UN AMORE IMPOSSIBILE

2 settembre 2016

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Scusatemi tanto se sembra che stia divagando come se vivessi sulla Luna, ma mentre fuori tutti si scannano e non solo a parole in Politica, Guerre, Interessi, Malavita, in tuta mimetica o in giacca e cravatta … non è che io sia insensibilmente cieco, sordo e muto (muto soprattutto) su quel che succede, ma francamente, da piccolo uomo qualunque quale sono, un esserino per cui il Palazzo è irraggiungibile persino solo per spruzzare qualche bombola di potente deodorante, sono convinto che sia molto meglio che certa gente si scanni in famiglia mentre io penso ad altro.

Tipo ad esempio, ora che sono in pensione, la mia passione per i minerali.

E a proposito di minerali, le mie assidue frequentazioni in Rete dei siti che parlano di questo argomento mi hanno fatto scoprire le vere dimensioni di un mondo parallelo, quello della Cristalloterapia, che in realtà credevo molto più piccolo e più immune da giri commerciali ben avviati ad uso e consumo di creduloni da una parte ed artisti della Salute “fai da te” dall’altra.

Ma la cosa che mi stupisce maggiormente è la disinvoltura con cui viene presentata la cosiddetta Cristalloterapia facendo affermazioni spesso scientificamente smentibili ed offrendo istruzioni d’uso manco fossero dei bugiardini, i foglietti che accompagnano i vari farmaci offerti dal mercato.

Che le varietà di minerali con cui Madre Natura si è sbizzarrita richiudano in sé delle energie, la cosa è appurata anche scientificamente, ma il voler ad ogni costo individuare delle “prescrizioni” terapeutiche efficienti e valide per chiunque tramite dei pezzi di pietra belli quanto volete ma di solito ormai inerti, e prevedendo per loro merito rimedi certi anche nel caso di patologie di rilievo, mi sembra molto, molto opinabile.

Sicuramente le energie racchiuse in ogni minerale hanno la loro influenza sugli organismi viventi, anche su quelli del Mondo Vegetale, perché no, ma la cosa va vagliata con molta serietà e nessuna fantasia di tipo New Age.

In fin dei conti si tratta pur sempre di Energia “apparentemente” imprigionata in gusci allo stato solido mentre la loro “durezza” ha motivi dinamici ben differenti.

Si può comunque parlare della loro possibile influenza solo in base alla ricettività estremamente personale di ogni singolo e un conto è parlare di influssi naturali o psicosomatici su base allargata e vagamente benefici nel caso di esseri umani come qualsiasi altro catalizzatore esterno, un altro è affermare l’esistenza di una “potenza” terapeutica specifica per chiunque solo tocchi la pietruzza: … pacco dell’operaio, pacco del lavoratore, venghino signore e signori a comperare il pacco …

Acqua fresca per la maggioranza degli esseri umani anche se molti si fanno prendere emotivamente o poco onestamente lavorano di fantasia e le sparano grosse, ma si tratta sempre di un millesimo di quel che può fare l’Omeopatia, il che è tutto dire … a meno che non si tratti di materiali radioattivi o altamente velenosi che subito rivelano la loro influenza sugli organismi viventi come è logico.

La Natura, vai a capirne il perchè, mi ha donato una certa ipersensibilità sicuramente molto superiore alla media che anche se questo talvolta per me rappresenta veramente un peso per quel che mi fa vedere e sentire che altri non sentono né vedono, in altri casi fortunatamente riesco ad utilizzarla sia per me sia per altri con un discreto effetto positivo.

E tra le varie manifestazioni di questa ipersensibilità, c’è proprio quella verso alcuni minerali che anche senza toccarli ma solo accostandomi ad essi mi lanciano dei veri e propri segnali che si traducono in attrazione o respingimento di tipo magnetico, reazioni cutanee tipo prurito o pizzicore, o, molto più difficile da spiegare, un vago senso di una Energia in sospensione, quasi sempre positiva, ma come se fosse lì in prigione in attesa di chi la riconosca …

Degli effetti conseguenti su di me non ne voglio parlare, cose mie.

Un paio di mesi fa, al ritorno da una giornata trascorsa sottoterra in una miniera abbandonata alla ricerca di qualche cristallo sfuggito alla marea di ricercatori più o meno competenti e rispettosi dell’ambiente e che nutrono la mia medesima passione, ci siamo fermati per strada nel bar di una piccola frazione delle nostre Alpi Orobiche dove ci siamo messi a parlare del più e del meno col proprietario che ci avevano descritto come profondo conoscitore del luogo.

