CULTURA, RAZZISMO e …

31 gennaio 2015

cr

Il razzismo è una pietanza molto difficile da evacuare (sì, proprio evacuare con quella parte là del corpo munita di sfinteri, in primis quello anale) dopo averla più o meno digerita.

Oltre che rappresentare una forma istintiva di difesa da tutto ciò che è diverso da noi, rivela anche la sua innata predisposizione ben consolidata in ogni individuo a prescindere dalla sua collocazione sociale o razza in vista della conservazione intatta nel proprio IO di cultura, di onestà intellettiva, dirittura morale e così via, nei confronti del Sistema in cui si è nati e cresciuti, sia condividendone sia opponendosi alle sue Regole ma sempre ben memori di aver “la pelle di quel colore”.

Mi si dirà invece che di gente tollerante se trova ovunque, anche se non proprio a frotte, nei giovani soprattutto, ma a voler sindacare, se si parla di Tolleranza, ciò rivela da parte del “bravo tollerante”sempre una posizione di partenza quasi di donazione, di superiorità condiscendente, verso colui che è ritenuto inferiore.

Anche se poi invece è proprio dei giovani andare contro a tutto e a tutti per principio dimentichi che da lì a qualche anno saranno loro a dover difendere le chiappe dai cosiddetti avanguardisti dell’ultima leva.

Sì, ma se di mezzo ci si infila l’Amore, quel sentimento che può unire esseri di razze, religioni e culture differenti, voi direte, ogni ostacolo viene superato con un batter di ciglio.

Sì, ne convengo io, ma sino a quando l’Amore dura, o meglio sino a quando funziona quella forza che, nella quasi totalità dei casi, tiene legati stretti due individui che si sentono attratti fra di loro (non a caso anche sessualmente) e l’Amore, quell’Amore lì, da solo, proprio Amore assoluto non è poiché una vera simbiosi, la negazione di qualsiasi Razzismo, dovrebbe esser anche frutto del rispetto delle culture reciproche, di tradizioni filtrate con intelligenza, di modo di muoversi rispettosamente nella vita altrui, di convinzioni che non vacillano al primo stormir di foglie, del totale rifiuto di aggiustamenti per convenienza, di connivenze per interesse …

Il superamento del razzismo non può giungere da chi vive cinicamente da baro per portare sempre acqua solo al proprio mulino pronto a voltarsi da un’altra parte non appena raggiunge gli scopi che si è prefissato e chi non gli serve più è libero di andare ad impiccarsi dove preferisce.

E non è che io stia esagerando nei termini perché questo atteggiamento è molto più comune di quanto i benpensanti ben cravattati vogliano riconoscere.

Uscire da una mentalità razzista, come ad esempio la colta e civile Germania di oggi dimostra di non esserci ancora riuscita e di insistere a battere il ferro ormai tiepido ma sempre scomodo nonostante qualcuno le abbia da non molto tempo dimostrato che proprio superiore non era, non è cosa semplice e talvolta è proprio la Cultura stessa, o quella che gli uomini definiscono con quel termine, ad alimentarne la sua pianta ben radicata ma purtroppo infestante.

Alla luce di queste considerazioni e di tante altre analoghe che si potrebbero fare, risulta evidente il movente di fondo, quello principale che tanto condiziona il comportamento umano: altro non è che la ricerca della Conservazione ad ogni costo di quanto si possiede, si può fare e ci si aspetta “con … diritto …” dagli altri.

E’ proprio qui che casca l’asino.

Ditemi quanti personaggi illustri, anche giunti in età sotterrabile, tipo il nostro ex-presidente della Repubblica, rinunciano a mettersi in tasca denaro su denaro che ormai si assomma ad altro accumulato e diventato sterile come chi lo possiede, pur ben sapendo che quando suonerà la “campanella” anche per loro, per i loro mucchietti di ossa, quel che hanno accumulato a discapito in misura indegna rispetto ad altri che fanno fatica a sopravvivere, a nulla gli servirà, nemmeno per pagare il ticket di un posto preferenziale sulla barchetta che li traghetterà in slip e canottiera, e forse nemmeno con quelli verso dove si meritano; speriamo che il Comandante sia uno come Schettino.

Riuscire ad uscire dalla schiavitù di ciò che si è e che si possiede richiede qualcosa in più che semplice Cultura, intelligenza, etc.

Non a caso di Santi come Francesco ne girano pochi nella Storia dell’Umanità, eppure ci vorrebbe così poco per capire il senso dei veri Valori.

E pensare che chi vi sta parlando vive circondato da oggetti colmi di ricordi, di raccolte di ceramiche, minerali, conchiglie, fossili, libri e oggetti d’arte e tante altre cose belle anche se di valore più affettivo che intrinseco, commerciale …

Ve lo giuro, dovessi adesso stesso abbandonare tutto quanto raccolto nel corso di una vita vissuta “curiosamente” riducendomi ad una qualsiasi situazione di dignitosa semplicità, non credo proprio che ne soffrirei più di tanto perché quanto mi circonda, almeno quando sono lontano dalla Civiltà e dai suoi gadget, è più che sufficiente per mantenere vivi e positivi i miei equilibri.

Lo so che non ci credete, ma non importa, così, comunque, è.

C’ERAVAMOTANTOAMATI …

16 ottobre 2013

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Il Mondo intero sta cambiando in continuazione e ha infilato una china che proprio non condivido perché ogni logica e potenza di traino paiono condizionata solo da interessi personali o di parte e che tutti, di ogni colore, razza, capacità intellettive, cultura e livello sociale, siano orizzontati in quel senso.

Come diceva un Presidente che non ho mai amato … io non ci sto, anche se le cose a cui quel signore diceva di non volerci stare … no comment.

