vortice-157638 copia

Girovagando in Rete per vedere quanti perdono il loro tempo per venirmi a leggere, ho scoperto la interessante pubblicità di un sito molto seguito che ha utilizzato in prima pagina la parte di una mia elaborazione grafica dell’anatomia del cervello pubblicata in un mio post.

Nessun problema di copyright, anzi, sono contento che sia servita anche ad altri.

Si tratta del Blog di un professionista che afferma di saper insegnare a sprogrammare correttamente il proprio cervello da output indesiderati e a riprogrammarlo a seconda di quanto più si preferisce per affrontare la vita quotidiana con nuova forza ed entusiasmo nonché per ottenere risultati sorprendenti coinvolgendo a proprio vantaggio il mondo circostante così spesso negativo ed apparentemente sordo e immune da qualsiasi influenza esterna.

Nulla di nuovo sotto a sole, questa è la storia di una ricerca vecchia quanto l’uomo, perlomeno da quando questo bipede in posizione eretta ha iniziato a riconoscere la propria immagine riflessa da uno specchio d’acqua o da altra superficie riflettente (guardate che non è uno scherzo) solo che più passano secoli e millenni, le zone più periferiche del nostro cervello che si sono evolute e continuano ad evolversi, più creano veri e propri ostacoli frapponendo a quelle originarie e ataviche come l’Istinto di Conservazione, l’attività della Ragione che molto più spesso di quanto non si pensi è un vero e proprio ostacolo nei confronti delle nostre capacità attive e reattive.

E pensare che già da millenni gli antichi cultori di Arti Marziali in Oriente avevano avuto questa intuizione ed i loro insegnamenti tenevano bene in conto le nostre capacità di reagire al meglio “ad istinto” una volta ben addestrate opportunamente a questo scopo prima che la ragione inizi a porre i suoi dubbi esistenziali facendo da freno più che da calmiere.

Chiaro che addestrarsi come ho appena descritto e che richiede pazienza e determinazione, presume un’infinita onestà di fondo dal punto di vista intellettuale, sociale ed umano da parte di chi intraprende questo non facile cammino perché il risultato porta a sviluppare capacità individuali che mal gestite possono anche essere socialmente pericolose grazie alle forze interiori che sviluppano.

Oggi invece che si vuole tutto bene e velocemente, si ritiene che, partendo dal presupposto che il nostro cervello non è disponibile 24 ore su 24 nella medesima misura, i messaggi, in primis quelli pubblicitari, vanno ripetuti in continuazione seguendo il principio che una rosa di pallini ha più facilità di colpire un passero di passaggio rispetto ad una pallottola sola.

Ci sono però forme mentis “anomale” come la mia, che ad esempio per ricordare non ha bisogno di imparare le cose a memoria ma le è “sufficiente” capire una volta sola per non scordare più, e che sottoposte ad un martellamento di questo genere autogenerano una forma di autodifesa totale che si manifesta nella totale ripulsa del messaggio propinato.

In quel Sito, in poche parole, viene proposto un sistema che vuole sostituire un condizionamento (quello della Società e della Storia) con un altro molto personale e personalizzato “ad usum delfini” e questo, chiaramente, non mi può trovare proprio d’accordo poiché non intravedo nessuna vera compartecipazione personale profondamente cosciente in tutto il processo proposto e in più il tutto viene proposto come prodotto preconfezionato, un po’ quel che sta maledettamente succedendo con i giocattoli o pseudogiocattoli che attivano sempre più l’interesse dei nostri cuccioli (play station, telefonini, tablet …) e che noi, incoscientemente gli proponiamo in esclusiva pure orgogliosi di come li sanno gestire …

Cosa succede poi se gli si tolgono le batterie o la presa della corrente o i soldini di mammà e paà o chi ne fa le veci per le ricariche?

Un punto di questo sistema su cui invece mi trovo d’accordo è l’utilizzo di suoni o musiche in background che in effetti, è scientificamente provato, aprono delle vere e proprie porte del nostro animo e della nostra mente.

Non dimenticate che noi siamo fatti di acqua per una percentuale molto vicina al 100% e basterebbe conoscere gli studi di Masaru Emoto per capire come si comporta l’acqua in modo estremamente differenziato a seconda dei suoni che vengono trasmessi in contemporanea, mentre la temperatura si abbassa verso lo zero.

Ora, per moda, si parla di ”Effetto Mozart” e di suoni o musiche che con la loro emissione creano mutazioni nell’ambiente aereo in cui viviamo emettendo vere e proprie radiazioni o se preferite oscillazioni attraverso l’Etere che vengono così trasmesse senza alcun apparente legame fisico alle molecole, agli atomi, alle infinitesimali forme di Energia che formano i nostri corpi influendo in bene o meno bene sui nostri equilibri più intimi.

Figurarsi quel che accade nel nostro corpo, sino in profondità nei meandri del nostro cervello, il nostro computer centrale … quando viene sottoposto ad emissioni sonore dalle lunghezze d’onda più diversificate mentre le assorbe reagendo sia chimicamente sia fisicamente.

Provate a vedere come ve la potreste vedere con i vostri nervi dopo mezz’ora di musica Tecno o di Mozart oppure di silenzio assoluto … io che vado spesso sottoterra in miniera ho le idee molto chiare in merito, soprattutto sugli effetti del silenzio totale.

Ma allora, certi cervelli in passato come quello di Leonardo o Galileo come hanno fatto a raggiungere tali vette se non hanno avuto occasione di ascoltare, che so io, il concerto in Re Maggiore per due pianoforti di Mozart o altre emissioni d’onda sofisticate, e poi compiere quei salti culturali, anche emotivi e quindi comportamentali che li hanno portati a parlare una lingua nuova per tutta l’Umanità: pensateci un po’ sopra.

Evidentemente non è così semplice codificare totalmente certi processi autoliberatori della nostra mente estremamente legata a tradizioni, religione, culture, vizi mentali, egoismi, inclinazioni istintive … come qualcuno afferma di aver ottenuto anche se il suo petto è ricoperto di medaglie.

Esistono segreti biologici che nonostante il Progresso e la Tecnologia ancora non sono ancora stati totalmente decodificati, e non sarà certo un procedimento di autoipnosi soft a dire la parola nuova che ci renderà dei Superman anche se sicuramente rivelerà i suoi buoni effetti sulle menti più deboli o momentaneamente provate che comunque prima di riuscire a dire qualcosa in modo veramente autonomo … di strada ne avrebbero comunque moltissima da fare.

Quando io invito a fare autotraining da me guidato coloro che vengono a farsi trattare da me per i più svariati motivi, in effetti spesso ma non sempre utilizzo un brano musicale creato da un vero specialista americano in Musicoterapia, brano creato fuori da qualsiasi sfera commerciale e donato a pochi fortunati come il sottoscritto, brano che ha la capacità di “imprigionare” i ritmi respiratori cadenzandoli nel modo più giusto per abbassare innanzi tutto il ritmo cardiaco e per creare il livello di concentrazione necessario ad esempio per eseguire “solo mentalmente” tutti i movimenti corporei che io richiedo facendo rammentare alla coscienza attiva quel che solo il cervello ricorda in silenzio, o per rilassarsi completamente, o per ricordarsi di quel che ormai è sfuggito dal nostro controllo cosciente e che funziona solo grazie alla nostra attività cerebrale più sommersa tipo certe funzioni vitali come lo stesso respiro, oppure per riuscire a vincere tutti quegli stimoli masochistici che ci spingono a farci del male dando retta solo alla parte più fragile ed egoista del nostro animo … ma mi fermo qui, si tratta di processi complessi, sempre differenti da persona a persona e non è il caso di far finta di dare la solita regoletta (insufficiente) che poi uno si mette ad eseguire credendo di aver capito come la cosa funziona.