E lui, come attendevamo che facesse, ha finito per rivelarci quel che già sapevamo, cioè che possedeva una raccolta privata di minerali che era la grande passione della sua vita.

Quando si è fatto volentieri convincere a mostrarci i suoi tesori aggiungendo alle parole l’invito a a seguirlo, già sentivo in cuor mio che mi sarei trovato di fronte ad una raccolta di minerali di raro valore e dimensioni che, ora lo posso affermare con sicurezza, farebbe invidia anche al Museo di Scienze Naturali di Milano.

Dopo esser scesi per una stretta e ripida scala sotterranea ci siamo trovati in un ambiente abbastanza spazioso, sapientemente illuminato e con tutte le pareti che ospitavano spaziose ed eleganti vetrine in cui facevano mostra di sé minerali di ogni tipo e dimensione.

Dopo il primo vero momento di shock davanti a tanto spettacolo, ho iniziato con controllata emozione ad osservare pezzo per pezzo e vi assicuro che c’erano esemplari rari e non solo per bellezza e valore intrinseco.

In una di queste bacheche troneggiava ad esempio un campione integro di Fluorite del peso di quasi un quintale (!!!) un agglomerato di cristalli violacei da lui stesso trovato e portato fuori da sottoterra con incredibile fatica come ci stava raccontando mentre i miei occhi non sapevano più dove posarsi anche perché in quel sotterraneo c’era in mostra un vero ben di Dio, la dimostrazione che in Natura c’è Bellezza e Ordine e che è solo l’uomo a creare casini.

E proprio allora accadde una cosa strana, stavo cioè iniziando a provare una sensazione particolare, come se se nelle immediate vicinanze ci fosse una presenza particolare di Energia oltre a tutte le altre, ma soprattutto di Equilibrio, di Ordine, una forza che ti faceva tenere il fiato e ti ispirava un senso di “pieno” dentro, ma allo stesso tempo una sensazione tra stomaco e cuore come quando si è in attesa di un evento di cui non si sa nulla, una sensazione pari per intensità (e che non scorderò mai) a quando una vita fa attendevo di leggere in bacheca che ero stato promosso a pieni voti agli Esami di Maturità Classica …

Ci misi molto poco a focalizzare la sorgente di quella sensazione: un campione di Fluorite (di Zogno, per gli intenditori) del peso di circa dieci chilogrammi composto da una serie di grossi cristalli cubici, quelli della foto di apertura, uno dei tanti dalla medesima provenienza esposti in quella megabacheca …

E lì davanti, con solo un vetro che mi divideva da quel gioiello di Natura, rimasi in silenzio per qualche minuto mentre il suo “proprietario” sorrideva perfettamente conscio di quanto mi stava accadendo dentro: evidentemente non ero il solo a provare la medesima sensazione …

Peccato, un pezzo senza prezzo, avrei fatto volentieri dei debiti per acquistarlo … ma non tutte le cose hanno un prezzo e tanto meno sono in vendita.

I grandi amori sono così, quasi mai si riesce a realizzarli ed io che sono stato fortunato, perché uno di già lo posseggo, penso che basti e avanzi.

Per finire, non credo proprio che qualche frammento di minerale burattato così ben reclamizzato in Rete ma violentato meccanicamente nelle sue strutture più intime, possa ancora ancora trasmettere quell’energia che per milioni di anni è riuscito a conservare sottoterra sino a quando non l’hanno riportato alla luce a martellate incrinando nella loro essenza quegli equilibri e quelle dinamiche microscopiche ma estremamente potenti che avrebbero dovuto venir rispettate.

Un po’ un insulto, come certi trofei imbalsamati appesi alla parete di qualche pomposo Circolo di Caccia …

Un po’ un insulto come quando, perdendo ogni rispetto per il proprio corpo, si va a farsi fare un piercing o a farsi tatuare o addirittura dal Chirurgo Estetico credendo di poter così “diventare più belli”…

Un po’ un insulto come quando per cercare di compiere il “Giusto” ci si dimentica di fare il Bene.