E dato che non ci sto e che personalmente, io, povero bipede socio politicamente e intellettualmente anomalo, posso fare ben poco tranne che berciare come un clown che ti fa ridere ma che lo ascolti poco, mi piglio una pausa responsabile e mi ritiro sulla sponda del fiume sempre più gonfio e veloce per vedere come va a finire, almeno sino a quando non andrò a mangiare l’insalata dalla parte delle radici.

Anche perché ho la netta sensazione che questo Blog, per come lo ho condotto e per quel che mi ero prefissato, abbia esaurito la sua stagione, che stia parlando una lingua in disuso, che stia raccontando di albe di pura fantasia, quindi lo chiudo prima che inizi a puzzare, a meno che qualche irriducibile non mi venga a strattonare con motivazioni veramente valide.

Cosa che, qualora si verificasse, richiederebbe, statene pur certi, parecchi cambiamenti, anche di tipo gestionale, finalmente adatti ad una società che ti valuta essenzialmente leggendo il prezzo sul cartellino.

Rimango comunque sempre disponibile a rispondere a chiunque abbia da chiedermi qualcosa, la mia mail è sempre quella.

Grazie per l’assiduità con cui mi siete venuti a leggere, un numero con parecchi zeri, una quantità di presenze veramente inaspettata, ma è giunto il momento che cerchiate qualcosa maggiormente al passo con questi tempi in cui è rimasto troppo poco tempo (e voglia) per pensare, in cui, come sul Pc quando sbagli, basta tirarci sopra una riga, battendo “cancel” e ripartire da capo senza sentire il bisogno di capire l’origine dei propri errori e soprattutto senza temere le conseguenze, in cui l’esperienza è spesso ritenuta una malattia più noiosa delle emorroidi ed una forca caudina talmente invisa (e sostanzialmente temuta) che non si fa che girarglisi attorno e tutto facendo finta di non rendersi conto che l’Italia è ormai miseramente crollata per colpa di pochi ma anche un po’ per colpa di tutti …

Saluto questi tutti, belli e brutti … bye bye so long e permettetemi di firmarmi questa volta con caratteri “maiuscoli”, vostro

 

CURL il RICCIO.

 

   Il sottoscritto è un cercatore di funghi accanito e riesce a trovarli anche dove è appena passata l’Armata Brancaleone distruggendo metà territorio.  

   Visto che campione nella foto, una mia creatura, una mia preda, e non è la sola credetemi, in mano a mia moglie?

   Chi mi conosce, soprattutto in una certa località dell’Alta Val Camonica, dove da lustri si chiedono come io riesca sempre a portarne a casa un cesto pieno, belli e freschi, sia che non sia la stagione giusta, che non piova da settimane, sia che i Saggi del Paese affermino che non è “la Luna giusta” e che quindi “angh’gné mia” (non ce n’è) come dicono da quelle parti dove si sono mischiati DNA di Unni, Visigoti, Longobardi e di tutti i selvaggi delle invasioni barbariche provenienti da Nord in tempi antichi.

   (Un’altra volta vi racconto questa storia veramente intrigante).

   Lì sanno con certezza che non millanto alcun credito di credibilità e si mordono pure la punta dei gomiti più che per l’invidia, più che altro per il motivo che io che sono un Bir (un estraneo, uno straniero) conosco il territorio meglio di loro.

   Questo per dire che trovar funghi, soprattutto porcini e pure di taglie inconsuete, per me è una vera passione, un’Arte, una specie di sposalizio con la Natura consenziente che mi premia e ripaga ripetutamente ormai dal almeno 30anni anche per come la rispetto e per come percorro quelle sue montagne ancora incredibilmente poco invase dal turismo di massa, sempre rigorosamente da solo, in silenzio e a “piè leggero” per non spostar la terra del fondo nelle mie uscite.

   Ma come per ogni regola, esistono delle eccezioni, tipo quando dopo che mi ha angosciato con le sue richieste anche con un anno di anticipo, mi porto dietro quel “qualcuno” così insistente e lo accompagno pure nei miei posti più impensati e ricchi di bottino solo a patto che raccolga i frutti della Natura seguendo le mie stesse avvertenze che da sempre mi fanno trovare nei medesimi posti gli stessi oggetti del desiderio.

   Qualche anno fa, il proprietario di un bell’Agriturismo dell’entroterra Ligure, avendo visto alcune mie foto pubblicitarie finite in Rete, mi ha contattato e proposto di mettere assieme del materiale iconografico per pubblicizzare il suo buen retiro.

   Ho accolto il suo invito anche se senza grossi entusiasmi poiché quello non era un tipo di riprese e di foto che mi accendevano fantasia e creatività, ma la pappa è pappa e mai dire mai.

   A lavoro terminato, molto felicemente invero, ho ricevuto il gradito invito a rimanere lì ospite “in vacanza” per una settimana e veramente sono stato trattato come non avrei mai immaginato soprattutto per l’aspetto culinario della permanenza in loco mia e di mia moglie che come sempre mi faceva da assistente.

  Ogni giorno una specialità differente in tavola sino al Gran Finale di una cena luculliana totalmente a base di funghi porcini.

   Io DI REGOLA, di funghi, personalmente, ne colgo molti ma ne mangio molto pochi e soprattutto SOLO quelli che raccolgo io, ma quello che mi era stato offerto in quell’occasione era un vero trofeo, e dato che ormai si era a fine Ottobre, stagione magica per i cercatori di funghi più accaniti, mi sono subito interessato sulla provenienza di tanto ben di Dio.

   Tutto merito del solito omino locale che per arrotondare il misero stipendio di camallo nel porto di Genova vendeva ai ristoranti di zona i funghi che trovava sui monti circostanti rubandosi ore di sonno e di riposo.