Io so solo che solo facendo eseguire questi esercizi sono persino riuscito a far scomparire del tutto una blefarite definita cronica ed incurabile da fior di medici.

Ma non sono stato io a realizzare questo traguardo, il merito va tutto a chi si è fatto guidare ed a cui ho progressivamente insegnato a gestirsi da solo ogni giorno di più ascoltando non tanto le mie parole quanto ciò che il suo organismo gli stava disperatamente chiedendo.

Sarà proprio meglio che mi fermi qui, sappiate solo che ho impiegato degli anni, tanti, per giungere al mio attuale stadio di coscienza e proprio iniziando questo lavoro una vita fa ripetendo all’infinito, come in una preghiera, i Katà che il mio Maestro mi aveva insegnato, sino a quando mi sono ritrovato capace di svolgerli alla perfezione anche solo mentalmente, decisione, ordine, disponibilità, tenacia … il resto ha iniziato a venire da sé anche nelle cose normali della vita quotidiana in cui ero io e non l’inconscio a comandare.

body

Quando capii che le Arti Marziali si praticano più col cervello che col corpo, mi resi conto e non solo teoricamente che solo “esercitando delle leve” potevo aver ragione di avversari ben più potenti di me, iniziai anche a capire che per far ciò avrei avuto bisogno di conoscere a fondo il mio corpo per mantenere gli equilibri necessari e per sfruttare al massimo ogni mia fibra muscolare.

E fu così che sotto la sapiente guida del mio primo Maestro, anni e anni addietro, iniziai non senza le prime difficoltà a esercitarmi con questo obiettivo e quindi praticando anche tutta una serie di “sforzi statici” molto controllati soprattutto nelle posture oltre che nelle tensioni che erano l’unico vero veicolo adatto ad individuare e quindi a controllare ogni mia fibra, ogni articolazione del mio corpo.
Riuscire a poter utilizzare al meglio in ogni istante della quotidianità il proprio organismo anche se non si possiede un fisico da stunt man, è il frutto di una paziente selezione fisico mentale che al momento giusto potrà attivare in automatico, cioè istintivamente ma soprattutto correttamente, ogni articolazione, ogni muscolo, per svolgere una funzione determinata senza movimenti goffi e legati, ed al massimo delle loro possibile efficienza.
Fra i primi insegnamenti delle Arti Marziali è preponderante quello relativo a saper cadere per terra senza procurarsi danni e sa Dio quante volte mi hanno fatto rotolare per terra partendo da ogni posizione stando in piedi, quelle più innaturali comprese, o sotto spinte destabilizzanti create ad artificio.
Nel corso della mia non breve vita ha distrutto (chiaramente non volendolo) una Honda Four, due Suzuki Enduro, una Yamaha, due Africa Twin (una nel Sahara), e per ultima una fantastica BMW 1150 GS, ma ora sono in pensione anche con le due ruote se no mia moglie chiede il divorzio (per mia colpa), eppure con tutti i “voli” che ho fatto, e sono veramente tanti, alcuni pure spettacolari, non mi sono mai fatto neppure un graffio.
Credetemi, tutto merito del saper volare, atterrare, rotolare via senza creare attriti … basta che il tuo corpo sappia istintivamente raggomitolarsi quando è più opportuno in posizione fetale lasciando del tutto decontratta la muscolatura non interessata a questa funzione.
Provare per credere.
Ma tornando a noi, a quel processo di individuazione e selezione di cui sto parlando, mi si chiederà a cosa poi possa servire tutto ciò quando magari si vive casa, ufficio, casa, letto, casa TV, partita di Calcio …
E’ solo una questione di orizzonti mentali più o meno disponibili ad essere aperti e pronti a quanto ci può capitare in qualsiasi momento, gli antichi Romani dicevano saggiamente: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace prepara una guerra …)
Di sicuro se la Salute è un problema, soprattutto quando si inizia ad essere meno giovani, una buona conoscenza di come funziona la nostra macchina corpo può aiutare positivamente in una percentuale molto elevata di problemi apparentemente risolvibili solo con l’intervento del solito Medico nel 999 x 1000 dei casi,.
Il bravissimo medico che come al solito comincerà col prescrivere esami su esami per poi dirci alla fine del girotondo che è proprio vero che abbiamo quel disturbo, che sentiamo male, che abbiamo dei problemi (veramente gravi solo nel 10% dei casi) e poi … e poi è meglio che mi cucia la bocca.
Il nostro corpo è una macchina meravigliosa, estremamente complessa, dotata di protezioni naturali di ogni tipo e di livello elevato, almeno sino a quando non ci impegniamo, come accade sempre più spesso, a far disastri con vizi, stravizi o anche solo per stupida ignoranza: vi sembra quindi così peregrina l’idea di volerlo conoscere a fondo?
Vi mettereste alla guida di un jet pensando che vi è sufficiente la Patente B?
E allora che fare?
Bella domanda, ma non è questa la sede più adatta per rispondere, la soluzione, in quanto ad impegno individuale, non è simile ad una delle tante “strisciate” che fate quasi sempre onanisticamente ogni giorno sul Tablet o sul Telefonino.
L’impegno richiesto è decisamente superiore.

CUORE VS CERVELLO

15 luglio 2014

h

Sino a qualche tempo fa ero profondamente convinto che la scintilla di Energia che dà quotidianamente alito di Vita al nostro corpo fisico risiedesse ben protetta all’interno della scatola cranica tra i meandri della nostra attivissima materia grigia, magari proprio all’interno di ipofisi od epifisi.

Poi, un bel giorno, una persona a me molto cara, fu colpita da ictus irreversibile e, data l’età avanzata, con mia gran disperazione, non fu nemmeno possibile tentare di rimuovere chirurgicamente l’embolo che aveva paralizzato il corpo e purtroppo o per fortuna anche la Mente.

Dal momento in cui si scatenò il tragico evento a quello della conseguente morte fisica definitiva, passarono ben tre giorni durante i quali, a fronte di un elettroencefalogramma piatto, il “cuore” di quella persona, che tra l’altro per una vita, sin da giovane, aveva sofferto di “Tachicardia Parossistica” uno scompenso cardiaco tanto debilitante quanto pericoloso e difficile da curare se non intervenendo al comparire di ogni crisi con un farmaco (Procamide) da iniettarsi per via endovenosa e correndo il rischio di provocare il decesso del sofferente ogni volta, bene, quel cuore così a rischio aveva continuato a funzionare PERFETTAMENTE, mantenendo incredibilmente in vita, anche se solo vegetativa, le cellule del corpo ospitante.

Un fatto forse “singolare” per coloro che sostengono che ogni forma di attività umana deriva esclusivamente dalle energie trasmesse dal cervello e che quando il cervello è OUT il corpo è “morto”, terminato, pasto per vermi, messo e non concesso che anche con tutte le possibilità offerte dalla Tecnologia Moderna e dal Progresso si riesca a stabilire sempre con vera certezza se un corpo sta solo vegetando o meno (vedi tante tragedie di persone cadute in coma …) o se imboscata tra le pieghe di qualche cellula grigia esiste ancora qualche scintilla di quella “Vita” che ci differenzia dai sassi e che per quanto La riguarda Lei proprio non necessita di reazioni chimico-fisiche per dimostrare che non è materia inerte.

Anche se anche gli atomi di un pugno di terra racchiudono Energie invisibili ad occhio nudo, ma questa è un’altra storia.