UNA GIORNATA DIVERSA

29 settembre 2013

min

Ieri ho commesso un’imprudenza … “controllata”, un’esperienza unica, perché mi sono andato ad infilare, in compagnia di mio figlio maggiore, complice, in una miniera abbandonata da almeno quindici anni.

Ingresso posizionato sul fianco di una montagna ripida e protetto in modo decisamente insufficiente da un cancello arrugginito e lasciato socchiuso da altri che sicuramente ci si erano infilati dentro per fare dei “recuperi”, e c’era bene in vista un cartello con su chiaramente stampato “Vietato entrare: PERICOLO” (regolarmente ignorato).

La nostra idea di partenza era stata quella di andare a fare delle fotografie decisamente inconsuete visto l’argomento e le difficoltà tecniche che avremmo incontrato e non solo per problemi di illuminazione scarsissima, ma la tentazione di andare anche a curiosare un po’ più a fondo, oltre che sui mastodontici impianti di superficie, arrugginiti, immobili da tempo e ormai coperti di ruggine, era forte, e così, dopo aver frugato nel mio inseparabile zaino, il cui contenuto è simile alle tasche di Eta Beta perché pieno di attrezzi buoni per qualsiasi evenienza, ho tirato fuori un paio di torce elettriche a Led molto efficienti che è mia cura tenere sempre cariche: detto fatto, di comune accordo, ci siamo addentrati in quella galleria angusta che sembrava l’ingresso principale della miniera vera e propria.

Dopo il primo disagio fisico per l’improvviso e forte sbalzo iniziale di temperatura che si avvicinava allo zero termico, abbiamo iniziato a percorrere quel budello artificiale sul cui suolo erano ancora posate le rotaie dei carrelli per il trasporto del minerale.

Il percorso era abbastanza privo di grandi pendenze e procedevamo verso l’ignoto con le necessarie cautele evitando pozze d’acqua anche profonde ed ostacoli imprevisti come rottami abbandonati e rocce staccatesi dalle pareti e dal soffitto.

Con l’inizio di una forte pendenza verso il basso, era comparso quel che rimaneva di un lunghissimo nastro trasportatore, anche quel lunghissimo macchinario inchiodato dalla ruggine, e noi continuavamo a procedere con la dovuta prudenza al suo lato.

Il silenzio che ci circondava era affascinante e mentre ci addentravamo sempre di più nel ventre di quella montagna, udivo solo il suono dei nostri passi ed il lieve sciabordio di una lontana sorgente d’acqua sotterranea.

Non so quanto abbiamo camminato nel buio appena rotto dai fari delle torce in cerca di cosa non so nemmeno io, ma la curiosità … sinché non siamo giunti ad un punto in cui l’ambiente si allargava inaspettatamente, si apriva una caverna dal soffitto altissimo sorretto da alcuni pilastri di pietra ricavati dagli scavi dell’uomo e che la sorreggevano come le colonne di una cattedrale.

Uno spettacolo emozionante, peccato che dove la galleria avrebbe dovuto sicuramente riprendere il suo percorso verso il fondo della miniera, si era verificato da tempo un crollo generale, uno spettacolo che incuteva rispetto e ispezionando proprio quel punto ci siamo resi conto di un forte stillicidio d’acqua che negli anni aveva creato una volta piena di piccole stalattiti da cui gocciolava l’acqua su di un pavimento di rocce ormai coperte da un candido manto calcare, luccicante e trasparente come ghiaccio.

A quel punto mi sono accucciato vicino a quel suolo e non so perché ho spento la torcia mentre mio figlio si era leggermente allontanato alla ricerca di qualche altra meraviglia.

Non so quanto tempo è passato, qualche minuto solo forse, poi improvvisamente, nel buio che credevo totale, ho iniziato a scorgere come delle forme, alcuni contorni dell’ambiente in cui mi trovavo.

Una sensazione incredibile, ma ancor di più la totale assenza da parte mia di qualsiasi tensione emotiva, come se mi trovassi al sicuro in una grande casa momentaneamente disabitata.

Una casa serena, forte e serena dove non era mai accaduto nulla di male e mai sarebbe accaduto.

… come il ventre di una madre …

La voce di mio figlio mi fece tornare alla realtà e così, dopo aver scattato alcune foto, iniziammo il cammino del ritorno, in silenzio, nel doveroso rispetto di quel luogo antico (i primi scavi in loco, quelli documentati, risalgono ai tempi degli antichi romani …)