PAESE CHE VAI …

10 aprile 2012

   Anche se la mia vita non è mai stata tranquilla più di tanto, nessuno può affermare che il mio motto non sia stato sempre “vivi e lascia vivere”.

   Sino a che uno ti lascia vivere, però.

   Quindi, da parte mia, estremo rispetto per chi la vede diversamente da come la vedo io, sino a quando però non entra in casa mia e vuole comandare lui.

   Sicuramente la mia vita di Occidentale è improntata a delle convinzioni, a delle linee comportamentali molto differenti da quelle di un Musulmano che io però ho sempre rispettato al massimo, anche “molto da vicino”, permettendomi se mai in cuor mio di mettere in dubbio almeno “teoricamente” la liceità etica di certi comportamenti che proprio cozzano contro le mie convinzioni più radicate, pur sempre mantenendo il beneficio d’inventario che certe cose non mi riguardano personalmente.

   Eppure, anche quando uno, civilmente, ed almeno in teoria, da una posizione di superiorità generica evidente di sistema, si astiene rispettosamente dall’imporre i propri punti di vista, per me rimane inconcepibile che dall’altra parte un altro gli voglia imporre a tutti i costi il proprio modo di vedere utilizzando prepotenza, terrore e violenza.

   Anche ieri mentre il povero Papa predicava Amore e Pace, l’ennesima strage contro a dei Cristiani in qualche parte del Mondo.

   Forse per farci meglio ricordare la Pasqua di Passione.

   Io sono convinto che a livello mondiale non esista in senso temporale una vera escalation di insofferenza religiosa da parte dei Musulmani (in genere) in questi ultimi tempi con le conseguenti apparenti sempre maggiori violenze nei confronti di chi Musulmano non è.

   Penso se mai che quanto apprendiamo quasi quotidianamente e che ci pare aumentare a dismisura, deriva solo da una accelerazione di notizie e della loro sempre più facile (tecnicamente) divulgazione da parte dei Media.

   Di fatto però quasi quotidianamente, appunto, giungono notizie di morti ammazzati con la scusa della “pulizia Religiosa” ma a ben analizzare le motivazioni di tanta ostinazione distruttiva emergono ben altre ragioni come quelle economiche, quelle di enormi interessi politici, di territorio ed anche culturali, storico e bilotico odio razziale compreso.

   Solo che noi, in Occidente, di solito per Cultura intendiamo un qualcosa di superiore, un qualcosa che eleva lo Spirito consentendo una crescita verticale dell’individuo che vuole diventare conscio a 360° della sua collocazione in seno alla Famiglia, al Gruppo, alla Società, davanti a se stesso e a Dio (se ci crede) diventando sempre più positivo nel suo raffronto verso qualsiasi suo simile, altro sesso compreso.

   Non solo, Cultura significa tra tutto il rimanente anche raggiungimento della capacità di assorbire con equilibrio il “diverso”, di perdonare ma senza dimenticare, giusto per non venir presi in giro una seconda volta, di rispondere con la pazienza e superiorità alle provocazioni che in definitiva sono solo una dimostrazione di inferiorità sentita come un qualcosa da celare per autodifesa tramite l’aggressività, la ricerca di un dialogo condivisibile per trovare almeno qualche punto comune d’intesa con tanta, tanta buona volontà e spirito di sacrificio.

   E non sottovalutiamo tra gli altri scogli che emergono prepotenti, come se si trattasse di un corollario di minore importanza, il peso molto pericoloso del Potere assoluto che la tradizione musulmana assegna all’uomo nei confronti della donna ed a cui l’uomo non vuole rinunciare, e non può rinunciare, pena il crollo totale di un mondo intero di consuetudini millenarie e del suo medesimo status nei confronti della Realtà reale identificabile nelle conquiste sociali del terzo millennio, perlomeno dal punto di vista teorico anche se purtroppo ancora da consolidare in tanti paesi dell’Occidente “civile”.

   Potremmo tranquillamente fregarcene tutti di tanta aggressività nei confronti della nostra Immagine Sociale di Occidentali, tanto Africa, Medio Oriente ed Est in genere sono lontani, come è ed è stato in realtà lontano, molto lontano per noi quel maledetto undici Settembre, che ci ha toccati solo di striscio ed al massimo dal punto di vista emotivo.

   In fin dei conti, che facciano quel che vogliono, a casa loro.

   Invece non possiamo, e non certo perché alcuni nostri militi stanno mettendo a rischio la propria pelle lontano da casa cercando di arginare il terrorismo di questa Guerra Santa in nome di un Profeta che c’entra molto poco con le sue vere cause sociali, storiche, politiche, economiche, di conservazione di una Tradizione che non VUOLE crescere, o anche solo di aiutare a sopravvivere dignitosamente chi è cresciuto da quelle parti, ha preso coscienza della Realtà attuale e ripudia ogni forma di integralismo religioso, settario e chiusura sociale.

   Chiusura sociale che fa tanto comodo a chi la esercita mantenendo in vita un sistema dalle logiche dittatoriali e per nulla democratiche in senso allargato ma che fa tanto comodo anche al singolo, nell’ambito del proprio nucleo sociale privato in cui la donna è considerata al pari di un animale ed in cui l’essere umano di sesso maschile è sempre e comunque padrone indiscusso e assoluto, arbitro insindacabile e con pieni poteri di vita o di morte su chiunque faccia parte della sua famiglia composta di figli e di mogli, quante ne vuole.

   Non possiamo più a questo punto far finta di nulla perché molti di coloro che sputano tanto addosso alle nostre Regole, hanno deciso di venire ad abitare a casa nostra perché prima o poi si rendono conto che, dalle loro parti, chi è dissenziente anche nelle cose apparentemente meno “pericolose” per la stabilità del Sistema in cui vive, corre seri pericoli, ma, anche se quando arriva è sempre (o quasi) rispettoso, prima poi riemergono i germogli della cultura in cui è nato e che è in netta contrapposizione con la nostra quando viene “manovrata” da chi vuole solo il conflitto per i soliti motivi di insofferenza.

   Integrazione, bellissimo termine, un programma di Vita degno di qualsiasi saggio, ma più che l’espressione di un concetto che supera qualsiasi ostacolo mi sembra tanto un’araba fenice, araba, appunto.

   Grazie al cielo però intanto il tempo passa e le nuove generazioni hanno imparato a scegliere e come scegliere.

   Questo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme nei timpani di chi invece, cocciutamente avvolto nel suo brnus di pelo di cammello o ben protetto tra le pareti della sua limousine blindata non si vuole rassegnare ad accettare le regole di un mondo umano nuovo, molto più umano del suo, sino almeno a quando la luce non riuscirà ad illuminargli la mente e a fargli capire il vero significato etico della Pace e la gioia di una convivenza pacifica volta solo al progresso e all’elevazione morale e materiale della Specie, in cui non esiste spazio né per la prevaricazione né per la vendetta né per la Morte come ricatto.

   Costa così tanto rispondere ad una mano tesa?