   Non potevo lasciarmi scappare un’occasione del genere, poiché si trattava di porcini prevalentemente di castagno, Boletus Aureus detto anche Bronzino, che per me erano inconsueti visto che le mie zone di caccia sono da sempre dai 1800 metri ai 2100, quindi tipiche per il Boletus Edulis e del Boletus Pinicola (quello a carne bianchissima ed elastica e testa marrone scurissimo quasi vellutato) che nascono nel bosco di pino o di abete o addirittura simbionti delle radici centenarie dell’erica, nelle ampie distese di altura vicine a dove inizia la roccia nuda delle cime dei monti e la vegetazione arborea diventa estremamente rada.

   Infatti chiesi al mio cliente di farmi contattare da quell’individuo che molto gentilmente la mattina dopo venne a trovarmi probabilmente pensando che volessi solo acquistargli dei funghi, freschi o ben essicati.

    MA io subito gli chiesi senza girarci attorno troppo, e per lui c’era la garanzia che poi da quelle parti non ci sarei più tornato, se era disposto a portarmi a fare “un giro” nelle sue “riserve personali di caccia micologica” non tanto per raccoglierne quanto per capire il comportamento dell’habitat che in quel caso mi era del tutto sconosciuto.

   Subito vidi l’imbarazzo negli occhi dell’uomo … che subito ha avanzato le sue riserve … non era più la luna giusta, eravamo un po’ fuori stagione per quella zona, e tante altre scuse di mestiere che già conoscevo a memoria.

  Ma io ero pronto a fargli un’offerta incredibile: gli avrei pagato TUTTI i funghi che avremmo trovato, COMPRESI quelli che avrei trovato io!, al prezzo che lui avrebbe deciso  e che io non avrei discusso ma con la clausola che chiaramente poi me li sarei portati tutti a casa io.

   Ci avrebbe pensato e l’indomani mi avrebbe dato una risposta.

   Credo che quella notte né lui, né la moglie hanno dormito pensando a quanto potevano realizzare economicamente dalla mia proposta pur rimanendo frenati dalla solita e ben nota ansia di non far mai conoscere a nessuno le fungaie conosciute e mai rivelate talvolta nemmeno ai proprio figli … così è ….

   Ma la mattina dopo, anche se non ne ero proprio convinto e  il mio cliente albergatore mi aveva preparato ad un possibilissimo rifiuto, mentre facevo colazione, lo vidi arrivare nella sua sgualcita tuta blu, e lui, con poche parole, da Ligure purosangue, mi disse con un tono che non ammetteva deroghe: … Questa notte si parte alle tre e mezzo perché bisogna essere in un certo posto in mezzo alle montagne prima dell’alba se no i porcini che nascono in una certa scarpata non si possono più vedere tanto si mimetizzano cromaticamente sul loro fondo … prendere o lasciare.

   Io non battei ciglio, il miracolo si era compiuto, metà guerra l’avevo vinta e finalmente avevo trovato colui che mi avrebbe insegnato come scoprire nel loro habitat quel tipo di Boleti che sanno spesso nascondersi e rendersi veramente invisibili anche per un occhio esperto.

   La mattina dopo … più che altro, la notte stessa, insomma, dopo il trillo di una sveglia anteguerra che ha svegliato di soprassalto tutti gli abitanti dell’Agrriturismo, partenza quasi alle quattro nel buio più pesto di una notte senza stelle né Luna, aveva anche piovuto e appena siamo usciti dalla Statale ed abbiamo imboccato una strada sterrata di montagna piena di fango la mia povera BMW a 6cilindri arrancava disperatamente tra ogni difficoltà su di essa come un motoscafo in mezzo ai flutti di una discarica.

   Ma alla fine riuscimmo ad arrivare in quel posto magico e ci mettemmo ad aspettare le prime luci mentre l’omino con la moglie al seguito, la Rosetta, ben stivalata e agguerritissima anche lei, mi spiegava come avrei dovuto cercare e di stare attento come avrebbe fatto lui.

   Anche perché le parole sono parole e ancora non si era reso conto praticamente delle mie capacità di “cercatore” se no, forse mi avrebbe rifiutato il favore.

   Davanti a me io vedevo nell’oscurità solo come una discesa di terriccio ghiaioso, tipo residuo di slavina, che saliva per un paio di centinaia di metri, senz’ombra di alberi che rimanevano tutti ai lati di questo canalone, poi ecco i primi raggi di sole, rosso arancio come il fuoco e i due che partivano strisciando verso l’alto con la pancia raso terra …. ecco, eccone uno, due, un altro, un altro, là , forza dobbiamo esser lassù in alto almeno entro dieci minuti …  se no non li vediamo più …?!

   Cominciavo a trovarli anch’io, tutti piccoli, ma mica tanto, mezz’etto ognuno, rotondi, interrati all’inverosimile con una cappella rosso-marrone-nera ed un gambo panciuto candido, la cappella appena imbiancata dalla pruina opaca dell’addiaccio notturno …

   Ne avremo trovata una quarantina, poi improvvisamente il cielo si è fatto più chiaro, la luce più bianca e se ne avremo trovati ancora cinque o sei sarà stato tanto.

   Non si riusciva più a distinguerli dal terreno da cui spuntava solo la parte centrale della cappella …

   Comunque era stato un inizio imprevisto ma molto positivo e più che gradito.

   Già allontanandoci da quel luogo ci spostavamo addentrandoci per boschi sino a quando un richiamo: … fermo!, vieni qui, corri!

   Io non vedevo nulla, mi sembrava di essere un bimbo stupido  all’asilo.

   Ma come, non li vedi? No, non vedo nulla … Ma sono tre e grossi … belìn, come fai a non vederli?

