SIC ( … così)

6 settembre 2016

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L’insicurezza è la fonte principale di tutte le invidie e di qualsiasi conflitto.

Certo, poiché chi è insicuro quasi sempre ama fare la vittima, ma non tanto perché ami farsi compatire ma per individuare subdolamente la via più facile per prevalere sulla fonte delle sue invidie e delle sue incertezze che quasi sempre emergono naturalmente nel confronto in tutto il loro squallore, e la lotta solitamente si fa molto dura e impietosa anche perché chi è insicuro difficilmente è anche onesto!

Anzi, quest’arma psicologica l’insicuro la utilizza come “leva” a suo favore per ottenere ciò che mai gli sarebbe concesso se veramente lui fosse un individuo capace di una autonomia totalmente priva di seri problemi organici, sociali, affettivi … e si cautela fuggendo il più lontano possibile da qualsiasi opzione di VERO confronto, appunto.

Infatti, al suo contrario esatto, chi è sicuro di sé e delle proprie capacità non cerca mai né conferme né conflitti per stabilire la vera entità delle proprie forze ma si serve del confronto solo per migliorare ed eliminare ciò che in lui non va anche se la cosa gli è solo sfuggita quando è passato troppo tempo dall’ultima volta in cui ha rimirato la propria immagine in uno specchio.

Gli insicuri sono mine vaganti, un giorno sorrisi e sbilanciamenti affettivi, smancerie di falsità nella vita più privata e forme di apparente disponibilità positivamente emotiva in quella sociale.

Ma all’interno del loro animo cova sempre quell’insaziabile desiderio di prevalere su tutto e su tutti come se questa fosse l’unica vera loro ragione di vita e per gli altri non c’é spazio sino a quando non cedono ai loro capricci, ma poi nemmeno allora …

Esistono solo i miei punti di vista, i miei diritti … nessuno può essere migliore di me, e se così fosse si comporterebbe esattamente come farei io cercando di annientarlo e solo le mie idee, il mio “io” hanno diritto di esistere …

Chi è forte o perché ci è nato, o perché la vita lo ha fatto diventare tale, di solito vive le proprie sicurezze in serena privatezza e così si gestisce mai spinto dalla molla dell’infantile desiderio di riconoscersi amato, ammirato, ascoltato anche se ciò gli può far piacere.

Lui agisce, e i paria inevitabilmente lo seguiranno come i cani di Pavlov anche se non la smetteranno mai di latrare le proprie lamentele perché sono solo dei deboli e una volta rimasti soli potrebbero veder soccombere anche queste loro spinte emotive di amore/odio in uno sfacelo psicologico che nei casi più gravi può anche portare al suicidio.

Che fare con gli insicuri che cercano con ogni mezzo di invadere anche con violenze subdole i mondi altrui solo perché temono che emerga la sacrosanta verità che loro sono solo esseri di seconda categoria della scala animale?

Nulla, nemmeno compassione, solo indifferenza ed un muro di cemento armato e caucciù ben alto, niente filo spinato, non meritano nemmeno quello, vanno solo respinti passivamente sino a quando non comprenderanno l’entità dei loro errori, non sono degni di altro, nemmeno da un punto di vista Cristiano, qualsiasi pietismo nei loro confronti sarebbe solo autolesionista e per loro un incentivo a continuare per la medesima strada di cui ci si renderebbe stupidamente corresponsabili.

Sic.

IGIENE MENTALE E ONESTA’

24 febbraio 2010

Martina, la mia piccola nipotina mi ha chiesto se ho  visto un elefante nascosto dietro ad una noce di cocco.

No, ho detto io.

E lei: allora si vede che lui si è nascosto proprio bene!

Vi fa sorridere?

Ma continuate a sorridere anche se pensate a tutto quello che poi può accadere tutte le volte che ci provate pure voi a imboscarvi dietro a qualcosa o a qualcuno convinti che nessuno vi veda, e vi dimenticate che il codino rimane sempre fuori?

