coc

Con questo Post mi brucio coscientemente almeno il 30% di coloro che mi seguono, meglio così, degli ipocriti non so che farmene, puzzano.

E se devo esser sincero, dovesse proprio capitare, la cosa non mi dispiace più di tanto, ma ora è necessario qualche chiarimento.

Si è appena suicidato oltre oceano un altro “piccolo” uomo da tutti ritenuto invece un “gigante” un americano famoso, ricco, brillante, un eroe della celluloide, un essere moralmente esemplare, dicono … e fra l’altro un altrettanto famoso cocainomane dichiarato.

E tutti a piangere, a commemorare, ad innalzare alle vette dell’Olimpo il ricordo di un altro squallido essere incapace di vivere coraggiosamente la vita in compagnia solo del proprio cervello, o perlomeno di quella parte, se ne rimaneva, ancora non irrimediabilmente fusa dalla droga, magari accettando i propri limiti e combattendo per la vita esclusivamente con le sole forze che la Natura gli ha donato imparando man mano a prender coscienza e ad accettare serenamente i propri limiti psicofisici.

Dalle nostre parti, a raggiungere la vetta delle cronache, per meriti in questo caso sportivi, anche se con i neuroni fusi dalla cocaina, abbiamo fra purtroppo non pochi altri esempi a corollario, anche un ex-povero eroe della bicicletta nei cui confronti, tra l’altro, invece che stendere un velo pietoso sulle cause a monte delle sue angosce, dei suoi fallimenti e per ultimo del suo decesso, si coglie il pretesto per magnificare ed additare insistentemente come fulgido esempio di chissà cosa, la sua persona, quelle quattro ossa e quel che rimaneva nella sua scatola cranica, tutto marcito, bruciato, annientato dalla coca.

Altro che strane crisi depressive.

Altro che strane crisi di identità.

Altro che Superman …

Se penso ad un Bartali che in piena eclissi fascista, fidandosi solo dei muscoli delle sue gambe e di un cervello pulito e cosciente, con un paio di gioielli così negli slip, approfittava dei momenti di espatrio nel corso di gare sportive per nascondere e “contrabbandare” nei tubolari della sua bici documenti che potevano servire a salvare tante vite umane … di gente che nemmeno conosceva … e che in ogni istante, rimanendo in patria correva il rischio di deportazioni o di subire ogni altro genere di violenza gratuita, fregio di civiltà della famosa bionda razza eletta di marca teutonica.

Giusto ieri, un conoscente neanche poi tanto spiritoso e che mi era venuto a trovare, adocchiando un angolo del mio giardino letteralmente invaso da bamboo di alto fusto, ha fatto la battuta: … Certo che di canne non te ne fai mancare …

Ma si è subito sentito controsparare sulle gengive sdentate dei suoi timpani: … Perché? Tu ti fai le canne col bamboo? Nei vuoi un po’? Se vuoi ce ne è per te, per tua moglie con figli e anche per i nonni … Allora, gradisci?

Ho anche poi soggiunto sottovoce che in effetti anche io un grosso vizio ce lo avrei, che sono vittima incurabile di una droga più forte di me (le femminucce si turino per un istante i timpani) … a 70anni suonati mi piaciono sempre, ancora e sempre di più la “patatina” e le belle tette, terapie valide non ce ne sono (per fortuna).

Possibile che a differenza di altre droghe questo “vizio” infetti ormai sempre meno individui, soprattutto i giovani, per cedere spazi senza frontiere a realtà virtuali, a false illusioni, sesso telefonico o più o meno “deviato” a tassametro, videogiochi di ogni livello pure pubblicizzati da uno Stato che insiste a mostrarsi agnostico su fumo, alcool, prostituzione e purtroppo anche altro che non sto a citare se no viene qualcuno e mi porta via in manette, consentendo spazi permissivi a mercati che offrono costose, false ed effimere fughe mentali di ogni tipo?

Fermate il mondo per un attimo, vorrei scendere … anche se non sono proprio ancora arrivato (almeno credo) a fine corsa.