   Allora mi chinai appena un po’ sulle ginocchia ed ecco il miracolo, mi ero messo alla stessa altezza degli occhi del mio maestro occasionale e li avevo visti: stupendi!

   Tutti coperti di foglie ingiallite e di terra … e mimetizzati e mascherati dalla natura circostante, almeno un chilo di preda.

   Iniziavo a capire …

   Poi altre fungaie, altre caratteristiche particolari, zona per zona, il mio sacco da montagna era ormai quasi pieno, loro avevano due gerle, quelle che dalle nostre parti chiamano “brente” e servono per caricare sulle spalle fieno o foglie secche per le stalle … quasi piene ormai pure loro, la giornata era volata come in un soffio.

  Io cominciavo a fare mentalmente i conti di quanto mi sarebbe costato il giochino, ma ero felice ed il tempo era passato mentre imparavo una lezione veramente rara e raccoglievo funghi sempre più autonomamente e trovando anche con la fantasia, una volta capito l’habitat, esemplari di tutto rispetto e nei posti più impensati.

   La giornata era finita, l’adrenalina era stata così alta che alle quattro del pomeriggio avevamo mangiato solo un panino e un frutto ma non ci eravamo nemmeno accorti di aver fame, io non mi ero nemmeno fermato er riposare un istante.

   La giornata era conclusa, il bottino fantastico, io ero felice perché avevo appreso un infinità di cose veramente non di dominio comune e quel che più avevo gradito era stato che NON AVEVAMO INCONTRATO NESSUN ALTRO CERCATORE nel corso di tutta quell’escursione.

  Solo il fremito delle foglie e il profumo dei boschi.

  Rientrati alla base, abbiamo messo assieme tutto “il raccolto”, fatto mille foto dei nostri trofei dopo averli puliti sommariamente, e io mi stavo preparando ad iniziare a pesarli sotto gli occhi divertiti dell’albergatore che era venuto a godersi la scena, veramente notevole, quando Gigeto, il mio maestro fungaiolo, mi disse: … un momento.

  E iniziò a togliere dal mucchio tutti i funghi che nel trasporto si erano un po’ rovinati, quelli che appena raccolti avevano i tubuli gialli ma che col passare delle ore erano diventati verdastri, lasciandomi praticamente SOLO tutti gli esemplari perfetti … quasi 25 chili !!!!!

   A quel punto, commosso da tanta onestà e correttezza gli ho pagato quel che dovevo, aggiungendo una piccola “mancia” per la Roseta che era stata tanto carina e gentile anche lei e ci siamo salutati.

   Io sarei partito l’indomani sera.

   Ma la mattina dopo, un po’ sul tardi perché mi ero voluto riposare bene dopo la vera sfacchinata fatta, quando sono sceso ho trovato la Roseta che mi aspettava e che mi diceva che non potevo partire in giornata perché quella sera io e mia moglie eravamo invitati a cena da loro e tutto era già pronto quindi non ci potevamo rifiutare.

   Stupiti e increduli di tanta ospitalità, anche se quello che quelle due stupende persone semplici avevano guadagnato con noi gli aveva tolto qualche ruga dai loro volti di popolani con cui la Vita non scherzava proprio, e quindi era logico aspettarsi un piccolo strappo alla tradizionale durezza ligure, la sera ci siamo presentati con un mazzo di fiori per la Roseta che credo se ne sia visti dedicati in tutta la vita solo il giorno lontano del loro matrimonio.

   Una casa piccola piccola vicino alla Ferrovia, su di un piccolo poggiolo, piccola come quella dei puffi, si entrava da una grande cucina piena di mille cose, e si intuiva che dietro ad una tenda c’era solo la stanza da letto ed il piccolo bagno, tutto vecchio ma pulito e in dignitoso ordine che di più non si poteva, e una porta finestra da cui si accedeva su di un piccolo terrazzino quadrato coperto da un bersò di vecchio ferro arrugginito coperto da una vite con tanti grappoli d’uva non ancora maturi.

   Lì sotto, una tavola imbandita su di una tovaglia candida ed attorno a quel piccolo tavolo quadrato due sedie e … il sedile momentaneamente tolto dalla “Due cavalli” del Gigeto che non aveva altre sedie in casa da mettere a disposizione.           

   Una cena incredibile a base tutta di funghi cotti in ogni maniera, tutti i funghi che non mi avevano voluto vendere ritenendoli da doversi consumare velocemente, senza fargli prendere il caldo di un ulteriore trasporto, e alla fine della cena, una bottiglia di Sciacchetrà di quello che non si trova in nessun esercizio commerciale.

   Mentre mia moglie e la Roseta si facevano delle confidenze di tipo famigliare come se fossero state vecchie amiche, il Gigeto, ormai scatenato, sarà stato anche merito dello Sciacchetrà, mi completava il quadro delle sue tecniche di ricerca più personali e probabilmente mai raccontate a nessuno.

   Ci siamo salutati affettuosamente a notte fonda come si fosse vecchi amici che non si volevano separare e oggi, ancora a distanza di tempo, ricordandomi dei volti puliti di Gigeto e Roseta, soprattutto quando vedo comparire sugli schermi televisivi, certe facce compunte, impostate e perfettine, mi viene da provare tanta pena per quella gente che è costituzionalmente impedita dal proprio DNA a generare situazioni UMANE vere, senza doppi scopi, serene ed appaganti, al di sopra di Livelli Sociali, Cultura, Valori Estetici, CONVENZIONI, schiava com’è delle politiche della propria insensibilità formale di comodo.

PAESE CHE VAI …

10 aprile 2012

   Anche se la mia vita non è mai stata tranquilla più di tanto, nessuno può affermare che il mio motto non sia stato sempre “vivi e lascia vivere”.

   Sino a che uno ti lascia vivere, però.

