Vi avviso, questo è un Post lungo e un po’ difficile, vedete voi se vi interessa leggerlo sino alla fine, ma se lo fate, per cortesia, non saltate mezza riga, già ne ho dovute eliminare un mucchio io.

   Grazie..

   Quante volte ho parlato di un antipatico fardello che prima o poi tutti devono iniziare a portare andando avanti nell’età?

   Sto logicamente parlando della vostra Salute e dei MALI DI SCHIENA.

   Di questi ultimi tempi si sente anche parlare molto di Osteoporosi, di Cartilagini deteriorate … come se la causa di tutto fossero le ossa con i loro annessi e connessi, e i loro malanni più o meno naturali.

   Sicuramente quest’ultime sono delle realtà che emergono anche perché l’età media si è innalzata soprattutto con l’aiuto dei farmaci e delle terapie più moderne, ma di fatto, siccome noi siamo ciò che mangiamo e beviamo e respiriamo, che proprio non è più il massimo a causa di inquinamenti vari, addittivi chimici ed affini in cui sguazziamo, aria malsana, acqua più di nome che di fatto, abitudini alimentari sballate etc., questa mi sembra un po’ la storiella di quello là che voleva riempire una pentola bucata sul fondo.

   L’organismo umano medio si è adattato come al solito alla meno peggio anche in questa situazione  decisamente fuori dalle righe dei normali processi naturali ed evolvendosi naturalmente continua ad adattarsi disperatamente a queste situazioni sempre più coinvolgenti e complesse alla cui compagnia è costretto rimaner legato e che deve affrontare per sopravvivere, ma come succede spesso e volentieri, quando si tira troppo una corda, si sa quel che prima o poi accadrà.

   Non parliamo poi degli abusi che moltissimi individui fanno del loro corpo fisico sovraccaricandolo di sostanze ed abitudini non proprio previste nel libretto d’istruzioni della nostra Fisiologia e della Salute umana in genere.

   Il nostro corpo fisico comunque non è stato certo programmato per vivere una vita lunga dei secoli, ed anche se ci sono delle eccezioni, dei casi anomali direi, di ultracentenari, per avere una conferma che oltre a certi limiti non si può andare, basterebbe iniziare sin dalla più tenera infanzia a non somministrare più quintali di farmaci non appena si verifica qualche piccolo disturbo e lasciando alla Natura il compito di risolvere tanti problemi.

   Atro che i genocidi operati da Hitler, da Stalin e da altri gioiellini dell’Umanità molto più recenti, se non addirittura nostri contemporanei, che non nomino solo per non sporcare questa pagina!

   Vedreste che Superselezione della Razza si attuerebbe.

   Ora, dato per scontato come parrebbe logico che i vari deterioramenti del nostro organismo giunto alla terza età ed oltre, altro non sono che la normale risposta di un “motore” che ha fatto il suo tempo e comincia a chiedere pietà, anche se spesso si tratta solo di “cedimenti” fisici e non dell’Intelletto, se abbiamo avuto il buon senso di non abusare troppo del nostro organismo, mettiamoci almeno nelle condizioni di liberarlo il più possibile dai farmaci non indispensabili mantenendogli in termini ancora accettabili e sino a che sarà possibile l’efficienza che gli abbiamo sempre richiesto.

   MALI DI SCHIENA?

   Una cascata di motivi, fisici, alimentari, tramumatici, di posture sbagliate, di un modo di affrontare psicologicamente la vita sempre troppo contratti, riflettendo sul fisico i gap psicologici, anche motivi di traumi subiti, di posture sbagliate, di come ci muoviamo o compiamo sforzi, di come ancora non abbiamo appreso a gestir bene la posizione eretta….. e non inizierò certo a ripetermi ed a ripetere il frutto di tante mie osservazioni, esperienze e studi su questo Blog: se pensate che io possa aver scritto qualcosa che vi può servire, armatevi di pazienza e cercate nei Post precedenti, anche nei primissimi nei quali avevo dedicato molta attenzione a questo argomento.