Una cosa dovrebbe esser ben chiara a chiunque, atei compresi: un conto è la Vita del corpo con i suoi acciacchi, i suoi orgasmi, i suoi attimi di felicità o di disperazione, i colpi di Genio, le speranze, i sogni e la fatiche, con le sue meccaniche, le sue azioni/reazioni chimico-fisiche, un altro la primaria scintilla di Energia che ha animato quella carne così sensibile e reattiva ad ogni spirar di vento.

Inutile nascondersi dietro al dito mignolo di credenze filosofiche, religiose, agnostiche, politiche … per negare l’evidenza, proprio così.

La nostra vita “animale” e corporea dipende, dall’attimo del concepimento a quello della morte fisica definitiva, dal funzionamento primario del muscolo cardiaco il cui compito risiede nel distribuire per tutto il corpo, cervello compreso, quanto serve per alimentare ogni funzione, ed i suoi ritmi di “lavoro” dipendono da moltissimi fattori interni ed esterni, dipendenti o indipendenti dall’individuo, non solo dal frutto di una attività cerebrale di gestione astratta che molto presuntuosamente si crede sempre onnipotente e al di sopra di tutto ciò che riguarda la Vita.

Dal punto di vista organico, mai dimenticarsi che tutto inizia e continua a funzionare solo sino a quando le fibre del muscolo cardiaco, che scientificamente vengono definite ad azione involontaria ma che sono sensibili a sollecitazioni esterne, continuano a lavorare secondo meccaniche e logiche preprogrammate dalla Natura.

In ogni caso, il cuore, da quando inizia a pompare e distribuire tramite le arterie sangue pulito e arricchito di ossigeno dai polmoni ed a richiamare tramite il circolo venoso quello dalle proprietà nutritive esaurite per poi avviarlo verso un ciclo di “bonifica”, sino a quando “batterà” è perfettamente in grado di svolgere ai servizi del corpo la propria funzione, autonomamente e senza che il cervello glielo ordini, e sempre che non intervengano problemi causati da malformazioni congenite o traumi.

Povero cervello che si credeva il numero UNO, anche se il cuore altro non è che una macchina, una “pompa” in perenne instancabile movimento, attentissima a soddisfare ogni esigenza creata dall’organismo che lo ospita, ma poi, quando il cuore si ferma e le sue cellule hanno smesso di funzionare talvolta anche molto tempo dopo il totale decesso di quelle cerebrali, uno tira le cuoia, il movimento, l’attività cardiaca si interrompe e con lei la Vita corporea.

Ma solo la Vita di QUEL corpo …

E poi le cellule apparentemente spente della carcassa del Signor X che “fu”, nel giro di pochissimo tempo dopo il loro “decesso” decretato, a causa di reazioni chimico fisiche estremamente naturali, genereranno apparentemente dal nulla nuove forme di esistenza e di attività, ma mutando la loro “identità” primaria, anche solo diventando, inizialmente, cibo per altre forme di Vita e poi materia viva per la loro crescita.

Ma allora il nostro corpo è destinato a non morire mai?

Nemmeno lui, a quanto pare.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, almeno in questa dimensione e in questo Universo, e allora perché temere la Morte fisica delle vesti momentanee del proprio corpo?

Peccato che il lavoro del cuore debba subire pesanti limitazioni nel corso della sua esistenza, limitazioni causate da particolari conformazioni fisiche di alcuni punti focali del nostro corpo, a vari livelli ed in zone decisamente strategiche tipo le naturali strettoie del collo o la barriera del muscolo diaframma.

Limitazioni non solo organiche o non solo psicologiche che non è escluso che possano poi venire superate soprattutto con un lavoro delicato e ben dedicato dal povero cervello chiamato a “metter toppe” dove serve e tante volte a fare il “domatore di leoni in gabbia”.

Non dimenticatevi comunque che quell’altra forma di Energia, la famosa “Scintilla iniziale” che ben poco ha a che vedere con i nostri Istinti, con le funzioni corporee svolte più o meno automaticamente o con estrema coscienza e maestria, con le capacità razionali e creative del nostro cervello, è proprio un’altra cosa ed io credo proprio che ben poco abbia a che fare con le luci di qualche lumicino.

In definitiva un conto è accendere o spegnere un fiammifero, un altro individuare l’energia indispensabile per caricare una “batteria”… che poi, se tutto andrà bene, dovrà durare per una Vita intera.

Visto come si riesce a giocare con la parola “Vita”?

Quanti sensi Le si possono attribuire?

Peccato che siano sempre in pochissimi ad intuire la vera essenza di certe cose, ad accettare la realtà e ad avere le idee chiare sui limiti delle nostre capacità di comprensione mentre tutto dovrebbe puntare omogeneamente al miglior uso finale, individuale o sociale.

E invece, sono troppi gli specchietti per allodole appesi tutti attorno che noi stessi abbiamo creato ad arte: peccato, si potrebbe viver meglio, tutti, nessuno escluso, ed ognuno libero di vivere nel suo piccolo grande mondo spirituale dove soldi, potere ed egoismi non contano nulla e soprattutto senza il timore di ciò che avverrà quando il cuore avrà smesso di battere .

Istituto 028

Chi di voi appartiene alla categoria di quelli fatti “tutti di un pezzo”?

Cioè di quelle persone nate sicure di tutto (basta che la Verità sia uscita dalle loro bocche) persone che vivono di certezze insindacabili e pronte a giurare su di esse e sulla loro immutabile validità.

Oppure appartenete alla categoria di quelli che dicono di vivere di mille angosce, mille incertezze, ma pròvati a schiodarli da certi punti fissi che si ritrovano nella cassaforte blindata del loro cranio …?

Già e poi, poverini, cosa succede se si scopre che è tutta gente curabilissima NORMALMENTE, messo e non concesso che i loro problemi siano così veri e guarda caso “unici” ma soprattutto meritevoli di “comprensione” …

Oppure siete persone “normali” (ma ne esistono, cosa vuol dire normale?) e valutate ogni cosa con saggezza e senza precipitazione, quindi, quando giungete ad una conclusione che è vostra (e a vostro umil parere non può non essere “illuminata”) … guai a chi osa affermare il contrario?

Bene, vi invito ad osservare con attenzione la figura sotto al titolo, si tratta di una semplice scacchiera (premetto che, per comodità operativa, dirò che il quadrato A è grigio e il quadrato B è bianco).

Anche dopo uno sguardo di sfuggita, siete pronti a giurare su vostra madre che A è grigio e che B è bianco.

Bene, e se io invece vi dicessi, che proprio nell’ambito di quell’immagine, che A e B sono perfettamente uguali?

Io so che non ci volete credere perché il vostro cervello sta sostenendo in buona fede e “per principio” che A fa parte dei riquadri grigi della scacchiera, mentre B fa parte dei bianchi e nessuna confusione è possibile.

Non vi sorge nemmeno in questa occasione il dubbio di essere condizionati nel profondo delle vostre capacità intellettive ed analitiche da rigidi database mentali di comodo?

Osservate bene ora l’immagine seguente: indubbiamente in questa seconda immagine i “toni” di chiaroscuro di A e B sono perfettamente identici (visione facilitata con l’aiuto del ponticello grafico aperto per collegare A e B).

Istituto 029

Potrete al massimo dirmi che in effetti vi rendete conto dell’effetto ombra del cilindro su B ma che mai e poi mai quel B bianco paragonato ad A, potrà esser considerato dello stesso colore di A.

Eppure la realtà a cui ora ci troviamo di fronte, con quella variazione ambientale dell’ombra portata del cilindro, è che i nostri occhi vedono nella seconda immagine col “ponticello”, A uguale a B anche se nel nostro cervello, sta lottando per la sopravvivenza una versione differente.

