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Girovagando in Rete per vedere quanti perdono il loro tempo per venirmi a leggere, ho scoperto la interessante pubblicità di un sito molto seguito che ha utilizzato in prima pagina la parte di una mia elaborazione grafica dell’anatomia del cervello pubblicata in un mio post.

Nessun problema di copyright, anzi, sono contento che sia servita anche ad altri.

Si tratta del Blog di un professionista che afferma di saper insegnare a sprogrammare correttamente il proprio cervello da output indesiderati e a riprogrammarlo a seconda di quanto più si preferisce per affrontare la vita quotidiana con nuova forza ed entusiasmo nonché per ottenere risultati sorprendenti coinvolgendo a proprio vantaggio il mondo circostante così spesso negativo ed apparentemente sordo e immune da qualsiasi influenza esterna.

Nulla di nuovo sotto a sole, questa è la storia di una ricerca vecchia quanto l’uomo, perlomeno da quando questo bipede in posizione eretta ha iniziato a riconoscere la propria immagine riflessa da uno specchio d’acqua o da altra superficie riflettente (guardate che non è uno scherzo) solo che più passano secoli e millenni, le zone più periferiche del nostro cervello che si sono evolute e continuano ad evolversi, più creano veri e propri ostacoli frapponendo a quelle originarie e ataviche come l’Istinto di Conservazione, l’attività della Ragione che molto più spesso di quanto non si pensi è un vero e proprio ostacolo nei confronti delle nostre capacità attive e reattive.

E pensare che già da millenni gli antichi cultori di Arti Marziali in Oriente avevano avuto questa intuizione ed i loro insegnamenti tenevano bene in conto le nostre capacità di reagire al meglio “ad istinto” una volta ben addestrate opportunamente a questo scopo prima che la ragione inizi a porre i suoi dubbi esistenziali facendo da freno più che da calmiere.

Chiaro che addestrarsi come ho appena descritto e che richiede pazienza e determinazione, presume un’infinita onestà di fondo dal punto di vista intellettuale, sociale ed umano da parte di chi intraprende questo non facile cammino perché il risultato porta a sviluppare capacità individuali che mal gestite possono anche essere socialmente pericolose grazie alle forze interiori che sviluppano.

Oggi invece che si vuole tutto bene e velocemente, si ritiene che, partendo dal presupposto che il nostro cervello non è disponibile 24 ore su 24 nella medesima misura, i messaggi, in primis quelli pubblicitari, vanno ripetuti in continuazione seguendo il principio che una rosa di pallini ha più facilità di colpire un passero di passaggio rispetto ad una pallottola sola.

Ci sono però forme mentis “anomale” come la mia, che ad esempio per ricordare non ha bisogno di imparare le cose a memoria ma le è “sufficiente” capire una volta sola per non scordare più, e che sottoposte ad un martellamento di questo genere autogenerano una forma di autodifesa totale che si manifesta nella totale ripulsa del messaggio propinato.

In quel Sito, in poche parole, viene proposto un sistema che vuole sostituire un condizionamento (quello della Società e della Storia) con un altro molto personale e personalizzato “ad usum delfini” e questo, chiaramente, non mi può trovare proprio d’accordo poiché non intravedo nessuna vera compartecipazione personale profondamente cosciente in tutto il processo proposto e in più il tutto viene proposto come prodotto preconfezionato, un po’ quel che sta maledettamente succedendo con i giocattoli o pseudogiocattoli che attivano sempre più l’interesse dei nostri cuccioli (play station, telefonini, tablet …) e che noi, incoscientemente gli proponiamo in esclusiva pure orgogliosi di come li sanno gestire …

Cosa succede poi se gli si tolgono le batterie o la presa della corrente o i soldini di mammà e paà o chi ne fa le veci per le ricariche?

Un punto di questo sistema su cui invece mi trovo d’accordo è l’utilizzo di suoni o musiche in background che in effetti, è scientificamente provato, aprono delle vere e proprie porte del nostro animo e della nostra mente.

Non dimenticate che noi siamo fatti di acqua per una percentuale molto vicina al 100% e basterebbe conoscere gli studi di Masaru Emoto per capire come si comporta l’acqua in modo estremamente differenziato a seconda dei suoni che vengono trasmessi in contemporanea, mentre la temperatura si abbassa verso lo zero.

Ora, per moda, si parla di ”Effetto Mozart” e di suoni o musiche che con la loro emissione creano mutazioni nell’ambiente aereo in cui viviamo emettendo vere e proprie radiazioni o se preferite oscillazioni attraverso l’Etere che vengono così trasmesse senza alcun apparente legame fisico alle molecole, agli atomi, alle infinitesimali forme di Energia che formano i nostri corpi influendo in bene o meno bene sui nostri equilibri più intimi.

Figurarsi quel che accade nel nostro corpo, sino in profondità nei meandri del nostro cervello, il nostro computer centrale … quando viene sottoposto ad emissioni sonore dalle lunghezze d’onda più diversificate mentre le assorbe reagendo sia chimicamente sia fisicamente.