   C’è però un altro problema fisico di cui non mi sembra di avere mai parlato, forse egoisticamente, perché io sono un ottimo camminatore ed anche alla mia età riesco, senza mai riscontrare problemi tranne talvolta la logica stanchezza, a compiere percorsi, soprattutto in montagna, che nemmeno vi immaginate e se un problema non è mio, logicamente ne ho minor cura.

   I MALI DI GAMBE.

   E non tocchiamo argomenti correlati come la “debolezza” delle caviglie, dei loro cedimenti e delle relative dolorosissime “storte”, non parliamo di problemi articolari legati alle inserzioni dei Femori nei Bacini, altro problema sempre più attuale, anche se generalmente autoattivantesi in seguito ad eventi traumatici genericamente locali.

   Oggi voglio parlare dei MALI di GAMBE in un modo decisamente inconsueto, quelli che sempre più spesso sono i primi testimoni di situazioni che, pur apparendo solo come disagi delle fibre muscolari, possono porre nel tempo i presupposti per la comparsa di gravi danni articolari come quelli, ad es., dei menischi e dei legamenti crociati.

   Voi tutti ormai ben sapete che quella specie di guscio muscolare tipo tartaruga che ci portiamo sulla schiena è attivo più in contrazioni che in decontrazioni 24 ore su 24.

   Si tratta di meccanismi fisiologici normali, anche se proprio non ce ne rendiamo conto al 100%, e questo, tra l’altro, è il motivo principe di moltissime negatività psicosomatiche che popolano la nostra giornata attiva oltre ad esser la causa di “strane” forme che assume la nostra colonna vertebrale imprigionata in quella cassa muscolare inducendola a forme di lordosi, scoliosi, cifosi ….

   E non basta certo qualche piacevole massaggino a ristabilire certi equilibri persi.

   Nemmeno quelli di un fisioterapista autorizzato da un diploma … forse quelli di un chiroterapeuta veramente valido, preparato ed esperto e magari in possesso di un Diploma non riconosciuto dal nostro Sistema Sanitario..

   Le nostre gambe, non solo la nostra schiena, tranne quando stiamo seduti, continuano la loro attività muscolare in modo esasperatamente continuativo, senza soluzione di continuità, anche quando stiamo fermi in piedi, dovendo sopportare e supportare per prime il peso del nostro corpo, ancor prima della nostra colonna vertebrale.

   E questo non gli fa certo bene alla lunga soprattutto ora come ora, anche perché il Progresso ci ha abituato a servirci indiscriminatamente di ogni mezzo di deambulazione possibile, privando le nostre gambe, che erano state programmate per questo, di una, chiamiamola, “continuità di servizio” continuamente efficiente, non certo però ancora oberata dalle urgenze e dagli stress comportamentali della vita moderna.

   Vi siete sicuramente accorti di quanto faccia bene camminare, fare footing, senza esagerare, sia perché usare le gambe significa anche mantenere attive circolazione sanguigna e linfatica, nonché mantenere lubrificate le giunture con le relative cartilagini e, per ultimo, ma non certo meno importante, come sia negativo relegare questi arti in situazioni tipo “motore freddo”, per cui, una volta messi sotto serio sforzo, magari dopo ore e ore di inattività col culo su di una sedia davanti alla scrivania, e senza la continuità di esercizio necessaria per mantenerne la vera efficienza, contratture, crampi, distorsioni ed ogni altro genere di cedimenti possono diventare una spiacevolissima compagnia periodica od anche fissa tipo suocera sempre in casa.

   Una schiena “provata”, può creare seri problemi di dolore e limitare moltissimo la nostra vita attiva quotidiana, delle gambe stanche, si pensa, al massimo vanno fatte riposare per poi riiniziare tutto daccapo.

   Ecco dove sta la chiave di volta.

   Sicuramente un giusto riposo ripristina forze e fa scomparire dolori, ma solo quei dolori generati dall’accumulo di acido lattico, non certo quelli generati da infiammazioni del circuito venoso e perché no? anche dal risultato in accumulo di tutti i microtraumi derivati dai movimenti falsi, dalle torsioni improvvise, dagli sbilanciamenti etc. di un corpo troppo spesso troppo grosso e pesante in relazione alla massa muscolare delle gambe che lo sopportano e mobilizzano.

   Potrei proseguire, ma non lo farò perché tanto ci siamo già capiti.