Allora, a chi dobbiamo dar retta?

Ai nostri occhi o al nostro cervello per dare una versione corretta?

Si ma c’è quel cilindro con la sua ombra galeotta …

Ma allora perché sino a quando A e B non erano ancora stati “collegati” con quel ponticello li vedevamo di colori differenti fra di loro mentre mantenevano il proprio colore il Bianco (B) uguale a tutti gli altri bianchi e il grigio uguale a tutti gli altri grigi (A)?

Bella domanda, come quante volte, quando improvvisamente nella nostra vita è capitato un imprevisto che ci ha obbligati a cambiare un programma anche stabilito da tempo, magari onestamente concordato di comune accordo con altri, o anche solo derivato da una analisi serissima tutta nostra, da una revisione scomoda ma imparziale, quante volte non abbiamo subito reclamato “comprensione” perché certi parametri nella Realtà erano mutati e ci avevano obbligato a cambiar registro?…

E invece intanto tutti gli altri imperterriti continuavano ad esigere da noi un comportamento in linea con la preesistente situazione, ciechi di fronte ad un cambiamento che non vedevano, non “volevano o forse nemmeno potevano” vedere.

Ma torniamo alla nostra scacchiera: allora dobbiamo dire che A è diventato uguale a B e che B è uguale ad A?

Sì, ma solo in quel contesto.

Allora, chi ci sta tradendo, i nostri occhi o il nostro cervello?

Se abbiamo percezione di qualcosa che non va secondo gli schemi di giudizio preordinati, a chi dar retta?

I segnali visivi inviati in automatico dalla retina alla nostra materia grigia sono pesantemente ostacolati da convinzioni preesistenti nell’archivio cerebrale, file preregistrati nei nostri neuroni che ci danno la convinzione che con una osservazione globale, anche in presenza di quell’ombra portata, A è diverso da B.

Ciò che era bianco per il nostro cervello DEVE rimanere bianco e ciò che era grigio, grigio.

La Verità rimane questa: A è diverso da B.

Eppure bisogna rassegnarsi: in questa rappresentazione specifica della Realtà, A risulta indiscutibilmente uguale a B.

Non è forse il caso di non iniziare conflitti insanabili ed invece usare il cervello con apertura mentale e onestà intellettuale per porci nel giusto rapporto con la Realtà che così spesso è differente dalla Verità perché lei, la Realtà, altro non è che il rapporto fra l’IO sensibile, individuale e la Veirtà circostante … o anche Assoluta?

I nostri occhi non raccontano bugie, a questo ci pensano le gloriose capacità razionali del nostro cervello, il frutto dell’Evoluzione all’interno del “computer” che gestisce il nostro organismo e i nosri comportamenti.

E’ così che ci vanno di mezzo tante sicurezze sicure, convinzioni talmente radicate da esser diventate parte del nostro DNA, e purtroppo l’ambiente mal tollera le situazioni in cui, anche in nome della Verità vera, si gioca sia con lei sia con la Realtà dando retta solo alle nostre razionalissime presunzioni.

La soluzione, come sempre, è condizionata dalle capacità individuali di “capire” e gestirsi in conseguenza ma senza ipocrisie di comodo anche quando sembrerebbe che certe Verità sono perfette qundi intangibili.

Comunque, un consiglio, riguardatevi un’ultima volta queste immagini ma poi prima di gridare al lupo al lupo, pensateci sempre un pò, almeno un paio di volte, ma soprattutto non dimenticate mai che qualsiasi Realtà, qualsiasi sua manifestazione può venire manipolata ad uso e consumo non certo dell’utente finale, per le Verità è un pò più difficile …

Istituto 028

Istituto 029

no

   La Storia dell’uomo racconta che tutto si è sempre svolto tra cacciatori e prede, e dato che l’uomo non è un animale costretto per sopravvivere ad usare solo la sua forza fisica assieme ad abilità, furberia ed esperienza, il bipede sociale si è inventato le armi, quel che gli serviva per “cacciare” a distanza e con forze molto superiori a quelle delle sue braccia.

    Con questa scusa siamo arrivati agli armamenti nucleari e ad altri ancor più terrificanti di cui non parlerò certo in questa sede.

   Di fatto, si sono create delle dicotomie molto nette fra uomo e uomo, ma col tempo grazie al “PROGRESSO” le forme di Potere si sono per così dire specializzate, e a questo punto anche un paraplegico può far funzionare armi sofisticassime telecomandandole solo con la forza delle micro tensioni del suo cervello ben collegato con appositi sensori ad un computer che farà il “lavoro sporco” o, perlomeno, manuale.

   In poche parole anche se possiedi bicipiti da lottatore di Sumo non è escluso che il primo ragazzino uscito dalle Favelas di Rio, magari anche gasato da qualche sniffata di trielina, possa aver ragione di te con una “9 Parabellum” che gli hanno regalato in occasione della Prima Comunione, e ammazzarti senza alcuno scrupolo o pietà in mezzo ad una strada.

   Noi invece, ben cullati dalla Civiltà, ci troviamo semmai di fronte a qualche cervellone, con una “mise” rigorosamente “in ordine” dal punto di vista estetico, sempre ultra controllato in tutto, stretto nelle sue spallucce leggermente curve (una più dell’altra, tanto per cambiare e giusto per far vedere come certi atteggiamenti mentali non si possano nascondere nemmeno sotto ad una grisaglia di seta) ma più pericoloso di un serpente a sonagli, più di una Scorpion in mano ad un Mafioso professionista.

   E a noi tocca solo stare a vedere quel che ci capiterà, quel che altri, più forti, decideranno per noi.

   Chi ha detto che l’Uomo nasce libero?

   Diciamo che non ne posso più di ascoltare frasi tanto astratte, eclatanti, emblematiche, quanto molto spesso gratuite, quelle verità così ben descritte in pochi monosillabi da questi cervelloni, che così non corrono mai il rischio di sputtanarsi esponendosi troppo.

    Gente insomma che è titolare della Verità, che non sbaglia mai verbo (tipo fornero) perché ciò scende dall’alto da parte di chi “SA” e gestisce il suo sapere sorridendo sornione davanti al popolo bue, ma che non fa che continuare a berciare frasi che sono e rimangono tante belle etichette su dei prodotti inscatolati da millenni e sulla cui data di scadenza non è necessario aggiungere attributi: uso di Potere e uso di Autorità da posizioni intoccabili e normalmente rintanati come ragni nel buco e ben protetti da ogni lato.

   Sì, perché tutto si tocca tranne che i privilegi della Casta, l’importante è mantenere tutto immobile più che si può e continuare ad imperare dividendo quei quattro cani che gli scodinzolano, a mala pena sopportati, fra i piedi.

   Sì è Sì, No è No, anche se spesso tutto finisce in un “NI”, grandi affermazioni, ci voleva una Laurea a garanzia dell’Editto innovatore, ed un Network per distribuire alle folle i messaggi (le Piazze sono più pericolose, soprattutto quando si ha la coda di paglia).

   Grandi le Verità declamate, ma poi … dopo le parole?

   Qualche tassa in più, già che ci siamo?

   Poi, a far ripartire un’Economia agonizzante, tutto “cambia” … quando arriva al posto “giusto” uno che giura di stare dalla tua parte ma ha la memoria corta, e poi ci sono sempre tutti quei furbetti a cui sino ad oggi nessuno (con le Stellette) ha chiesto cosa tenevano al calduccio sotto al materasso.

   E ce ne è tanta di gente che potrebbe tanto e che si muove nell’ombra sin dai primi accenni di crisi ma solo per tutelare i suoi interessi più immediati.