E non mi venite a dire che quel comportamento è una cosa normale e fattibile con la scusa che o è l’elefante ad esser piccolo piccolo, oppure la noce di cocco ha le dimensioni del culo della Donna Cannone.

Di fatto non è raro osservare qualcuno che cerca di nascondere l’evidenza anche di fatti commessi con la massima sfrontatezza e che si sente tranquillo e sicuro di averla fatta franca, però io intravvedo nelle conseguenze di questo comportamento  molte componenti negative tutte destinate a creare prima o poi fratture e discordie anche molto pesanti perché come si suole dire, il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

C’è chi usa le scuse e la menzogna come sistema, c’è chi si chiama fuori semplicemente, o chi non dice nulla, resta in “prudente” silenzio per poterti sbattere in faccia il fatto di non aver mai detto bugie, osservando “indifferente” il panorama dall’esterno come se la cosa non lo riguardasse, e poi c’è proprio chi la fa grossa e col massimo candore  guarda te che annaspi per merito suo e ti chiede stupito con aria “preoccupata”: …. successo qualcosa?

Purtroppo la falsità è diventata il motore di troppi rapporti, compresi quelli di lavoro e la mancanza di chiarezza è una mina vagante sia per chi la subisce sia per chi la manovra.

Pensate ad esempio al discorso dei Saldi, o a quello delle vendite per liquidazione, per chiusura di un esercizio, che viene chiuso e subito riaperto nel quartiere accanto, alle famose offerte promozionali che stanno per scadere nel giro di poche ore ….

La solita legge del Dio Denaro per cui ogni mezzo è giustificato dal fine: stare a galla, emergere, prevalere, sempre prevalere, esteticamente, economicamente, socialmente, politicamente, e anche per questioni di orgoglio.

La menzogna, dunque, ma anche la speculazione.

La speculazione che inevitabilmente finisce per coinvolgere persone in buona fede che si sono fidate troppo di tante buone maniere di facciata.

Come in quelle fabbriche che chiudono i battenti per riaprirli dove possono sfruttare maggiormente la rassegnazione di chi pur di lavorare non guarda troppo per il sottile su questioni sindacali e salari.

Ma anche senza parlare di centinaia, oramai di migliaia di famiglie messe sul lastrico da gente che ha tanto promesso e poi nottetempo ha fatto fagotto, in tutti i sensi, ci sono anche tante situazioni “ad personam” gestite con i medesimi principi.

Provate a cambiare gestore telefonico, tanto per fare un esempio che tocca tutti singolarmente: sinché si è in fase di trattative, tutto zucchero e miele, poi, appena firmato il contratto, il venditore (pardòn, il consulente, se no si offende) già ti ha dimenticato e tu rimani in angosciosa attesa che non insorgano problemi e tutto fili liscio perché poi beccare qualche voce umana nei Servizi di Assistenza oggi come oggi non è mai la cosa più semplice.

Ecco che sta saltando fuori un’altra grossa piaga: le promesse non mantenute.

Ma tutto fa parte del Sistema e che uno ci si rassegni o meno, può fare ben poco se non cercare di adattarsi con il minimo delle perdite e delle arrabbiature.

Oppure cambiare tutti registro e ripartendo da zero, almeno iniziare a dare l’esempio, cominciare a comportarsi come SI DEVE anche a costo di far la funzione della nave rompighiaccio che non ha mai la strada sgombra.

Come dovrebbe succedere con questa povera stuprata, sputtanata e massacrata Economia in cui almeno quei Capitani di Industria che nemmeno conoscono il conto esatto di quanto posseggono, …. di qui e di là …., potrebbero smettere di dire che l’Economia è ferma, che la Gente non si muove perché ha dei timori ad esporsi.

Quale Gente?

Anche loro sono la Gente, e purtroppo la Gente che conta, anche se talvolta ragionano peggio di un vecchio pecoraio scozzese che tiene gli scellini nascosti nel materasso per comperare per sé al più presto un’altra pecora, l’ennesima.