   Qualche soluzione terra terra?

   C’è, ma dovrete impiegare in un modo noioso una certa parte del vostro tempo libero, potreste sempre impiegare quello dedicato seralmente alla Tv e senza privarvi della sua compagnia.

   Tanto per cominciare, ci si siede per terra su di un plaid o di un tappeto, magari con la schiena appoggiata al frontale di un divano o di una poltrona, e poi si inizia a fare dello stretching chinando il busto in avanti, sempre da seduti per terra, verso la punta dei piedi (tenuta rigorosamente ritratta verso il corpo e non proiettata in avanti) e tenendo le gambe rigorosamente tese, cioè NON PIEGATELE.

   All’inizio è difficile, lavorate per gradi, sforzatevi e soprattutto non “barate” piegando le ginocchia.

   Dovrete riuscire nel giro di non molto tempo a toccare la punta delle dita dei piedi con le mani.

   A questo punto potreste anche tenere per qualche istante impugnata con entrambe le mani la pianta dei piedi, una per volta, s’intende.

   Fatelo a gambe divaricate, a gambe unite, ma fatelo.

   Poi quando riuscirete a farlo senza difficoltà, secondo esercizio, afferratevi con le mani la punta delle dita dei piedi e tiratele decisamente verso di voi, sempre senza piegare le ginocchia.

   Dovrete farlo sinché non sentirete più tirare disperatamente i tendini sotto alle ginocchia ed alle cosce.

   Dopo che avrete dedicato a questi due semplici esercizi una decina di minuti, non meno, rilassatevi, rilassate la schiena tenendola appoggiata come vi avevo detto e ritirate le gambe verso il vostro corpo, piegandole a 90°. Ed appoggiando la pianta dei piedi a terra.

   A questo punto, spero che non stiate indossando dei pantaloni lunghi se no ve li dovete cavare, iniziate con entrambe le mani a “pizzicare” delicatamente i tendini che stanno sotto alle ginocchia e che sembrano nerbi di bue tanto sono tesi, e continuate a “pizzicarli, come se steste suonando l’arpa o la chitarra.

   Ogni tanto risalite sino a sotto la coscia dove comunque i tendini emergono, o scendete verso il polpaccio, ma poi risalite sempre sotto alle ginocchia.

   Dovreste raggiungere come una sensazione di “ronzio” in quelle fasce tendinee che comunque si dilateranno iniziando a rilassarsi e ritorneranno ad imparare come si fa a de-contrarsi e a ri-contrarsi solo quando è necessario.

   Se poi perdete nel frattempo qualche chilo di peso, male non fa.

   In realtà non vi ho parlato di un’ultima manovra, importantissima, ma sappiate che la rivelerò solo a quelli che me ne chiederanno conto via e.mail o come preferiranno, perché solo così potrò comprendere la misura del loro interessamento e soddisfarla.

   Buon lavoro, e occhio, vi ho dato dei consigli molto seri che sembrano, lo so, molto scemi, ma che se ve li dovessi motivare globalmente e con rigore da un punto di vista fisiologico o psicosomatico, dieci post tecnici non basterebbero e non so sino a che punto potrei comunque convincervi di certe prospettive che riguardano le vere dinamiche del nostro corpo.

    Ieri mi sono permesso di fare alcuni ragionamenti che a qualcuno sicuramente sono parsi scontati, però, di fatto, sono moltissime le persone che accusano male alle giunture delle gambe, chiedendosi anche candidamente quale può esserne la causa, ma che con una altezza media di un metro e settanta centimetri hanno da tempo superato la soglia degli ottanta chili, tanto per cambiare.

   Il bello della Vita è anche la capacità di sapersi stupire anche per le cose più scontate ed evidenti.

   Beata incoscienza … sino a che dura, però.

   Sapete qual’é il punto critico di tanti “giganti” forzuti che vogliono gareggiare sul Tatami o in qualsiasi altra situazione, tronfi della sicurezza che gli viene da braccia grosse come tronchi d’albero e schiene da scaricatore di porto, volgarmente chiamato “camallo”?

   Il fianco dell’articolazione del ginocchio che appena colpita, con la giusta maestria, e non così per sentito dire, fa crollare a terra chiunque, figuriamoci un gigante sovrappeso.