   Intanto, paga Pantalone, che fa rima con “coglione”.

   Eppure pareva che la Gente comune ne avesse i marroni pieni di quelli che sparano editti da quei balconi che guardano su grandi piazze, oppure, oggi, attraverso qualche microfono mentre una telecamera li riprende preoccupata solo di cogliere i lati esteticamente più indovinati per le inquadrature, anche se poi verrà diffusa da un Network che sta dall’altra parte e che farebbe meglio a mostrare senza troppi giri di parole, o di immagini, tanti rattoppi cerebrali molto simili alle mai esaurite pezze nel culo.

 

   A fuoco quasi spento mi piace ricordare che le cronache hanno parlato chiaro: prima viene Dio, poi, subito dopo, ma di poco, il Signor Adriano Celentano, almeno qui, dalle nostre parti.

   Nessuno mette in dubbio le sue capacità di vecchio leader di Mondo della Canzonetta e nemmeno quelle di istrione, anzi, vorrei tanto avere i mezzi economici suoi (o a prestito).        

   Di quelli tecnici (psicologici) per poter gestire la mia immagine come lui gestisce la sua, di quelli ne faccio tranquillamente a meno, lo dico così, per sport, ma puntualizzando che dal canto mio, io al contrario di lui, vorrei esser mentalmente LIBERO e non pilotato come un birillo da una moglie commercialmente aggressiva come la sua … o anche come quella del Signor Fo, solo per citare due esempi molto reali, e anche se potrei proseguire mi fermo qui.

   Mi piacerebbe avere un seguito così riverito NON per scopi economici, come loro, no, sinché non mi tolgono anche quella mi basta la pensione, solo per riuscire ad avere una odiens importante quando mi metto a scaricare il sacco che si è fatto pericolosamente pieno di problematiche da cui troppi svicolano solo per paura di compromettersi, non perché non ne avrebbero strumenti e capacità personale, ma la Politica, anzi, i Politici si sa, funzionano così.

   Solo un istrione, volendo, riesce, che so io, a vendere una cella frigorifera ad un Innohit, e le sue capacità commerciali di venditore da medaglia d’oro della Folletto Vorwerk non dovrebbero però depistare chi si fregia di avere la mente sveglia dall’emettere delle valutazioni reali, corrette, ben dimensionate ed equilibrate sul mondo circostante e sulle sue problematiche sempre più pericolosamente assillanti.

   Esattamente il contrario di quello che è accaduto nell’Arena di Verona in questi due ultimi giorni.

   Che io abbia qualcosa contro all’Adriano nazionale?

   Gnanc pri marùn dicono a Ferrara, non c’è bisogno di tradurre in italiano, il concetto è chiaro.

   NO.

   Tanto tutto era già scontato.

   Purtroppo certa faciloneria nazionalpopolare la si riscontra ad ogni livello anche molto più impegnativo, certe incapacità ad andare a fondo delle cose, che spesso più che incapacità sono pigrizia, voglia di non PENSARE troppo e via di questo passo, anche in situazioni molto tese come quelle del Lavoro e dell’Economia nazionale, tutto ciò ormai fa parte del costume quotidiano dell’ecchessaràmai, dell’io non c’entro, secc’ero dormivo, ammechemmefrega dé artri, nnàmosene a magnà, so ca…i loro …

   Intanto tutto attorno sta scricchiolando pericolosamente.

   Non c’è sicuramente bisogno di allungare il collo aguzzando la vista per constatare che l’attuale Governo è totalmente asservito alle logiche comportamentali di quelle Banche che tengono in mano il Mondo intero, che tutto il fiume di denaro che ci hanno fatto e ci faranno ancora sborsare non è che proprio si ha la certa contezza di dove è andato e dove andrà a finire e che quello del Lavoro e delle condizioni sociali è l’ultimo dei problemi ad esser preso seriamente in considerazione

   Alle spalle di questo Governo ci sono poi quelle Lobby, anche di casa (o Cosa) nostra, molto più potenti di lui che nell’ombra decidono i nostri destini attraverso manovre economiche piratesche, ma Chi potrebbe non dico alzar la voce, ma almeno un sopracciglio, E NELLA DIREZIONE GIUSTA, una volta tanto, magari sbagliandosi … apparentemente non vede, non sente, quindi non si esprime in merito.

   Ciò che conta è svegliarsi ogni mattina con idee nuove da mettere in mano agli esattori di Stato mentre i più bravi, i più capaci emigrano con i loro cervelli all’Estero, quelle poche MegaAziende che gestiscono i valori economici e tecnologici di base del nostro paese vengono messe in vendita, e intanto tutti i Politici e quegli altri che si credono chissacché starnazzano a ruota libera parlando, parlando ma concludendo ben poco.

   Nelle Alte Sfere ci si accorge dopo lustri (quando non si può più far finta di “non sapere”) di cose che non funzionano e prima ancora che di cercar di risolverle, si pensa a distruggere anche quel poco che funziona.

   Che sia meglio un revival di vecchie canzoni anche se cantate con molte stonature in un Luogo che in altre occasioni è stato fatto vibrare da voci e suoni celesti?

  

   Sicuramente sapersi difendere a mani nude dal primo cretino arrogante e violento che incontri è importante, ma non è così importante  come molti pensano.

  Ieri ho seguito molto attentamente in Tv un bel servizio, realizzato da SKY, quindi molto all’americana nel senso dell’enfasi narrativa ma ancora accettabile dal punto di vista puramente documentaristico anche per uno come me che possiede metà emisfero del cervello occidentale e l’altra metà con gli occhi a mandorla, mi sto riferendo ad un servizio sul Krav Maga.

   Si tratta di un’Arte Militare Israeliana di combattimento individuale e prevalentemente di offesa che molto ha a che fare con certe tecniche NON MOLTO NOTE A TUTTI dell’Aikido Iaido Yawara Do.

   Anche se molte di queste Tecniche sono comuni, la caratteristica che più avvicina queste due discipline consiste più che altro nella particolare attenzione riservata all’educazione della mente, doverosamente supportata da allenamenti estenuanti sotto il vigile controllo di istruttori inflessibli, e che si svolgono volutamente anche in Palestre tenute in condizioni ambientali al limite delle sopportazione fisica, tipo interni sotterranei di rifugi antiatomici in cui si sviluppano al chiuso temperature elevatissime e dove l’ossigeno è un gadget.

   Poi, essendo una vera e propria Scuola di sopravvivenza, vengono eseguiti allenamenti anche “per strada”, nella sabbia del deserto, in acqua, nel fango, al “buio” (vero) oltre che ad occhi chiusi e logicamente anche utilizzando armi che vanno dal pugnale al fucile da guerra …. e anche in situazioni del tipo uno contro tutti.

   Già li vedo tutti in piedi i Cultori di tutte le Arti Marziali che protestano indignati in quanto onestamente convinti che, ognuno per la propria Arte, sia l’unico depositario della più valida filosofia comportamentale in questo settore e dell’efficienza superiore delle proprie tecniche.

   E io li lascio alla loro indignazione campanilistica, anche perché esiste un lato della difesa/offesa personale che nessuno prende mai in considerazione e che veramente “fa la differenza” se veramente si vuol parlare di Tecniche per la Conservazione della Vita in situazioni impossibili o di Offesa dell’avversario senza possibilità di ritorno.

   A meno di non trovarsi impegnati in un conflitto di guerra, io non credo che i componenti di una coppia o di un gruppo intero che si sta affrontando prevalentemente sul Tatami abbiano in mente lo scopo primario dell’eliminazione totale e definitiva dell’avversario.