   Quindi, da parte mia, estremo rispetto per chi la vede diversamente da come la vedo io, sino a quando però non entra in casa mia e vuole comandare lui.

   Sicuramente la mia vita di Occidentale è improntata a delle convinzioni, a delle linee comportamentali molto differenti da quelle di un Musulmano che io però ho sempre rispettato al massimo, anche “molto da vicino”, permettendomi se mai in cuor mio di mettere in dubbio almeno “teoricamente” la liceità etica di certi comportamenti che proprio cozzano contro le mie convinzioni più radicate, pur sempre mantenendo il beneficio d’inventario che certe cose non mi riguardano personalmente.

   Eppure, anche quando uno, civilmente, ed almeno in teoria, da una posizione di superiorità generica evidente di sistema, si astiene rispettosamente dall’imporre i propri punti di vista, per me rimane inconcepibile che dall’altra parte un altro gli voglia imporre a tutti i costi il proprio modo di vedere utilizzando prepotenza, terrore e violenza.

   Anche ieri mentre il povero Papa predicava Amore e Pace, l’ennesima strage contro a dei Cristiani in qualche parte del Mondo.

   Forse per farci meglio ricordare la Pasqua di Passione.

   Io sono convinto che a livello mondiale non esista in senso temporale una vera escalation di insofferenza religiosa da parte dei Musulmani (in genere) in questi ultimi tempi con le conseguenti apparenti sempre maggiori violenze nei confronti di chi Musulmano non è.

   Penso se mai che quanto apprendiamo quasi quotidianamente e che ci pare aumentare a dismisura, deriva solo da una accelerazione di notizie e della loro sempre più facile (tecnicamente) divulgazione da parte dei Media.

   Di fatto però quasi quotidianamente, appunto, giungono notizie di morti ammazzati con la scusa della “pulizia Religiosa” ma a ben analizzare le motivazioni di tanta ostinazione distruttiva emergono ben altre ragioni come quelle economiche, quelle di enormi interessi politici, di territorio ed anche culturali, storico e bilotico odio razziale compreso.

   Solo che noi, in Occidente, di solito per Cultura intendiamo un qualcosa di superiore, un qualcosa che eleva lo Spirito consentendo una crescita verticale dell’individuo che vuole diventare conscio a 360° della sua collocazione in seno alla Famiglia, al Gruppo, alla Società, davanti a se stesso e a Dio (se ci crede) diventando sempre più positivo nel suo raffronto verso qualsiasi suo simile, altro sesso compreso.

   Non solo, Cultura significa tra tutto il rimanente anche raggiungimento della capacità di assorbire con equilibrio il “diverso”, di perdonare ma senza dimenticare, giusto per non venir presi in giro una seconda volta, di rispondere con la pazienza e superiorità alle provocazioni che in definitiva sono solo una dimostrazione di inferiorità sentita come un qualcosa da celare per autodifesa tramite l’aggressività, la ricerca di un dialogo condivisibile per trovare almeno qualche punto comune d’intesa con tanta, tanta buona volontà e spirito di sacrificio.

   E non sottovalutiamo tra gli altri scogli che emergono prepotenti, come se si trattasse di un corollario di minore importanza, il peso molto pericoloso del Potere assoluto che la tradizione musulmana assegna all’uomo nei confronti della donna ed a cui l’uomo non vuole rinunciare, e non può rinunciare, pena il crollo totale di un mondo intero di consuetudini millenarie e del suo medesimo status nei confronti della Realtà reale identificabile nelle conquiste sociali del terzo millennio, perlomeno dal punto di vista teorico anche se purtroppo ancora da consolidare in tanti paesi dell’Occidente “civile”.

   Potremmo tranquillamente fregarcene tutti di tanta aggressività nei confronti della nostra Immagine Sociale di Occidentali, tanto Africa, Medio Oriente ed Est in genere sono lontani, come è ed è stato in realtà lontano, molto lontano per noi quel maledetto undici Settembre, che ci ha toccati solo di striscio ed al massimo dal punto di vista emotivo.

   In fin dei conti, che facciano quel che vogliono, a casa loro.

   Invece non possiamo, e non certo perché alcuni nostri militi stanno mettendo a rischio la propria pelle lontano da casa cercando di arginare il terrorismo di questa Guerra Santa in nome di un Profeta che c’entra molto poco con le sue vere cause sociali, storiche, politiche, economiche, di conservazione di una Tradizione che non VUOLE crescere, o anche solo di aiutare a sopravvivere dignitosamente chi è cresciuto da quelle parti, ha preso coscienza della Realtà attuale e ripudia ogni forma di integralismo religioso, settario e chiusura sociale.

   Chiusura sociale che fa tanto comodo a chi la esercita mantenendo in vita un sistema dalle logiche dittatoriali e per nulla democratiche in senso allargato ma che fa tanto comodo anche al singolo, nell’ambito del proprio nucleo sociale privato in cui la donna è considerata al pari di un animale ed in cui l’essere umano di sesso maschile è sempre e comunque padrone indiscusso e assoluto, arbitro insindacabile e con pieni poteri di vita o di morte su chiunque faccia parte della sua famiglia composta di figli e di mogli, quante ne vuole.

   Non possiamo più a questo punto far finta di nulla perché molti di coloro che sputano tanto addosso alle nostre Regole, hanno deciso di venire ad abitare a casa nostra perché prima o poi si rendono conto che, dalle loro parti, chi è dissenziente anche nelle cose apparentemente meno “pericolose” per la stabilità del Sistema in cui vive, corre seri pericoli, ma, anche se quando arriva è sempre (o quasi) rispettoso, prima poi riemergono i germogli della cultura in cui è nato e che è in netta contrapposizione con la nostra quando viene “manovrata” da chi vuole solo il conflitto per i soliti motivi di insofferenza.