 

 

DONNA E’ SEMPRE BELLO

26 novembre 2012

  L’altro ieri sera non avevo sonno, ero abbastanza irritato dalle notizie di radio fante che ci stanno otturando anche i pori della pelle, e vi ho scaricato addosso mille pensieri con un post lungo, logorroico e sicuramente anche antipatico per qualche verso.

   Poi in queste ultime ore stanno emergendo a macchia di leopardo realtà che fanno finalmente toccare con viva mano che gli Italiani a votare ci ritornano ma solo se gli si fa sperare in un pò di aria fresca e pulita, non di nome ma di fatto, qualsiasi sia il loro colore di appartenenza, ed io, soddisfatto, almeno per ora, mi ritiro rispettosamente nella mia tana in attesa di quegli eventi che, data la mia età anagrafica, non possono che vedermi solo spettatore.

   Mi piacerebbe farmi perdonare almeno un po’, facendovi sorridere, ma purtroppo non mi è mai riuscito di fare il clown più di tanto, soprattutto parlando di Politica.

   Vediamo di mettercela tutta, almeno adesso e cambiando discorso.

   Anche perché sono io il primo ad aver voglia di sorridere, vista l’aria che tira.

   Vediamo se ci riesco anche senza fare il clown ma raccontandovi un episodio VERO e decisamente boccaccesco della mia infanzia molto irrequieta che sicuramente scandalizzerà qualche frequentatrice del Blog perché più che una memoria personale sembra un romanzetto di Pitigrilli (quando il Porno non era ancora un’Industria).

   Un’unica raccomandazione: Femmine timorate di Dio, non inorridite per la storiella che racconterò, è pulita, molto umana e soprattutto un piccolo quadretto di vita sana vissuto da persone normali e raccontato senza peli sulla lingua.:

… Finalmente quell’anno papà ci aveva potuti portare al mare (1947 d.C.) perché gli avevano affidato la Direzione di una Colonia estiva, se non ricordo male dell’allora Montedison, e, dopo l’immediato dopoguerra, qualche soldino in più cominciava a girare nelle tasche degli italiani sicché il vocabolo “ferie” cominciava a rientrare nel dizionario corrente delle persone.

   Meta: Gabicce Mare! (Oltre Rimini, Riccione, Cesenatico, Cattolica … Riviera Adriatica mon amour).

   Ragazzi che lusso!

   Altro che le crociere a Mauritius! Con i punti premio dell’Esselunga o del LIDL (Le COOP Rosse si stanno organizzando e c’è già un casino di Gente in fila, come per le Primarie del Pd in cui è andata a votare anche molta Gente che col PD  non c’entra nulla … benedetta Politica!)

   Io, allora, sveglio come un grillo, ero sempre in attività sulla spiaggia con la pelle della schiena che mi era diventata ormai nera perché o mi rotolavo su quella calda sabbia dorata o stavo in acqua, e i miei mi lasciavano fare perché in quanto a nuotare, nuotavo come un pesce ed almeno così bruciavo energie e me ne stavo più tranquillo, un po’ più tranquillo insomma, quel che bastava perché non avessi il tempo di combinare altri malanni, da dover riparare, e di cui ero specialista.

   Appena finito di mangiare correvo in spiaggia dove già mi aspettava ufficialmente un gruppetto di coetanei ben guardati a vista da una giovin vedova romagnola, una tata in servizio estivo all’Hotel, una certa Lucianina, che ormai non mi mollava più con lo sguardo da quando aveva scoperto che la piccola Nené, molto maliziosa nonostante si fosse ancora tutti bimbi, con la scusa di giocare a “far lo scivolo”, aspettava che io fossi sdraiato supino sulla sabbia sotto al Capanno, mi si sedeva sopra ginocchioni e si lasciava scivolare in avanti e indietro su di me strusciando con convinzione la sua patatina contro a dove potete ben immaginare senza grossi sforzi di fantasia, e che sbucava birichina da sotto alle mutandine di filo, che sostituivano gli slip del costumino che i suoi non avevano abbastanza denaro per comperarglielo … altri tempi.

   Non è che quelle evoluzioni mi interessassero più di tanto, anche se un certo formicolio era molto gradevole e gradito, perché ben altro era l’obiettivo che in quella situazione catturava ogni mio interesse di piccola peste curiosa.