Provate a vedere come ve la potreste vedere con i vostri nervi dopo mezz’ora di musica Tecno o di Mozart oppure di silenzio assoluto … io che vado spesso sottoterra in miniera ho le idee molto chiare in merito, soprattutto sugli effetti del silenzio totale.

Ma allora, certi cervelli in passato come quello di Leonardo o Galileo come hanno fatto a raggiungere tali vette se non hanno avuto occasione di ascoltare, che so io, il concerto in Re Maggiore per due pianoforti di Mozart o altre emissioni d’onda sofisticate, e poi compiere quei salti culturali, anche emotivi e quindi comportamentali che li hanno portati a parlare una lingua nuova per tutta l’Umanità: pensateci un po’ sopra.

Evidentemente non è così semplice codificare totalmente certi processi autoliberatori della nostra mente estremamente legata a tradizioni, religione, culture, vizi mentali, egoismi, inclinazioni istintive … come qualcuno afferma di aver ottenuto anche se il suo petto è ricoperto di medaglie.

Esistono segreti biologici che nonostante il Progresso e la Tecnologia ancora non sono ancora stati totalmente decodificati, e non sarà certo un procedimento di autoipnosi soft a dire la parola nuova che ci renderà dei Superman anche se sicuramente rivelerà i suoi buoni effetti sulle menti più deboli o momentaneamente provate che comunque prima di riuscire a dire qualcosa in modo veramente autonomo … di strada ne avrebbero comunque moltissima da fare.

Quando io invito a fare autotraining da me guidato coloro che vengono a farsi trattare da me per i più svariati motivi, in effetti spesso ma non sempre utilizzo un brano musicale creato da un vero specialista americano in Musicoterapia, brano creato fuori da qualsiasi sfera commerciale e donato a pochi fortunati come il sottoscritto, brano che ha la capacità di “imprigionare” i ritmi respiratori cadenzandoli nel modo più giusto per abbassare innanzi tutto il ritmo cardiaco e per creare il livello di concentrazione necessario ad esempio per eseguire “solo mentalmente” tutti i movimenti corporei che io richiedo facendo rammentare alla coscienza attiva quel che solo il cervello ricorda in silenzio, o per rilassarsi completamente, o per ricordarsi di quel che ormai è sfuggito dal nostro controllo cosciente e che funziona solo grazie alla nostra attività cerebrale più sommersa tipo certe funzioni vitali come lo stesso respiro, oppure per riuscire a vincere tutti quegli stimoli masochistici che ci spingono a farci del male dando retta solo alla parte più fragile ed egoista del nostro animo … ma mi fermo qui, si tratta di processi complessi, sempre differenti da persona a persona e non è il caso di far finta di dare la solita regoletta (insufficiente) che poi uno si mette ad eseguire credendo di aver capito come la cosa funziona.

Io so solo che solo facendo eseguire questi esercizi sono persino riuscito a far scomparire del tutto una blefarite definita cronica ed incurabile da fior di medici.

Ma non sono stato io a realizzare questo traguardo, il merito va tutto a chi si è fatto guidare ed a cui ho progressivamente insegnato a gestirsi da solo ogni giorno di più ascoltando non tanto le mie parole quanto ciò che il suo organismo gli stava disperatamente chiedendo.

Sarà proprio meglio che mi fermi qui, sappiate solo che ho impiegato degli anni, tanti, per giungere al mio attuale stadio di coscienza e proprio iniziando questo lavoro una vita fa ripetendo all’infinito, come in una preghiera, i Katà che il mio Maestro mi aveva insegnato, sino a quando mi sono ritrovato capace di svolgerli alla perfezione anche solo mentalmente, decisione, ordine, disponibilità, tenacia … il resto ha iniziato a venire da sé anche nelle cose normali della vita quotidiana in cui ero io e non l’inconscio a comandare.

 

   Sere fa, facendo zapping, sono capitato su di un canale televisivo in cui si proiettava uno strano film che parlava di una guerra contemporanea altrettanto strana, ambientata in Oriente, credo in Iraq, e di truppe americane impegnate secondo criteri non convenzionali dal punto di vista militare, film con tanto di Mr. Clooney incredibilmente selezionato come protagonista (“incredibilmente” considerati il suo volto e la sua mimica che ti fanno aspettare di più un bel romanzetto rosa e di cassetta).

   Alla base si parlava di militari particolarmente dotati di capacità sensitive e ancor più particolarmente addestrati in previsione di compiti impossibili da risolvere “normalmente” compiti in cui le reazioni in caso di pericolo o di totale minoranza di forze non possono venir risolti se non tramite un’aggressività ed una capacità analitica delle situazioni degne di un’altra dimensione in cui forza e razionalità glaciale sono gadget (indispensabili) al servizio della parte più antica del cervello umano, quella che viene definita “cervello rettiliano”.

   Il tutto in allegra compagnia di capacità extrasensoriali a cui di solito nessuno crede mentre si tratta di casi verificabili anche se rarissimi, quindi NON IMPOSSIBILI, e permettetemi di avere le idee molto chiare in merito.