   Integrazione, bellissimo termine, un programma di Vita degno di qualsiasi saggio, ma più che l’espressione di un concetto che supera qualsiasi ostacolo mi sembra tanto un’araba fenice, araba, appunto.

   Grazie al cielo però intanto il tempo passa e le nuove generazioni hanno imparato a scegliere e come scegliere.

   Questo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme nei timpani di chi invece, cocciutamente avvolto nel suo brnus di pelo di cammello o ben protetto tra le pareti della sua limousine blindata non si vuole rassegnare ad accettare le regole di un mondo umano nuovo, molto più umano del suo, sino almeno a quando la luce non riuscirà ad illuminargli la mente e a fargli capire il vero significato etico della Pace e la gioia di una convivenza pacifica volta solo al progresso e all’elevazione morale e materiale della Specie, in cui non esiste spazio né per la prevaricazione né per la vendetta né per la Morte come ricatto.

   Costa così tanto rispondere ad una mano tesa?

 

 

   Uno dei nuovi orientamenti in Psicopedagogia Infantile è rappresentato dalla decisione cosciente (incosciente) e ben determinata di molti genitori, tutori, di troppi insegnanti “moderni”, di “NON VOLER INSEGNARE” il concetto di Obbedienza sin dai primi anni di età, come se si trattasse di un Virus tipo AIDS.

   Il tutto in osservanza delle teorie mai dimostrate di quella frangia di Scuola di Psicologia Comportamentalista che si batte per l’ottenimento dell’indipendenza e dell’autodeterminazione, quindi assolutamente contraria all’Obbedienza dovuta come obbligo, anche quando sarebbe saggio, una questione di Fiducia  di base, e sino dai primi giorni di vita di qualsiasi individuo appena uscito dal ventre materno (o paterno, ormai non si capisce più bene) insomma come parlare ad un cinese in bergamasco pensando di avere trasmesso concetti perfettamente comprensibili.

   L’Obbedienza, così viene ipotizzato, viene vista come pericoloso condizionamento nei confronti della Psiche dei bimbi in fase di crescita, un qualcosa che lascia relegato ad altri piuttosto che a se stessi qualsiasi tipo di decisione o responsabilità, il tutto al fine di privarli molto negativamente sin sul nascere, di ogni stimolo ad affrontare in un immediato futuro  con le proprie forze tutte le prove che la Vita ci obbliga a dover gestire.

   E’ sicuramente una nuova visione del metodo per gettare in una mente vergine le “basi” della Coscienza.

   Anche una nuova visione di un Mondo in cui si può vivere senza dover mai rendere conto a nessuno delle proprie azioni, se non dei propri pensieri.

   Realtà o Fantasia?

   Obbedire a chi, insomma, se ciò può limitare i confini del nostro orticello che possiamo spingere ad Alfa Centauri se lo vogliamo, senza chiedere il permesso a nessuno e senza pagare corrispettivi e dazi di alcun tipo o valore?

   Ma potersi affrancare da un progetto di Obbedienza volendo arbitrariamente disobbedire in Coscienza a certe Regole che sono un fondamento della vita di gruppo, presuppone Conoscenza, il più globale possibile se la si vuol motivare, o no?

   A partire da quando poi, da un anno, due, tre anni di vita?

   Non sarà mica allora questa la vera e moderna Libertà di Spirito da costruire, quella della Coscienza senza Conoscenza, quella improvvisata con click del mouse sul Pc collegato in Rete, che non richiede più, a monte, una seria edificazione nel tempo e col sacrificio, con l’impegno personale, di un bagaglio di nozioni vitali?

   Di sicuro gli Spiriti Liberi adulti e maturi e che si sono già fatti una visione a 360° della vita, da soli o in compagnia, sanno conservarsi tali anche se imprigionati da catene più grandi di loro, vincoli che per quanto aggressivi non riusciranno mai a condizionarli nella loro natura di esseri, vivaddio, superiori, ma questo è un altro discorso.

   E questi non sono né menù da Pizzeria all’angolo, né biada per chiunque.

   L’Obbedienza, si afferma, non serve è sufficiente farsi pilotare dalla propria Coscienza … (occhio, stiamo parlando di esseri umani a partire da 2, 3 o 4 anni di età … quando molti piccoli si fanno ancora pipì e cacca addosso … e non possiedono ancora nemmeno la conoscenza e la padronanza del corpo in cui vivono… come se tutti gli adulti ci fossero riusciti  tramite processi di vita automatici e scontati…)

   A me sembra che iniziative di questo tipo, decisamente inconsuete, “moderne”, vadano benissimo tranne che per un unico limite operativo: l’Età, perché un bimbo che ha appena imparato ad esprimersi a parole e sta timidamente rivelando le prime sfaccettature del proprio carattere non può assolutamente essere in grado di gestire autonomamente la realtà del Mondo che lo circonda e che ha iniziato a coinvolgerlo nei suoi ritmi di vita sociale molto poco “delicati” anche se l’adulto che lo sta allevando con queste new entry, da furbo, pensa, giusto per attuare positivamente questo metodo, di offrirgli più possibilità di scelta, sempre per dargli una sensazione di Libertà di autodeterminazione, ma in realtà ben “pilotate” e comunque all’interno di un recinto ben preciso che però è solo quello del proprio modo di vedere la vita, anche il più egocentrico ed egoista, non importa, basta che altri non mettano naso.

   Risultato sarà che il bimbo si convincerà nel suo intimo che le sue capacità non hanno limiti e che non è costretto a rispettare il volere altrui anche se questi, il furbo di turno, lo avrà solo portato a fare una scelta ben inquadrata e dlimitata tra le soluzioni da lui preprogrammate.