   Mi riferisco alla Lucianina, a quella fanciulla poco meno che trentenne che al posto delle tette aveva due mongolfiere sode e appuntite ed un paio di fianchi (in romagnolo definiti ”da fazdora”, fatevi spiegare il significato da qualche indigeno) che, volendo e potendo, ci si poteva metter sopra per imparare a nuotare senza salvagente avendo a portata di mano due boe dall’aspetto e dalla massa al massimo rassicuranti.

   Io non perdevo occasione per starle il più vicino possibile a far finta di ascoltare tutto quello che diceva, o anche solo per guardarla quando in silenzio faceva finta di sonnecchiare, ma attenta e vigile per smorzare sul nascere le manovre della piccola Nené, e i miei occhi vagavano, vagavano, vagavano sulle linee di quel corpo che non riuscivo a togliermi di mente e che mi faceva venire i brividi tutte le volte che trovavo una scusa “innocente” per accostarmici appena.

   Di solito Lucianina stava seduta su di una “sdraio” sotto ad un grande capanno ed io mi sdraiavo, prono, pancia in basso, davanti a lei col volto appoggiato sui gomiti che affondavano nella calda sabbia, per non perdermi nulla di quello spettacolo che in quell’orario così caldo mi vedeva spettatore solitario e tanto interessato mentre facevo finta di leggere qualche giornaletto.

   Un giorno mentre la stavo sbirciando di nascosto in mezzo alle gambe, mi sono reso conto che c’era qualcosa di diverso: da un bordo degli slip del costume infatti emergeva come … della pelle, della carne in più …

   Io preoccupatissimo ed anche molto curioso mi avvicinai a lei che forse stava sonnecchiando e le sussurrai in un orecchio che avevo visto quella strana cosa.

   Mi ricordo del suo sobbalzo, e che subito, arrossita violentemente, si alzò di scatto e scappò in cabina per ritornare dopo un pò sulla sdraio sotto all’ombrellone tutta ricomposta come se nulla fosse.

   Quella strana escrescenza era scomparsa, ma io non ero più tranquillo mentre gli adulti, pace per il loro sistema endocrino in stand by postprandiano, stavano pensando a tutt’altro in albergo.

   A quel punto volevo sapere, volevo sapere tutto, DOVEVO sapere tutto, e, visto che non c’era nessun “grande” in vista, iniziai ad assediarla con la mia curiosità mentre gli altri bimbi pensavano solo a giocare a palla, con le biglie di vetro, o col secchiello e la paletta.

   E le chiesi sinceramente preoccupato se “là” si era fatta male per caso, perché io potevo dirlo al mio papà che era medico e che la poteva curare e guarire … (come se mezza vagina al vento fosse una malattia! …. ma io ancora non avevo le idee chiare sull’anatomia di una femmina adulta, anche se qualche sospetto già cominciava a farsi  prepotentemente strada nella mia mente).

   A quel punto lei non sapeva più come contenere la mia invadenza sinché, visto come io stavo insistendo, e come la tenevo d’assedio tra domande ed occhiate sempre più indagatrici, e la mia manina, pur respinta con decisione, che iniziava pericolosamente ad avvicinarsi alla zona di guerra, mi disse che quella che avevo visto era una cosa naturale che hanno tutte le donne, ma che si doveva tenere nascosta perché non “stava bene”… ma cosa non stava bene? Perché? Continuavo a chiedere…

   Se era naturale, che bisogno c’era di nasconderla e vergognarsi?

   Non mi poteva spiegare meglio e farmi vedere bene come stavano le cose?

   Se mi fossi messo un po’ più tranquillo, mi promise che quella sera dopo cena lei mi avrebbe spiegato ogni cosa nella tranquillità della sua stanza lontani da occhi e orecchie indiscrete.

   Siete mai riemersi da dieci metri sott’acqua in un secondo senza decompressione?

   Credo di aver provato il medesimo effetto, ero pronto per la camera iperbarica.