   Allora, io mi chiedo, a che pro “combattere per finta” quando in realtà non si vuole tanto apprendere l’Arte quanto prevalere su ogni avversario?

   Anche perché se riesci ad immobilizzare il bastardo che ti ha aggredito, appena lo molli tutto ricomincia da capo e quello sicuramente inizia ad andare molto più sul pesante e non esiste più alcuna regola, messo e non concesso che prima fosse esistita.

   Esiste il problema della Legittima Difesa, ma nell’Ambito Sociale in cui viviamo, se per difenderci offendiamo seriamente l’incolumità del o degli aggressori, veniamo subito accusati di Eccesso di Difesa e passiamo automaticamente dalla parte del torto venendo ufficialmente penalizzati persino sino alla privazione della Libertà.

   Infatti se vuoi immobilizzare un aggressore rendendolo veramente inoffensivo, lo devi azzoppare, gli devi spezzare una gamba, o un braccio, o anche solo le dita della mano … senza arrivare ad accecarlo, penultima spiaggia …

   A questo punto non ci rimane che reagire adeguatamente all’aggressione SOLO se viene messa in pericolo la nostra stessa vita o quella di persone a noi care, MA ANCHE IN QUESTO CASO state pur sicuri che salterà fuori qualcuno che vuol dimostrare che i veri violenti siete voi.

   Onestamente questa è una prospettiva che non incontra il mio gradimento, infatti io evito sempre accuratamente di dar corda a chi vuol litigare perché già so come inevitabilmente va a finire, soprattutto se l’altro si crede più forte ed esagera e tu, da buono, se non reagisci, passi a fesso e vigliacco e l’altro si accanisce con maggior foga.

   Ma se ce ne fregassimo altamente di certe convenzioni sociali ipocrite e reagissimo, sapendo come fare, per far passare una volta per tutte la voglia a certi individui asociali di fare i prepotenti?

   Purtroppo è una eventualità molto recondita, la Società che ti massacra ad esempio con le Tasse e che se ne frega altamente se in un attimo di disperazione da lei provocato ti suicidi, non ti perdona però se giri per benino un dito a chi magari stava per darti una botta in testa, PER AMMAZZARTI dopo averti derubato, O ANCHE SOLO PER VIOLENTARE LA TUA COMPAGNA.

   Poniamo il caso che una qualsiasi Cintura Nera al Terzo Dan della propria Disciplina si trovi da solo e all’improvviso in un vicolo oscuro davanti al sottoscritto, nelle vesti di delinquente, e deciso a “sottometterlo” per qualsiasi motivo, lecito o illecito che sia.

   Una calibro 45 in mano, colpo in canna e sicura abbassata mentre lo si minaccia, come si deve fare, a distanza NON tropo ravvicinata.

   Ora parliamo delle condizioni generali di quegli attimi: se mi ha guardato nel fondo degli occhi, se ha capito che io sono perfettamente padrone di me stesso, che non mi pongo limiti pietistici o morali e che io ben so quel che voglio, cosa che prescinde anche dal fatto che uccidere è peccato e che io sono l’ultimo che si pone questo problema, se lui è una persona saggia, equilibrata, veramente padrona di sé stessa, se sa valutare la situazione, etc…. a meno che non sia capace di intuire quando io sto per sparare il primo e ultimo colpo e di schivarlo … come in un ormai famosissimo film, se  vuole portare la pelle a casa, gli conviene non reagire e fare tutto ciò che gli chiedo, perché in effetti sono io che tengo in mano il coltello dalla parte del manico.

   Perché questa è la logica della Strada, con le sue Leggi dure, questa è la realtà della guerra civile quotidiana del sottobosco sociale anche urbano, e a molto poco serve possedere un’esperienza pluridecennale di Tatami se non per essere in grado decidere con la maggiore freddezza sul da farsi.

   Ora per esempio ribaltiamo la situazione e diciamo che sono io, che non sono Cintura Nera di nessun Dan, ma che qualcosa sul Tatami l’ho imparata, a venire aggredito da uno che mi punta un’arma addosso.

   Io gli auguro solo innanzi tutto di non essere così sprovveduto dall’avvicinarmisi troppo, e poi di non distrarsi mai nemmeno per un attimo, perché esiste un punto del corpo umano, talmente vulnerabile e scoperto e assolutamente non protetto da alcuna fascia muscolare od osso ed in piena vista, che bastano due dita robuste e ben allenate, scagliate con la dovuta violenza e velocità per colpire il bersaglio (nonché, si sa, un’ottima conoscenza dell’Anatomia Umana) per mandare al creatore anche un gigante cattivo come Tyson colto di sorpresa.

   Ribaltiamo tutto un’altra volta.

   Sono sempre io ad essere aggredito.

   Non esistono Leggi, non esiste Morale, solo la Legge del più Forte.

   Mi trovo davanti i campioni mondiali impazziti di Karatè, di Yawara, di Krav Maga, un Navvy Seal in trasferta col suo famoso pugnale alla Rambo in mano …?

   Prima di pensare ad entrare in aperto conflitto con uno qualsiasi di loro, io sparo, ma non con una 7,65 mm. e mi tolgo per sempre il problema.

   Questo solo per dire che, quando siamo disarmati (si fa per dire perché io mi riterrei disarmato solo se mi segassero le mani dai polsi) nulla è più importante della nostra Statura Interiore, dei nostri equilibri, del nostro coraggio, di come SAPPIAMO GUARDARE NEGLI OCCHI ogni nostro avversario e di come abbiamo le idee chiare sul sistema migliore per eliminarlo quando diventasse indispensabile, utilizzando ad istinto quanto abbiamo appreso in anni di Scuola di Combat.

   Un colpo preciso, una tecnica eseguita in un modo talmente veloce da non esser quasi percepita se non alla sua conclusione, una sola, la decisiva.

   Il resto sono cartoni animati o scene da film.

   Certo, sino a che non si è in guerra, infatti lì devi sparare sempre per primo se vuoi portare la pelle a casa (con la benedizione di Chiesa e Stato).

   Ma di fatto, a prescindere dal livello della propria preparazione tecnica in discipline di autodifesa o di offesa, il vecchio Buon Dio chi ha fornito di Natura dell’arma più letale: i nostri occhi.

   So che detta così uno può anche sorridere, ma spero per ognuno di voi che, se proprio gli scappa di litigare, non gli capiti mai di incontrare uno che sia veramente cosciente del possesso di quest’arma e capace di usarla nei modo e nei tempi esatti.

   E potrei anche offrirmi per una dimostrazione pratica, ma ormai sono vecchio e mi accontento di esibire vicino all’ingresso del giardino di casa mia un cartello con sopra scritto:”Attenzione, zona di caccia al cinghiale” … e a quelli che mi chiedono se i cinghiali ci sono veramente, di solito rispondo sorridendo che i cinghiali non ci sono più, è rimasto solo il fucile.

   E non mi dite che questo è FAR WEST, se chi dico io ci fosse sempre e al posto giusto potrei dedicare tranquillamente tutto il mio tempo solo a sfogliare margherite.

   In ogni caso il cancello di casa mia solitamente rimane aperto, e spesso anche di notte, io non ho nemici, non conviene né a me né a loro, anche a quelli di passaggio e non ancora pratici del posto.

  

   Piccolo Bignami molto personalizzato di Igiene Mentale.

  Fra le tante cose che mi sarebbe piaciuto fare nella vita, ce ne è una che avrei voluto realizzare potendo utilizzare adeguati mezzi conoscitivi di ricerca e col supporto di tutto quanto sarebbe necessario per procedere scientificamente nell’ardua impresa di conoscere più a fondo i labirinti della mente umana.