   Ma da un punto di vista psicologico e formativo verrà a trovarsi nelle medesime condizioni di quegli psicolabili che vanno a vedere un Gran Premio Automobilistico, si gasano per un paio d’ore durante il suo svolgimento e poi quando tutto è finito e stanno tornando a casa sulla loro Bianchina alla Fantozzi, schiacciano l’acceleratore pensando che sia quello della Ferrari e finiscono per farsi e fare del male anche ad altri andando inevitabilmente a sbattere.

   Anche perché i piccoli sono come spugne e assorbono qualsiasi stimolo esterno, qualsiasi messaggio, qualsiasi comportamento, buono o cattivo che sia: un bimbo rimane indifeso per molti anni, è Natura, ma intanto osserva e cerca di emulare e bisogna insegnargli a rispettare quelle Regole che poi esistono anche a tutela dei suoi stessi interessi.

   La Libertà è un traguardo, non uno strumento da utilizzare a proprio piacimento, se mai una condizione necessaria per molti a cui manca ancora qualche scalino nella scala della crescita.

   Saper obbedire significa anche, all’occorrenza, avere la garanzia di poter ricevere protezione senza trovarsi tra i piedi troppi ostacoli, guai a chi gli toglie la possibilità di crescere secondo direttive corrette, cablate e collaudate da un’ampia e valida esperienza.

   Le Regole, i famosi “paletti”.

   Se mai, fargli capire a chi può e deve dar retta, a chi deve concedere la propria fiducia, ma non secondo i suoi criteri di scelta di piscione immaturo facilmente plagiabile.

   Un Genitore, un Educatore, non possono poi ABUSARE mai del concetto: “cresciamo assieme”, loro dovrebbero esser già ampiamente cresciuti, al limite, essendo così permissivi, dimostrano solo il loro timore celato e inconfessato di perdere l’affetto e la stima dei loro piccoli: gravissimo errore di valutazione e figlio di insicurezze mai superate !

   L’amore di un figlio non scaturisce da queste piccinerie.

   I figli più amorosi sono di solito i figli di Puttana, senza offesa per le Professioniste appena citate.

   In poche parole un piccolo, mentre inizia a fare le sue esperienze, ha bisogno di uno Spirito Guida, sia esso quello della Madre o del Padre, o di chi in quel momento ne fa le veci e che tra l’altro, per Legge, deve rispondere personalmente sul piano Sociale sino alla maggiore età dei piccoli affidati in termini di responsabilità assoluta.

   E questi hanno quindi il Dovere di non creare strani finti Limbi nati solo dai loro complessi e dalle loro scorie mentali.

   Messo e non concesso che il sistema a cui accennavo abbia dei lati positivi contro ad ogni aspettativa dettata dalla Tradizione, dalle esperienze personali, la risultante non potrà però che essere quella di allevare un essere incentivandolo a diventare egocentrico, presuntuoso, superbo, convinto di essere il Signor Iosotutto, e quel che è più grave sicuramente incapace di mettersi a confronto con i suoi simili, di reagire nel modo corretto quando poi si troverà inevitabilmente contro a chi è più grosso il doppio di lui, la pensa in un altro modo e col suo “peso” gliela farà veder lui, con le buone o con le cattive, oppure, nel rimanente dei casi, crescerà in un mondo molto poco reale tutto suo e sempre pronto a prevaricare scorrettamente chi non la pensa come lui, anzi, della cosa non gliene potrà mai fregar di meno.

   Se fate una piccola ricerca sul concetto di Obbedienza, vedrete che subito il discorso scivola sulle sue attinenze con le logiche comportamentali della vita Religiosa, in cui l’Obbedienza stessa è uno dei cardini principali del Sistema oltre che rappresentare una forma di Rispetto nei confronti di chi volenti o nolenti, ci è superiore di Grado, di Cultura, di Intelligenza, di capacità.

   Ricordate le condizioni di vita durante la Naja (per chi l’ha fatta)?

   Anche senza bisogno di essere stati a Fort Apaches in quel di Macomer, Sardegna, chiunque ne sa qualcosa in quanto a scuola di coercizione, rispetto coatto, imposizioni apparentemente assurde, obbedienza pronta, cieca, assoluta, dura, molto dura, ma altamente formativa nei confronti della solidità interiore di un adolescente che sta diventando uomo e che nella vita non dovrà indossare il Tutù rosa come abito quotidiano, anche se alla mamma magari piacerebbe tanto.

   Non dimentichiamolo mai: senza stress, senza Dolore non v’è crescita.

   E quindi potete anche capire l’origine di tanta avversione, per questioni di principio, a voler far capire ad un minore, da parte di molte persone nate o diventate insofferenti di qualsiasi forma di Ordine, anche per questioni di credo politico o antireligioso, l’importanza di un gesto che non significa necessariamente sottomissione coatta ma accondiscimento sempre più cosciente e partecipe nei confronti di chi sa di più, di chi è più capace, di chi sa come gestire ogni situazione critica, o quasi, e guarda caso anche di rispetto nei confronti di chi si è assunto delle precise responsabilità nei suoi confronti.

   A me personalmente non interessa capire se ciò sia giusto o meno, ma di fatto, saper obbedire, saper rinunciare alle urla del proprio Io che chiama Libertà solo il proprio comodo, che acconsente ad ascoltare solo le ragioni dei propri punti di vista, è un vera prova di forza e di maturità che va costruita con pazienza, con amore e col dialogo perché si può imparare ad obbedire non perché si sia stati costretti ma perché si è stati aiutati a comprendere, soprattutto con l’esempio e con la dolcezza, che si trattava della decisione più saggia il cui significato e la cui portata in quel momento forse ci sfuggivano a causa della nostra esperienza ancora troppo sottile.