   Fu uno dei giorni più lunghi della mia vita, le ore non passavano più: quella sera, nonostante avessi sempre una fame da lupo non avevo voglia di mangiare nulla ed i miei occhi volavano preoccupati in continuazione al tavolo del ristorante dove era seduta la Regina dei miei pensieri in forzata compagnia di altre due cozze adulte in cravatta di sesso maschile, mi ricordo, due gemelli che cercavano disperatamente ma inutilmente di cuccare con lei ormai da giorni, dopo che l’allegra sposina solitaria che si facevano assieme tutte le notti nella dependance dell’Hotel aveva terminato il suo periodo di ferie e se ne era tornata nella sua nebbiosa città.

   La cosa era sulla bocca di tutti, ma nessun cattivo pensiero da parte mia, anche se ancora non capivo bene cosa significasse l’espressione “farsela”.

   Finalmente Lucianina finì di cenare e si alzò dicendo con voce appena più alta del normale che quella sera si sarebbe ritirata presto nella sua stanza perché non stava troppo bene, non aveva voglia di fare nient’altro e si accomiatò.

   Grande la delusione dei due ganzi di periferia al seguito.

   Non so quanto resistetti ancora seduto alla tavola dei miei, ma poi riuscii a fuggire anche se la frutta non era ancora arrivata e, facendo perdere accuratamente ogni traccia, mi avviai verso quella meta tanto sospirata.

   Col cuore in gola bussai alla porta, sperando che nessuno mi vedesse e lei mi aprì.

   La porta? il ponte levatoio per il Paradiso!

   Indossava un’ampia vestaglia di maglietta nera che anche se la copriva tutta non poteva certo nascondere le sue curve e lasciava immaginare anche senza grossi sforzi di fantasia quei mondi da me ancor troppo poco conosciuti e che mi ricordavano molto da vicino il portafrutta della mia balia, mai dimenticata fors’anche perché campionessa di dimensioni mammarie e produzione di latte materno: otto anni appena compiuti in quei giorni, forse qualcosa in più, non ricordo bene, ed un nodo alla gola, un’emozione profonda che non capivo se fosse di gioia o di paura.

   Nemmeno il pisello aveva ancora osato reagire tanta era l’emozione.

   Lei mi fece sedere sulla sponda del letto accanto a sé e mi prese una mano appoggiandosela delicatamente su una coscia che era esplosa nuda e morbida fuori dalla vestaglia e cominciando a raccontarmi non so più cosa, tanto la mia mente era inchiodata solo in una direzione e la mia attenzione visiva ed emozionale non conosceva altre mete.

   Nemmeno quelle due solide colline che aveva al posto dei seni e che debordavano sempre più paurosamente dalla vestaglia mi interessavano più in quel momento.

   Io dovevo capire una volta per tutte come erano fatte le donne adulte in mezzo alle gambe e forse era giunto il momento.

   Lo era.

  Anche perché lei capì che un fiore si stava aprendo forse un po’ troppo in anticipo, ma la realtà era quella e toccava proprio a lei non deludere le mie prime fantasie erotiche depistandole magari stupidamente invece che andar contro ad ogni convenzione moralistica beghina ed ipocrita a patto di mantenere quella delicatezza con cui avrebbe potuto seminare in me il giusto primo germoglio.

   Si alzò in piedi davanti a me che ero impietrito, aprì lentamente del tutto la vestaglia e si sfilò gli slip ridicolmente piccoli rispetto ai suoi fianchi, per tornar subito a sedersi accanto a me e poi, appoggiata di schiena sui cuscini del letto, contro alla testata, mi tirò a sé e mi prese una mano guidandola con estrema lentezza in mezzo a quelle cosce che da giorni mi stavano facendo impazzire con i loro segreti.

   Ma sempre più conscia e decisa, man mano che i minuti passavano, anche perché qualche giusto dubbio comportamentale che inizialmente l’aveva sicuramente coinvolta in profondità e frenata mettendo a nudo tutti gli automatismi dei blocchi tradizionali, religiosi, mentali, culturali, etici, stava attenuandosi, lasciando spazio ai suoi istinti di madre, femmina, sorella, amica, maestra, amante …

   Le cose infatti, sul filo della logica più naturale, erano cambiate, e lei, proprio per non alimentare altre mie insane curiosità che potevano insorgere in caso di suo diniego, ormai aveva deciso di spiegarmi con dolce calma impersonale ma amorosa ogni cosa, lontana da colpevoli pruriti.