   Non a caso nel film venivano spesso usati scenograficamente termini che ricordavano molto da vicino le storie di “Guerre Stellari”.

   Sino a qui, una favolona più o meno bella, con una trama sicuramente poco credibile per un Pubblico normale, ricca di effetti speciali, paesaggi stupendi (almeno per me che ho lasciato una fetta del mio cuore in mezzo alle dune del Sahara) e così via.

   Tutto questo però sino ad un certo punto in cui il personaggio interpretato da Clooney, pronuncia prima una frase e poco dopo un’altra con dei riferimenti tanto ben precisi quanto inaspettati, che, da vecchio yawaradoka, mi hanno immediatamente messo sull’attenti svegliandomi dal normale torpore generato dalla televisione, perché venivano nominate due cose che per chi non si è mai addentrato seriamente e a fondo nella Cultura delle Arti Marziali (limitandosi a diventare anche bravissimo nelle’esecuzione delle tecniche delle varie discipline) è pura fantasia e nulla più, un po’ come il resto di quel film, mentre invece sono state nominate cose che fanno parte di una Realtà i cui cultori VERI sulla faccia di questa terra sono veramente pochi.

   Incredibile dictu, venivano nominati il “tocco” dei punti vitali del corpo umano, quei punti che possono generare morte fisica anche a distanza di tempo a seconda del punto toccato, dell’ora giornaliera in cui si compie l’atto e dell’interfacciamento con i bioritmi dell’avversario, e i sempre altrettanto poco famosi (per fortuna) Dim Mak.

   Questo in un’era in cui tutti sanno tutto, e quel che non sanno c’è Internet che glielo spiega, sentir tirare in ballo, per quel che ne so io, un’unica rara volta coram populo questi termini che richiamano l’essenza di quel che si può incredibilmente ottenere con le Arti Marziali più pure e incontaminate, senza stare a sfrigolarsi il cervello se sia più marziale AIKIDO o BAGUAZHANG o CANARIAN STICK o FIGHTING o CAPOEIRA o CHA RON RYU o COUNG NIU o HAP KI DO o HISING YI CH’UAN o HWA RANG DO o JAIDO o JUDO o JU JITSU o KAIUKEMBO o KALI ESCRIMA ARLIS o KALINDI LYI o KARATE o KENDO o KENJUTSU o KENPO o KEMPO KARATE o KOBU-DO o KRAW MAGA o KUNG FU o KYUDO o LAAMB (LOTTA SENEGALESE) o LIUHE BAFA o LOTTA DELLA NUBA (SUDAN) o LUA o MASSAI (LOTTA AFRICANA – KENIA) MOO DO o MUAI THAI o NINJUTSU o PA KUA CHANG o SAMBO o SAVATE o SCHERMA ZULU’ (LOTTA SUDAFRICANA) o SUAI CHIAO o SILAT o SUMO o TAEK WON DO o T’HAI ‘I QUAN o WING CHUN WING TSUN o WUJI QUAN …

   Sicuramente un caso unico anche perché era stato espressamente vietato dal Governo Giapponese di parlare dei DIM MAK sino a qualche decennio fa, sicuramente sino a che non era stata restituita gran parte dei Sacri Testi dell’Arte che riportavano studi vecchi di secoli, e che erano stati trafugati dai Russi che ne avevano fatto perdere traccia durante l’ultimo conflitto.

   L’Arte dei DIM MAK, Arte Marziale per antonomasia e pericolosissima dal punto di vista delle capacità offensive, ma anche Scuola di Pensiero parecchio sofisticata, che richiede competenze anatomiche specialistiche nonché, oltre ad un serrato allenamento fisico e psichico, una collaudata capacità ad entrare in autoipnosi per elaborare le sue tecniche utilizzando anche questo stato psicofisico che consente di immagazzinare a livello istintuale capacità infallibili per eseguire gesti “giusti” senza dover ricorre agli inevitabili “ritardi temporali” delle elaborazioni razionali, tipo un paio di secondi contro ad un millesimo di secondo.

   E chi si è trovato in situazioni veramente critiche, sa molto bene di cosa sto parlando, se non altro per salvare la pellaccia.

   Un particolare tipo di coscienza, di allenamento e tecniche che richiedono capacità istintuali ed automatizzate ad un punto tale che non possono essere raggiunte da chiunque e quindi tantomeno del primo ragazzino anche volonteroso che arriva in palestra.

   Probabilmente un pò vi ho incuriosito e forse è meglio non andar oltre solleticando la fantasia di “quelli sbagliati”, perché quando un uomo si rende conto che le sue prime insostituibili armi sono cervello (nella parte istintuale, il Sistema Parasimpatico) e poi occhi e voce, per il resto bastano anche solo due o tre dita, ma nel frattempo ha imparato a servirsene al 100%, è molto difficile che questa persona rimanga popolare a lungo, troppo pericolosa, e non per colpa sua.

   Perché con lui, anche se lui ha imparato nel frattempo anche ad essere estremamente tollerante, se si è in cerca di grane serie, c’è poco da scherzare, in tutti i sensi, anche con una pistola col colpo in canna in mano.