   Ma come spesso capita, me ne è mancata la possibilità “operativa” da un punto di vista professionale, mi sono mancate le occasioni per entrare col piede giusto negli ambienti giusti e al momento giusto, e, non ultimo, il supporto economico per almeno intraprendere gli studi necessari a quei tempi molto poco popolati e spesso confusi con quelli sulla Filosofia che invece, da millenni, abbonda di pensieri documentati. 

   Non so se la mia mente sarebbe stata all’altezza, ma … mai dire mai.

   Così, all’alba dei 70anni, non essendo mai scemato questo mio interesse, mi ritrovo finalmente a poter dedicare a questo tipo di ricerca molto tempo perché quello che ora ho a disposizione, è logicamente molto maggiore rispetto a quando dovevo lavorare per guadagnarmi da vivere, anche se professione, ambienti frequentati, gente conosciuta ovunque e veramente in ogni tipo di situazione, viaggi di tipo non proprio turistico e godereccio, esperienze anche pesanti di vita vissuta, mi hanno aperto molti spazi importanti in questo senso privilegiandomi sicuramente, e anche gratuitamente.

   Logicamente queste mie attenzioni alla vita procedono lungo un cammino strettamente personale, non potrebbe essere altrimenti, ma mi sono imposto di non lasciarmi mai fuorviare, sinché cuore e cervello me lo consentiranno, da moti d’animo personalistici e condizionanti.

   In fin dei conti si tratta solo di fare delle “messe a fuoco” corrette.

   E non ultimo, non per mancanza di chiarezza, o per calcolo, per pavidità e per tutto quel che si potrebbe pensare di una persona che davanti a un pubblico, come me, si ritira nel guscio spesso e volentieri ad ogni stormir di foglia “stonato”, lasciando che le cose seguano fatalmente comunque il loro corso senza intervenire personalmente, lasciando ogni spazio a chi strilla più forte … o perlomeno facendoglielo credere, ho deciso molto coscientemente di optare per un comportamento di vita apparentemente grigio, anonimo, apparentemente indifeso, riservato, per poter entrare al massimo e con tranquillità nei punti deboli altrui, ma non per approfittarmene, no, solo per conoscere meglio.

   A prescindere da certe campagne di fuoco che ogni tanto intraprendo su questo Blog, tipo quella su certi Ministri sfigati di questo Governo, ma, credetemi, è solo e puro divertimento, tale e quale a quello dello storico Calandrino che ridendo si confessava (o meglio, confessava quel che voleva).

   E speriamo che questa mia buona fede proceda di pari passo con l’esercizio attivo delle capacità intellettuali indispensabili per trarre giudizi oggettivamente validi nell’arco di questa ricerca molto tranquilla ma che non conosce soste.

   Spesso essere ipercritici non è un bene, si corre il rischio di affogare in una seriosità bacchettona indegna di un animo aperto e pronto comunque al sorriso e al confronto, anche quando … nevica fuoco.

   Ci sono comunque alcuni fattori che talvolta mi danno la sensazione di essere sulla strada giusta anche se chi dal di fuori mi giudica, quasi sempre, come da Legge di Natura, si fa condizionare da fatti parziali o anche accaduti lontano nel tempo quando proprio cresciuto ancora non ero e anche se i capelli bianchi sono comparsi sul mio capo una vita fa quando è improvvisamente e prematuramente morto mio Padre.

   Sicuramente la chioma bianca su di un corpo ancora giovane mi dava un’aria degna di tutto rispetto anche se dovevo ancora crescere veramente molto e senza invecchiare nello spirito perché le responsabilità di famiglia, di professione e di vita sembravano dover coprire ogni cosa come una cappa di amianto senza alcuno spazio per l’eventuale rimanente.

   Ora i miei capelli sono diventati grigi, li ho ancora tutti e spero che tra una decina d’anni ritornino neri come quando mi hanno tirato fuori dal ventre di mia madre.

IGIENE MENTALE E SALUTE

12 febbraio 2012

 QU3570 M3554GG10 53RV3 4 PR0V4R3 CH3 L3 N057R3 M3N71 P0550N0 F4R3 GR4ND1 C053! C053 1MPR35510N4N71! 4LL’1N1Z10 3R4 D1FF1C1L3, M4 G14′ 1N QU3574 R1G4, L4 7U4 M3N73 574 L3GG3ND0 4U70M471C4M3N73 53NZ4 P3N54RC1 5U, 511 0RG0GL1050! 50L0 4LCUN3 P3R50N3 R135C0N0 4 L3GG3R3 QU3570 M3554GG10. 53 531 1N GR4D0 D1 L3GG3RL0, C0ND1V1D1L0, C140

   Tempo addietro mi era giunto via mail questo messaggio che sicuramente anche il vostro cervello ha decodificato senza grosse difficoltà.

   Ve lo devo tradurre in chiaro perché oggi non siete in forma e avete la testa via?

QUESTO MESS4GGI0 SERVE A PROVARE CHE LE NOSTRE MENTI POSSONO FARE GRANDI COSE! COSE IMPRESSIONANTI! ALL’INIZIO ERA DIFFICILE MA GIA’ IN QUESTA RIGA, LA TUA MENTE STA LEGGENDO AUTOMATICAMENTE SENZA PENSARCI SU, SII ORGOGLIOSO! SOLO ALCUNE PERSONE RIESCONO A LEGGERE QUESTO MESSAGGIO. SE SEI IN GRADO DI LEGGERLO, CONDIVIDILO, CIAO,

   Il suo significato invita a fare alcune considerazioni sulle reali capacità di adattamento e gestione generale che la nostra mente utilizza riuscendo a gestire ritmi e funzioni del nostro organismo per un’altissima percentuale in modo automatico, preprogrammato, il rimanente, veramente molto limitato, in modo cosciente e tramite la volizione.

   Le stesse capacità, che possono anche uscire dalla norma conosciuta e riconosciuta scientificamente, e che pilotano in grandissima misura persino i ritmi biologici che regolano la nostra Salute, anche se un Luminare della Scienza, il Professor Veronesi, non molto tempo fa ha asserito che secondo lui non esiste un’origine psicosomatica per nessuna malattia.

   Al suo confronto io non sono nessuno, però possiedo “qualche nozione”, occhi, cervello e una sensibilità anche fisica un po’ particolare che mi consentono di riscontrare e valutare senza l’intervento di  alcuna fantasia quale ruolo può realmente venire esercitato dalla nostra mente nei confronti del corpo.

  I riscontri pratici li ho tutte le volte che mi si avvicina di propria iniziativa una persona che ha dei problemi di salute e mi chiede se riesco a “darle una mano” ad uscire dai suoi empasse.

   La mia esperienza mi ha insegnato che qualsiasi azione preliminare io voglia intraprendere con effetto positivo nei confronti di chiunque, il mio apporto personale può venire ridotto ad una semplice operazione di rilassamento psicofisico che tende a spegnere, come se fosse un interruttore generale, i segnali di allarme che hanno attivato tutta una serie di messe all’erta generale dell’organismo che non può sostenere uno status particolare di tensione per troppo tempo senza pensare di uscirne indenne.

   Non dimenticatevi mai che qualsiasi azione, qualsiasi attività del nostro organismo è la diretta conseguenza di reazioni chimiche e bioelettriche che avvengono al nostro interno, istintive o motivate da precise volontà individuali nonché dalle sue reazioni automatiche conseguenti all’influenza di fattori esterni e dai contatti con i nostri simili e l’ambiente in genere.