   Infatti con molta femminilità soddisfece le mie naturali curiosità permettendo  alla mia mano incerta di scivolare nei suoi segreti più intimi di cui intanto mi spiegava le forme nascoste, e facendomi intuire con molta delicatezza cosa avrei dovuto fare quando fossi diventato grande anch’io per far felice ogni donna a cui mi fossi accompagnato, e mentre la mia fantasia atterrava finalmente su qualcosa di concreto, le mie mani memorizzavano ogni sensazione tattile per non dimenticarsene mai più.

   Avevo capito PER SEMPRE perché “Donna è bello”, anche se molto solo dal punto di vista teorico in quel momento, ma così, di sicuro, nella mia vita non avrei mai avuto dubbi sulla mia natura (questo lo dico a tante amorose mamme ancora indecise se far giocare il proprio bimbo con la bambola invece che col fucilino che “richiama tanta violenza” e poi, dopo avergli fatto vedere un’ora di cartoni animati dove si dice che non c’è violenza perché non si vede sangue e dove non muore mai nessuno, anche se picchiato come un tamburo, fanno magari anche il bagno nude assieme alla loro prole … innocente … anche se ormai con i peli sul pube già cresciuti da un pò).

   Ma per fortuna sono arrivati i videogiochi e così, finalmente, visto che tanti segreti sono stati rimossi sul nascere, la confusione è totale (le madri possono pensare a shopping e parrucchiera e i padri alla Partita di Calcio senza più venir distratti da tanto impegno) mentre i figli, liberi di grattarsi come e dove vogliono, fanno esperimenti di ogni tipo per conto loro, tutti proiettati verso una cultura di finta libertà che altro non è che una stupida ed incosciente evasione di comodo dalle più elementari regole di partenza verso una sana e positiva vita in comune.

 

SALUTE: MASSAGGI BIS

19 aprile 2012

   Il Post che ho appena scritto sul volto oscuro del Massaggio, oscuro solo perché i suoi messaggi fisiologici “non sono chiari” nel cervello codino dei più e basta, aveva come unico scopo quello di sdrammatizzare questo tipo di terapia (perché altro non è) che per venire eseguita correttamente quasi sempre richiede il contatto manuale dell’operatore con zone del corpo solitamente coperte e protette da indumenti nel corso della vita sociale, quando addirittura non si tratta di zone erogene molto più intime, quindi tabù, almeno sino a che uno le considera tali ed inviolabili ….?!. 

   Ho anche cercato di mettere in evidenza un lato della questione vista dal lato prettamente femminile, quello strano atteggiamento per cui anche la femmina più complessata, la più piena di timori esagerati, inopportuni e gratuiti è anche pronta a fare la fine di Giovanna d’Arco piuttosto che far intravedere i peli della patatina ad un maschio con cui non è ancora entrata in confidenza, diciamo così, mentre davanti ad un’altra appartenente al suo sesso è pronta a mostrarsi come mamma l’ha fatta senza il minimo disagio.

   Questo atteggiamento la porta a considerare questo tipo di intimità come estremamente normale e anche, come fosse la cosa più naturale di questo mondo, a mostrare le proprie parti corporali più intime ed anche a farsele toccare da un’altro essere femmina, anche se dichiaratamente dalle tendenze lesbiche, o senza che esistano precedenti di confidenza reciproca.

   Basta che la cosa sia una di quelle che “rimangono fra donne”…

   Per me maschio questo rimarrà per sempre un mistero.

   Chissà perché, questo comportamento ritenuto direi normale nell’ambito del mondo femminile, a qualsiasi latitudine, non incrina assolutamente quelle sicurezze sulla difesa delle proprie intimità, da difendere sino al sacrificio, che poi sicurezze di che cosa lo sanno solo loro.

