affermando che è ora che venda la mia moto ormai ferma nel box da due anni (ferma solo perché non ne avevo bisogno).

Una BMW 1150 GS seconda serie equipaggiata con un po’ di accessori interessanti (e costosi).

Ormai sono stati immessi sul m ercato modelli più intriganti esteticamente per un giovanissimo in quanto simili ai modelli aggressivi di certi fumetti, ma l’eleganza, la potenza, la prontezza del motore e la docilità di quel pachiderma di oltre 220 Kg. è storia conosciuta solo da chi ne ha già guidato una.

Comunque mi sono deciso a metterla in vendita ed ho utilizzato sia internet sia altri canali.

Un flop inimmaginato, tutti pronti a spendere migliaia di Euro per delle vere ciofeche lustrate a festa ma incapaci di intuire l’affare che propongo ad un prezzo onesto e contenuto, visto di cosa si tratta.

Ciò che mi ha più indispettito è stata la sequela di richieste a monte di offerte al massimo di 1500 € o poco più per quel motoveicolo che a suo tempo era costato parecchie migliaia di Euro, basta aggiungere uno zero, ancor nudo senza alcun accessorio.

La moto ultimamente è rimasta ferma per due anni e qualche mese, ma con sempre attaccato ed attivo il particolare caricabatterie originale BMW per la continua rigenerazione degli elementi ossidati, quindi la batteria era a posto.

Ho schiacciato il pulsante di accensione ma la moto non si decideva a partire … poi ho capito … sono andato a recuperare il telecomando dell’antifurto elettronico che ho subito disattivato e … roba da non credersi, si è attivata la pompa della benzina e subito dopo, VROOOOOM … il motore si è acceso al primo colpo ed ha iniziato a ronzare regolarmente come se l’avessi usato sino ad un momento prima.

D’accordo, si sa, è una BMW ed io sono stato un utente affezionato e fedele di questo marchio anche per le auto sin dal lontano 1975 … ma onestamente non mi sarei aspettato tanto, manco si trattasse di un orologio svizzero d’altri tempi.

Ora la “vecchietta” (ha una decina d’anni dei quali molti trascorsi nel Box) mostra qualche accenno di ruggine sulle parti cromate, e comunque rimovibile con un po’ di polish e olio di gomito, solo perché in certi periodi, senza poi asciugarla mai una volta rientrato a casa, la usavo anche durante la brutta stagione invernale che al Nord non è mai “molto asciutta”… qualche raggio dei cerchi da lucidare, qualche piccolo segno di strisciata sui paramani delle manopole, qualche altra cosina che proprio bisogna osservarla molto da vicino per rendersi conto che la moto non è appena uscita di fabbrica …

Se la mettevo in vendita smontata e come pezzi di ricambio al giusto prezzo di mercato, poteva diventare veramente un business.

Ma ciò che mi ha sconcertato, proprio oggi, sono state le considerazioni dell’ultimo teoricamente interessato all’acquisto che praticamente era preoccupatissimo solo di mettere in conto quanto avrebbe dovuto spendere per farla ritornare “nuova” come carrozzeria, non certo come motore, elettronica o meccaniche veramente perfette oltre ad ogni più ottimistica speranza.

Ragion per cui se magari gliela avessi regalata, secondo il suo pensiero, mi avrebbe quasi fatto pure un favore … togliendomela dai piedi …

Ma se voleva una moto come nuova, dico io, non faceva prima ad andare a comprarsela “nuova”, appunto, e al giusto prezzo, o no?

Pagarmela un quinto del suo valore iniziale ed anche meno, era così esagerato?

Possibile che moderazione, senso della misura, onestà nel fare valutazioni, un minimo di decenza comportamentale vadano a farsi fott… tutte le volte che c’é da riconoscere il valore di qualcosa che appartiene ad altri e che automaticamente, non si sa perché, deve perdere qualsiasi valore documentato, mentre ciò che ci appartiene deve sempre valere come nuovo, anzi, anche di più di quel che lo abbiamo pagato?

E’ un discorso molto articolato e con agganci sillogistici anche squallidi quando riferito ad altri argomenti più sofisticati dell’acquisto di un bene, e che riguardano quella mentalità per cui sino a che una cosa non è tua, sino a che una cosa non l’hai detta tu, sino a che un DIRITTO non è tuo (anche se lo è solo di nome) … ed ancor peggio, ancor più in là … lascio libera la vostra fantasia, la morale pare essere sempre questa: io Dio, tu merda … a me spetta tutto, a te nulla … e purtroppo, di solito, vince sempre il più forte, meglio, il più prepotente.

Quasi quasi adesso me la lucido tutta per benino, le tolgo i tre bauletti originali che in effetti ingombrano mica male e me la metto in sala davanti a porcellane, cristalli e mobili antichi sotto agli occhi severi ma compiaciuti di qualcuno di famiglia ormai “lontano” che la osserva da dietro alla cornice di qualche quadro su cui è stato ritratto.