   E’ sufficiente che anche solo l’entità, il dosaggio, di queste reazioni esca da un range normale, che il nostro corpo accusa immediatamente l’irregolarità di questo status e reagisce cercando di tamponare la situazione che si sta venendo a creare.

   Se però certi sintomi permangono e, ad esempio, un semplice innalzamento istintivo della temperatura, previsto dalla Natura per ottenere un effetto terapeutico generale, non riesce a riequilibrare la nostra situazione organica ideale, abituale, il nostro corpo inizia ad “andare fuori giri” e, soprattutto quando è già indebolito da altri fattori, si ammala.

   Mi rendo conto perfettamente della volgarità espressiva che sto utilizzando, ma, dato che nessuno “nasce imparato”, spero che questo modo di esprimermi sia comprensibile per tutti.

   Sono perfettamente d’accordo che esistono delle affezioni il cui controllo non dipende dalla nostra attività cerebrale e dalle nostre capacità personali in merito, come ad esempio le coliche renali, un’ernia al disco … ma vi assicuro che, per uscirne col minimo delle conseguenze, spesso per quanto riguarda la capacità di sopportarne i dolori sordi che vengono generati, un buon controllo della mente sulla situazione venutasi a creare può aiutare moltissimo, soprattutto se per prima cosa riusciamo a contenere timori e paure.

   Non vi sto proponendo un giochino facile da raccontare come quando si è in forma e si pensa a ben altro che alla propria Salute, vi sto solo consigliando di avere il massimo rispetto sia del vostro corpo che della vostra mente, prima base essenziale per riuscire ad arrivare in età avanzata ancora efficienti e indipendenti.

   Cosa che non è assolutamente da poco, visto che l’età media ha superato dei limiti di guardia sino a non molti anni fa ritenuti impossibili e dover dipendere da altri non credo che sia il massimo delle aspettative di nessuno.

Qualche numero indispensabile:

5 miliardi di anni, l’età della terra (secondo la datazione potassio-argo delle rocce) – 3 miliardi e mezzo di anni, apparizione della vita sul pianeta.

Ora cito pari pari dei dati da un testo molto serio:

Il più antico stadio di partenza della vita che ci è noto è quello delle cellule vegetali (!) l’alga blu- poi si passa da cellula asessuata come i batteri, a pesci con branchie e poi anche con i polmoni- quindi uscita dall’acqua (235milioni di anni fa) e rettili con ghiandole mammarie (200milioni di anni fa) – mammiferi con sviluppo dell’uovo nel grembo materno, (160milioni di anni fa) – primati (70milioni di anni fa) – ominidi tra i 40 e i 20milioni di anni sino finalmente “l’homo sapiens” (forse 1milione di anni fa) ed in ultimo “l’uomo sapiens sapiens” che 30000anni fa dipingeva se stesso ed il suo mondo sulle pareti delle grotte dove aveva fissato il suo territorio.

Ora che conoscete la cronistoria, tornate indietro di 300milioni di anni e puntate il mirino sui primi esseri viventi a cui l’evoluzione ha donato un cervello vero e proprio: i rettili.

Dopo un soffio di infinito, circa 160milioni di anni fa, avviene una grande mutazione, nasce il mammifero arcaico, dotato di una massa cerebrale nuova, complementare, che si assomma a quella del cervello dei rettili, e sino ad arrivare a 50milioni di anni fa quando i processi evolutivi edificano il nuovo cervello mammifero.

A questo punto sorge un problema di dimensioni galattiche: se nell’Universo la funzione crea l’organo e gli consente di migliorarsi da un punto di vista evolutivo, facendo al contempo sparire ciò che non serve, e se la natura non ha eliminato nessun “cervello intermedio”, ciò significa che questi 3 “ponti di comando” hanno funzioni ben differenziate e tutte egualmente utili.

Resta solo da capire come funziona il giocattolo.

Consentitemi tre aggettivi per questi cervelli, RETTILIANO il più antico, MAMMIFERO l’intermedio, NEOMAMMIFERO il più recente.

Il cervello  RETTILIANO contiene essenzialmente il software per l’esecuzione automatica delle funzioni di base della vita, nutrizione, bere, dormire, temperatura corporea, produzione ormonale, tutti i bioritmi, e i “programmi” per la gestione del movimento, l’istinto di fuga davanti al pericolo, a combattere per la sopravvivenza, a far sesso per riprodursi.

E tutto viene generato e gestito da pochi grammi di materia vivente, quella delle nostre ghiandole più vitali site nella scatola cranica, talamo, ipotalamo, epifisi ed ipofisi.

Che voi lo vogliate o no, gli altri due”fratelli” potranno al massimo ritardare, frenare o modificare ma mai annullare le pulsioni generate dal primo che agisce, non ragiona, le sue logiche sono già scritte.

E sono scritte da milioni di anni in cui ogni azione è stata attivata, vissuta e selezionata prima di venire definitivamente memorizzata.

E qui accade una cosa apparentemente strana, invece molto utile, cioè il cervello rettiliano, quando deve apprendere nuove funzioni, impiega moltissimo tempo per farle sue e inizialmente le trattiene come tali solo per tempi molto brevi, e poi dovrà ripetere moltissime volte il procedimento perchè quando poi dovrà agire secondo i nuovi criteri appresi dovrà poterlo fare in regime di totale indipendenza dai 2 fratelli maggiori, pena ritardi, errori, deviazioni e mancanza di tempismo.

Poi vi voglio vedere a fargliele dimenticare, tipo piede costantemente tenuto sulla frizione mentre si guida (?!) l’auto.

Nella nostra vita quotidiana fatta di lotte continue di ogni specie e contro aggressività sempre più sofisticate, questo nostro cervello rettiliano che conta di un’esperienza vecchia di centinaia di milioni di anni “…non modificherà il suo comportamento di un solo neurone, al contrario, non si può dire la stessa cosa del nostro cervello mammifero…”

Il cervello  MAMMIFERO, la parte limbica, al contrario del  RETTILIANO che fa in modo che la macchina uomo funzioni al meglio in modo riflesso senza alcun nostro intervento consapevole, funziona conservando in memoria l’esperienza per non dover continuamente riaggiornarsi ed apprendere ex novo.

Quindi si fida solo del frutto delle esperienze acquisite e delle memorie, elaborate, conservate.

Intelligenza=memoria.

Triste ma evidente, è il cervello “delle credenze e dei condizionamenti”.

Il cervello  NEOMAMMIFERO, il terzo e ultimo, sede operativa la corticale, è l’intelletuale che guarda in avanti.

Compie tutta una serie di elaborazioni che linkano passato, presente e futuro al fine di proteggerci.

Si, ma su quali basi si muove?

Il problema si focalizza drammaticamente.

Deve fare delle scelte: su che basi? Cultura, Etica, Politica, Giustizia, Ordine, Corpi professionali……….?

Con il peso poi di tutta l’influenza delle emozioni generate dal cervello  MAMMIFERO…che vuol dettar legge con la sua razionalità…che deve aver sempre la meglio perchè è capace di guardare solo a se stesso…

Il cervello  NEOMAMMIFERO è il veicolo col passaporto per il paese delle astrazioni, delle anticipazioni, delle critiche alla ragion pura, ma che non sa frenare l’istinto a urinarci addosso quando la vescica è troppo piena, non è il nostro link con Dio, sia ben chiaro.

Ecco pronto il compitino delle vacanze: usate i vostri cervelli  con un sistema operativo globale omnicomprensivo.

Come fare? Imparando innanzi tutto ad ascoltare serenamente i nostri tre grandi padroni: cervello, cuore e stomaco.

E poi? La strada è lunga ma ci si arriva, ci si arriva..