   Tempo addietro mi era piombata in casa una bella signora di Roma portatrice di un grave dissesto alla colonna vertebrale, dissesto che l’aveva portata a mantenere posture sbagliate che a loro volta avevano ingenerato contratture, direi critiche, in tutto il busto.

   Dopo un accurato esame posturale mi era stato sufficiente scorrere col palmo delle mani schiena e busto della donna, per capire dove nasceva il problema che, mi spiace dover contraddire chi l’aveva ampiamente messa sotto esami prima di comunicarle tragicamente come al solito che i suoi problemi potevano venir risolti solo chirurgicamente, per me erano tranquillamente risolvibili con manipolazioni di tipo chiroterapeutico e digitopressione mirata in alcune zone.

   La donna, piena di nuove speranze, si è subito caricata di un grande entusiasmo, anche quando le ho detto che l’avrei dovuta toccare e trattare in lungo ed in largo.

   “ … No problem, io sono padrona del mio corpo e so come gestirmelo quando e come voglio”.

   Questa la sua premessa.

   Io però non sono nato ieri, e prima di “toccare” zone “proibite” ho prudentemente cercato di sondare delicatamente il terreno, anche verbalmente mantenendo vivo un dialogo del tipo: … qui senti male? … e frasi del genere anche se ben sapevo dove si trovavano i due punti critici a cui dovevo comunque arrivare prima o poi se volevo raggiungere una soluzione positiva.

   Tutto ha proceduto per il meglio e nel giro di mezz’ora ero già riuscito a sbloccare una delle vertebre incriminate (in zona lombo-sacrale).

   Grande soddisfazione da parte della donna che nel frattempo avevo convinto a farsi trattare in una seduta successiva perché mi sembrava eccessivo insistere troppo in una volta sola su di una colonna vertebrale così messa a dura prova per tanto tempo.

   Ci saremmo dovuti rivedere nel giro di una settimana.

   Non l’ho più né vista né sentita.

   Tramite conoscenze comuni so che è tornata ad avere i disturbi di prima e che frequenta settimanalmente uno Studio Medico dove le fanno delle infiltrazioni (che non servono a nulla), ma lei è contenta così perché ha a che fare con una dottoressa di cui nel frattempo è diventata amica e, come volevasi dimostrare, si sente psicologicamente più sicura.

   Vi potrei giurare che quando era arrivata da me quella volta faceva fatica persino a respirare e quando era uscita dopo un’oretta aveva un altro volto e sentiva la metà dei dolori e dei disturbi per cui aveva cercato il mio aiuto.

   Questo è un caso, ma ce ne sono stati tanti: io ho imparato la lezione e non ci faccio più caso.

   Anche perché non sono poche le donne che ho potuto trattare felicemente sino alla conclusione dei loro problemi e che adesso mi telefonano per chiedermi consiglio anche solo se hanno il raffreddore.

   Che incredibile cassaforte di segreti il cervello umano, vero?

   Peccato che certi atteggiamenti, certe scelte, certi comportamenti non siano figli di una vera coscienza del sé ma ridicoli e scomodi parti spuri di Convenzioni, di tabù religiosi, di moralismi da Grand Hotel …

   Eppure viviamo nel’Era del Grande Fratello le cui scene pateticamente osé ad uso televisivo del grande spettacolo vengono seguite notte e giorno proprio da persone come quella di cui parlavo prima e che forse, nella propria vita non riusciranno mai a diventare adulte, anche in età inesorabilmente avanzata.  

   Non dimenticate però che stavo parlando di massaggi terapeutici, di cose serie, non di quel tipo di sfregamenti sicuramente piacevoli, anche se molto più che spesso approssimativi e improvvisati o anche no, vedete voi … ma che sono comunque tutt’altra cosa.

 

 

   Dio mi punisca se un giorno mai assisterò a un Festival di Sanremo (o a una partita di calcio).

   Sono decenni che questo appuntamento annuale tutto italiano, per poter sopravvivere alla propria inquietante inutilità, e che serve solo a chi vende Musica o presunta tale, si fregia delle trovate più scontate, più deficienti, più borghesi (e questo è l’insulto più pesante che riesco ad immaginare).