   E i bimbi hanno gli occhi molto acuti, sanno discernere quale linea sia da seguire preferenzialmente e si rendono perfettamente conto del loro ruolo e di quello di coloro che possono anche ritenere necessario di doverli tenere per mano molto saldamente senza cedere su concessioni inutili ed altamente diseducative.

   E poi, lo si vede persino in tanti adulti, anche ora che siamo nel 2012, che si può trascorrere (pagando, s’intende, sempre pagando) una settimana di ferie nello spazio in orbita attorno alla Terra, e c’è gratuitamente al nostro servizio la Cultura del Computer, delle info usa e getta della Rete, di tante presunte posizioni “di coscienza” civile, politica, sindacale … quanta gente riesce a guardare attorno a sé ma riuscendo a “vedere” a 360°?

   Anche senza Facebook o Twitter?

   Avanti Signori, venghino venghino, più gente entra, più bestie si vedono.

 

 

Una delle differenze fondamentali tra Uomini e Animali, per la fortuna della loro dignità, è che gli Animali non mentono.

Forse non tanto perché non ne sono capaci, quanto perché non ne hanno bisogno.

E poi, se e quando le bestie simulano, non mentono, simulano sempre e solo per questioni di Legittima Difesa o per la Conservazione della Specie, vedi quanto riguarda i sistemi per procacciarsi cibo o per non diventarlo loro stessi, quindi non per millantare crediti immeritati.

Soprattutto, a differenza degli Esseri Umani, non fanno della Menzogna una professione specializzata e finalizzata a fregare il prossimo per sistema.

Anche perché loro non sono in grado di confondere Denaro e Politica col Potere.

Nel Mondo Animale la Leadership è solo la logica e doverosa conseguenza della maggiore potenza naturale di un individuo nei confronti degli altri che occupano il Territorio attorno a lui, in quanto spetterà a lui e solo a lui difendere e proteggere il suo Branco anche a rischio della propria incolumità.

Ma senza coltello in tasca, senza la Scorpion sotto al giubbotto od un socio che lo attende per strada col motore ben acceso e su di giri per scappare appena compiuto il suo Gesto.

Il povero Macho con la coda, a differenza dell’Homo Sapiens, si accontenta tutto sommato di ben poco, ovverosia del diritto di prelazione sulle attenzioni delle femmine del Gruppo.

Osservate in profondità ciò che Vi viene quotidianamente ammannito dai Sistemi di Informazione, di Disinformazione o di Informazione Controllata (chiamateli come volete) loro sono Maestri della Convinzione.

Con la scusa di proporre “Fiction” di cassetta, i Media, i nuovi Profeti, vomitano in continuazione prodotti audiovisivi che di regola ben poco hanno a che fare con la Realtà vera, ed esprimono situazioni che depistano le capacità di comprensione, valutazione ed autogestione psicologica dell’Uomo della Strada facendogli credere di poter toccare il cielo con un dito, cioè  tramutando l’impossibile in possibile ed offrendogli soluzioni di pura fantasia che la realtà giornaliera bastonerà senza pietà.

Tutto è cablato, spettacolarizzato e preconfezionato, dalle “parolacce” agli eventi strappacuore, a certe “gare” che devono dare la sensazione che esiste sempre un Deus ex machina che ti può risolvere ogni situazione, tipo l”Arrivano i Nostri” dei vecchi Film di Cow Boy.

E purtroppo viene gestita così anche la Cronaca finendo immancabilmente per titillare la fantasia di troppi psicolabili.

Solo che ora si sta veramente giocando con l’impossibile, i messaggi che trasudano dallo schermo del Tv ancor prima che da qualche pagina stampata, creano confusioni assurde soprattutto nella mente di chi già ha le idee poco chiare nei confronti della pura Realtà.

Anche solo per un fatto di scarsa Cultura, primo baluardo di ogni mente saggia.

Infatti ogni tanto qualcuno spicca il salto dalla finestra del quarantesimo piano convinto di poter volare come un uccello.

Effettivamente uccello lo è, ma in un altro senso.

La linea di confine tra Mondo reale e Mondo virtuale viene abilmente manipolata anche per offrire spazi vitali ad un Mercato sempre più ampio e a Prodotti che raramente mantengono le promesse con cui sono stati pubblicizzati.

Il lato più grave della faccenda è che la Gente, abituata ormai a questo stato di cose, accetta per lo più passivamente le conseguenze di tante menzogne e tende a non ribellarsi nemmeno più anche quando è stata presa in giro più o meno amabilmente e se ne è pure vagamente accorta.

Anzi, direi che la Società se le va addirittura a cercare certe palle spaziali e sembra che senza di esse non riesca più a sopravvivere.

E’ l’Era del Grande Fratello, dell’Isola dei Famosi, del Milionario, dei Telegiornali e dei Talk Show, del Superenalotto … dimenticavo, come sempre, anche delle partite di Calcio.

E’ il Festival delle grandi declamazioni gratuite, degli inni ai Massimi Sistemi Teorici, dei Valori Universali sviolinati con quella ben calcolata approssimazione, che consente di non sbilanciarsi troppo nelle promesse sui metodi e sulle tempistiche che verranno poi applicate, anche se poi il Reuccio “democraticamente eletto a maggioranza” e sulla fiducia dalla sua Comunità viene portato in trionfo ancor prima che abbia dimostrato cosa realmente è in grado di fare.

Terrificante accorgersi col senno di poi che lui è un omino piccolo così, che vive mangiando, defecando e fornicando come ogni altro suo simile senza alcun altro valore aggiunto tranne un portafogli a fisarmonica (pieno) a differenza di tutti gli altri.

E anche che dice bugie più grandi dei tacchi che porta alle scarpe per sembrare più alto.