   E vi assicuro che se a dare il colpetto sono solo io, povero vecchietto, quello non si alza più sinché non arriva l’Ambulanza.

   Una cosa è chiara, quella è una zona debole del nostro organismo, anche se abbiamo appena vinto un concorso di Body Building.

   Ed è debole perché localmente non possono esistere masse muscolari che con i loro robusti fasci cellulari avvolgano e tengano ben stretta e compatta quella zona così ricca solo di tendini, cartilagini ed ossa .

   Ma non solo, infatti, a questo punto, va spiegata un’altra cosa.

   Cosa succede se pigliamo in mano un elastico, lo stiriamo e poi lo lasciamo andare?

   L’elastico riacquisterà la propria dimensione fisica e non perderà le sue capacità di flessione, contrazione e ripristino del suo stato normale a riposo.

   Cosa succede se mastichiamo del chewing-gum e poi, quando abbiamo in bocca una bella palle di cicca molle ed elastica ne pigliamo un pezzetto con due dita e lo tiriamo fuori dalla bocca?

   Quando lo lasceremo andare, questo materiale elastico, fra virgolette, non riacquisterà la sua forma originale anche se tenterà di riprodurre una certa forma di elasticità facendo finta di contrarsi.

   Bene, a grandi linee, ciò è quanto accade quando i nostri tendini vengono stirati violentemente: essi rimangono laschi, anche se non completamente, perché è come se stirandosi eccessivamente perdessero la loro elasticità.

   Pensate all’articolazione delle vostre caviglie e così capirete perché dopo un “storta” seria la caviglia stessa sembrerà indebolita e non più capace di mantenere ben allineati e compressi i tendini che scorrono localmente e che garantiscono rotazioni a 360° del piede senza la minima perdita di resistenza ad ogni sforzo e quindi la capacità di mantenervi saldi in piedi anche in condizioni di equilibrio critico.

   Pensate ora all’articolazione del vostro ginocchio: mentre nella zona della caviglia abbiamo ossa lunghe che si articolano con ossa corte e interrompere gli equilibri di leva risulta molto più difficile, quando si parla dell’articolazione sita a metà della gamba, in effetti, far forza di leva con “braccia” così lunghe è molto più semplice, e quindi far danni seri.

   Pensate al vostro meccanico che non riesce a smollare un dado di un bullone.

   Infilerà il terminale della chiave inglese in un tubo, o simili, che gli consentiranno di allungare il braccio con cui far leva, e risolverà i suoi problemi senza troppi sforzi.

   Ora pensate al carico in chilogrammi che grava sull’articolazione del ginocchio e pensate anche alla lunghezza delle ossa inferiori della vostra gamba e così capirete subito come sia semplice far danni in quell’articolazione intermedia cos’ caricata di peso e spinte oltre ad ogni logica.

   Sapevate già tutto?

   Meglio, una ragione di più per controllare il proprio peso corporeo e per pensare di tanto in quanto a rimuovere un po’ di ruggine da quell’articolazione.

   Anni fa un grande Maestro di Arti Marziali mi aveva insegnato come fare a “sciogliere” anche in pochi minuti le articolazioni delle vertebre cervicali arrugginite, io nel mio piccolo, mi sono inventato un sistema simile che funziona molto bene anche con le articolazioni del ginocchio, con quelle delle caviglie non ci sono ancora riuscito, ma mai dire l’ultima parola e soprattutto mai diffidare delle reali possibilità di risolvere i problemi del nostro organismo anche senza dover ricorrere ai soliti farmaci.

   Siete proprio sicuri che Chi ci ha inventato, programmato e fatti evolvere naturalmente non avesse pensato anche a farci il dono di poterci assistere e curare anche solo con la forza delle Bioenergie che possiamo emanare?

   Certo che se uno si fa da mattina a sera, fuma, si ubriaca, mangia in modo smodato, non conosce regole, per lui gli stravizi sono un quotidiano compagno di giochi nonché un sistema di vita preso a sempiterno modello, etc, etc, parlar di Bioenergie, in questi casi, fa ridere anche me.

   Vedete voi.