coc

Con questo Post mi brucio coscientemente almeno il 30% di coloro che mi seguono, meglio così, degli ipocriti non so che farmene, puzzano.

E se devo esser sincero, dovesse proprio capitare, la cosa non mi dispiace più di tanto, ma ora è necessario qualche chiarimento.

Si è appena suicidato oltre oceano un altro “piccolo” uomo da tutti ritenuto invece un “gigante” un americano famoso, ricco, brillante, un eroe della celluloide, un essere moralmente esemplare, dicono … e fra l’altro un altrettanto famoso cocainomane dichiarato.

E tutti a piangere, a commemorare, ad innalzare alle vette dell’Olimpo il ricordo di un altro squallido essere incapace di vivere coraggiosamente la vita in compagnia solo del proprio cervello, o perlomeno di quella parte, se ne rimaneva, ancora non irrimediabilmente fusa dalla droga, magari accettando i propri limiti e combattendo per la vita esclusivamente con le sole forze che la Natura gli ha donato imparando man mano a prender coscienza e ad accettare serenamente i propri limiti psicofisici.

Dalle nostre parti, a raggiungere la vetta delle cronache, per meriti in questo caso sportivi, anche se con i neuroni fusi dalla cocaina, abbiamo fra purtroppo non pochi altri esempi a corollario, anche un ex-povero eroe della bicicletta nei cui confronti, tra l’altro, invece che stendere un velo pietoso sulle cause a monte delle sue angosce, dei suoi fallimenti e per ultimo del suo decesso, si coglie il pretesto per magnificare ed additare insistentemente come fulgido esempio di chissà cosa, la sua persona, quelle quattro ossa e quel che rimaneva nella sua scatola cranica, tutto marcito, bruciato, annientato dalla coca.

Altro che strane crisi depressive.

Altro che strane crisi di identità.

Altro che Superman …

Se penso ad un Bartali che in piena eclissi fascista, fidandosi solo dei muscoli delle sue gambe e di un cervello pulito e cosciente, con un paio di gioielli così negli slip, approfittava dei momenti di espatrio nel corso di gare sportive per nascondere e “contrabbandare” nei tubolari della sua bici documenti che potevano servire a salvare tante vite umane … di gente che nemmeno conosceva … e che in ogni istante, rimanendo in patria correva il rischio di deportazioni o di subire ogni altro genere di violenza gratuita, fregio di civiltà della famosa bionda razza eletta di marca teutonica.

Giusto ieri, un conoscente neanche poi tanto spiritoso e che mi era venuto a trovare, adocchiando un angolo del mio giardino letteralmente invaso da bamboo di alto fusto, ha fatto la battuta: … Certo che di canne non te ne fai mancare …

Ma si è subito sentito controsparare sulle gengive sdentate dei suoi timpani: … Perché? Tu ti fai le canne col bamboo? Nei vuoi un po’? Se vuoi ce ne è per te, per tua moglie con figli e anche per i nonni … Allora, gradisci?

Ho anche poi soggiunto sottovoce che in effetti anche io un grosso vizio ce lo avrei, che sono vittima incurabile di una droga più forte di me (le femminucce si turino per un istante i timpani) … a 70anni suonati mi piaciono sempre, ancora e sempre di più la “patatina” e le belle tette, terapie valide non ce ne sono (per fortuna).

Possibile che a differenza di altre droghe questo “vizio” infetti ormai sempre meno individui, soprattutto i giovani, per cedere spazi senza frontiere a realtà virtuali, a false illusioni, sesso telefonico o più o meno “deviato” a tassametro, videogiochi di ogni livello pure pubblicizzati da uno Stato che insiste a mostrarsi agnostico su fumo, alcool, prostituzione e purtroppo anche altro che non sto a citare se no viene qualcuno e mi porta via in manette, consentendo spazi permissivi a mercati che offrono costose, false ed effimere fughe mentali di ogni tipo?

Fermate il mondo per un attimo, vorrei scendere … anche se non sono proprio ancora arrivato (almeno credo) a fine corsa.