   Dal finto tentativo di suicidio in diretta, vedi edizione, anni fa, col Pippo nazionalRAI, al finto scandalo per la farfallina tatuata sullo stupendo inguine di Belén subito seguito dalle “normali” immagini delle abbondanti cosce di qualche cantante che fa vedere zone prossimali alla patatina per distrarre il Pubblico dalle banalità che sta esprimendo a suon di musica.

   Tralascio volutamente di far cenno alle migliaia di finte o presunte provocazioni di cui si è servita negli anni questa manifestazione pur di sopravvivere, solo perché gli spazi di questo Blog sono limitati, fortunatamente per voi.

   Io trovo che di veramente scandaloso in RAI che, non dimentichiamolo, è Tv di Stato, siano certi stipendi, certe ricompense al di fuori da ogni logica di giustizia sociale e democratica, soprattutto considerando certi stipendi da fame “elergiti” a Maestranze interne validissime e sempre disponibili, nonché del riconoscimento di meriti VERI e di CAPACITA’ SUPERIORI, e di cui invece fanno man bassa tutti quelli che riescono a raggiungere certi livelli, dai dirigenti allupati con le mani lunghe su ogni sottana o paio di pantaloni (a seconda dei gusti) che gli passano sotto agli occhi, ad artisti o presunti tali che, tra altri di reale valore, trovano gli spazi che trovano per motivi di tutt’altro genere di quelli riguardanti i loro meriti che poi sono sempre sotto agli occhi impietosi di tutti.

   Mentre non trovo nulla di scandaloso in ciò che ogni tanto mamma RAI chiama a berciare dai suoi schermi tramite l’immagine di sicuro share di un tipo un po’ particolare che una vita fa aveva fondato un “Clan” e già questo la dice molto chiaramente su come funziona la testa di quella persona in questione (che io in gioventù ho ben conosciuto di rimbalzo perché abitava, in Milano, a due passi da casa mia) .

  Se mai è scandaloso l’abuso incontrollato dei congiuntivi e dei condizionali del profeta mediatico in questione, forme lessicali il cui utilizzo evidentemente non ha mai avuto il tempo di approfondire così com’era impegnato a scriver canzoni e canzonette.

   Ma io, ripeto, non ce l’ho su con lui che non dice nulla di nuovo o di sconosciuto, che non offre notizie o esprime concetti non rispondenti a verità o a quanto chiunque con un minimo di cervello da Scuole Elementari può condividere.

   Se mai mi irrita, ma poi non più di tanto, lo scalpore che suscita dicendo certe cose in momenti e in luoghi forse non proprio opportuni, è sempre il discorso su quello che dovrebbe offrire una Tv di Stato, che esige un canone talvolta in cambio solo di merda mediatica, anche se poi tutto si riduce ad una semplice questione economica così vergognosamente gestita per aumentare profitti.

   E poi in fin dei conti, visto che non solo glielo permettono, ma anzi lo pagano pure profumatamente per questo, lui non fa altro che tradurre in parole tutti i pensieri che la Gente normale sente turbinare nel proprio cervello, e di stimoli con l’aria che tira ce ne è a iosa, e che non esprime in chiaro per mille motivi differenti, ma sono tutte cose che sa di già.

   Eppure … questo comportamento da Seconda Elementare fa cassetta.

   Peccato che chi invece dovrebbe prendere in considerazione certe problematiche, spesso e volentieri affermi che certe pignatte non si riesce a scoperchiarle perché mancano i mezzi, mentre invece certi immobilismi sono tali solo perché questa è la volontà di chi gestisce il Potere e gli basta aprire il rubinetto per far scendere solo quanto gli serve personalmente senza limite alcuno.

   Coraggio, è Venerdì ma domani è Sabato e dopodomani Domenica e tutti i vostri problemi rotoleranno nel dimenticatoio inseguendo le sorti incerte di un pallone di cuoio presa a calci su qualche prato del Bel Paese davanti ad una folla osannante e dimentica della trama tragicomica della commedia che sta vivendo assieme a voi.

   Panem atque circenses, è una vita che funziona così, ma se veramente non vi torna qualche conto, allora, SVEGLIAAAAA.