Esistono alcune regole di vita, o meglio, di convivenza civile, se uno ci tiene, sia ben inteso, se no …, vada pure a fare, ad esempio, lo spacciatore, che i soldi per il Pane mancano ma quel Mercato è sempre più che fiorente e così problemi economici non ne avrà mai, e che sono propedeutiche per una convivenza pacifica e per dei miglioramenti sociali oggettivi, da cui non ci si può discostare più di tanto se veramente si tiene ad ottenere dei risultati positivi a prova di qualsiasi interferenza di parte.

   Io non sono certo un Maestro di Vita però, almeno personalmente, mantengo sempre all’erta gli occhi, le orecchie e tutti gli altri miei sensi che rimangono bene svegli nei limiti della mie capacità, nella speranza di non compiere ancora tanti passi falsi come quand’ero giovane, inesperto e anche un po’ incosciente, anche se questo tante volte mi ha aiutato e non poco a superare ostacoli che procedendo per vie “regolari” mai avrei potuto conseguire. 

   Certo che bisogna essere di una Statura umana sufficiente per non farsela sotto appena uno fa la voce più grossa (anche se fisicamente si è molto più piccoli … io anni fa ho portato in Tribunale la Banca Popolare di Milano e ho vinto la causa … e lasciamo perdere cosa poi mi è costato in termini di rappresaglie … ma, come vedete, sono sempre vivo e mordo ancora).

   E dato che i migliori insegnamenti, i migliori consigli di solito sono quelli trasmessi con gli esempi pratici, con l’ESEMPIO personale convinto, coraggioso, amoroso, non è proprio così semplice, soprattutto dalle righe di questo Blog, versare nel cervello altrui correttamente il frutto di quanto talvolta magari è costato arrabbiature, dolore, delusioni, scoramenti, ripicche, vendette, e così via.

   In tutto questo discorso esiste però una dominante comune che bypassa facilmente la difficoltà di fare di ogni situazione, di ogni caso, oggetto di critica singola e limitata, di relativa discussione e di tentativo di revisione: sto parlando dell’ONESTA’ intellettuale del Bonus Vir.

   Dite poco?

   Io credo che essa sia invece tutto, che sia l’organo motore più importante di qualsiasi nostro pensiero o gesto.

   Certo che all’Onestà intellettuale non deve mai mancare il supporto di quella colonna portante che è il Coraggio.

   Coraggio di essere quel che si è, si pensa e si fa e di essere, di dire e fare quel che si pensa: e questo non è uno stupido gioco letterario di parole.

    È una delle prove più difficili a cui viene sottoposto qualsiasi essere umano onesto e che vuole continuare ad esserlo a dispetto di tutto il filo spinato ruggine, tagliente, vigliacco e abusivo che incontra quotidianamente lungo la sua Strada.

   E non lo si può nemmeno definire con la parola Coerenza, un certo “modus operandi”, perché se uno è vigliacco dalla nascita di suo, in che modo e misura dovrebbe essere coerente, anche se si fregia per sistema delle famose penne del pavone?

   Onestà, Coraggio, Coerenza, mentre si cerca ci comprendere meglio la Realtà che ci sta attorno, e senza giocare a fare i Robin Hood della Domenica, rimanere determinati a testimoniare in toto, mettendoci la faccia … e non solo, anche di fronte a chi non può e non potrà mai esserci amico, perché in questo caso si autoterminerebbe da solo.

   Oggi non desidero fare paralleli con la nostra situazione politica in mano a persone che onestamente non ritengo all’altezza del Seggio che calcano col proprio deretano, ma se uno proprio ne avesse voglia, faccia qualche ulteriore valutazione, anche sulla base di quanto ho scritto, ma, per carità di Dio, non pensi al suicidio, lasci questo pensiero, come futuro compitino delle vacanze, a tutti quei tacchini dal petto gonfio che ne hanno ancora sicuramente per poco perché il Progresso, secondo il mio umil parere, un dato positivo ce l’ha: l’accelerazione delle situazioni, ciò che qualche secolo fa richiedeva tanto, troppo tempo per giungere a maturazione del solito bubbone sociale, oggi, con tutta questa velocizzazione, proprio non ce ne è più per nessuno che non sia veramente PADRONE della situazioni, e non perché è tanto bravo a fare i conti col pallottoliere, quello dei numeri, non quello della VITA.

   Mi ricorda tanto quella strip di B.C. che chiedeva a Curl il Riccio, ultimo arrivato, in cosa fosse specializzato.

   E Curl: … in umorismo sarcastico …

   E B.C. …: … me ne dia un esempio …

   E Curl: … tanto piacere di fare la sua conoscenza.

   Non posso non pensare ad un B.C nelle vesti di Revisore di Conti, altissima carica, di responsabilità, da vero ragioniere di lusso … e necessariamente senz’anima (sempre fuori dalle righe di casa propria, s’intende) che sta chiedendo a Curl di presentare le sue competenze personali.

   Firmato da un ex Bocconiano che NON ha terminato gli studi nel famoso Ateneo facendo a suo tempo COSCIENTEMENTE il Gran Rifiuto per il Sistema.

   Uno dei nuovi orientamenti in Psicopedagogia Infantile è rappresentato dalla decisione cosciente (incosciente) e ben determinata di molti genitori, tutori, di troppi insegnanti “moderni”, di “NON VOLER INSEGNARE” il concetto di Obbedienza sin dai primi anni di età, come se si trattasse di un Virus tipo AIDS.

   Il tutto in osservanza delle teorie mai dimostrate di quella frangia di Scuola di Psicologia Comportamentalista che si batte per l’ottenimento dell’indipendenza e dell’autodeterminazione, quindi assolutamente contraria all’Obbedienza dovuta come obbligo, anche quando sarebbe saggio, una questione di Fiducia  di base, e sino dai primi giorni di vita di qualsiasi individuo appena uscito dal ventre materno (o paterno, ormai non si capisce più bene) insomma come parlare ad un cinese in bergamasco pensando di avere trasmesso concetti perfettamente comprensibili.

   L’Obbedienza, così viene ipotizzato, viene vista come pericoloso condizionamento nei confronti della Psiche dei bimbi in fase di crescita, un qualcosa che lascia relegato ad altri piuttosto che a se stessi qualsiasi tipo di decisione o responsabilità, il tutto al fine di privarli molto negativamente sin sul nascere, di ogni stimolo ad affrontare in un immediato futuro  con le proprie forze tutte le prove che la Vita ci obbliga a dover gestire.

   E’ sicuramente una nuova visione del metodo per gettare in una mente vergine le “basi” della Coscienza.

   Anche una nuova visione di un Mondo in cui si può vivere senza dover mai rendere conto a nessuno delle proprie azioni, se non dei propri pensieri.

   Realtà o Fantasia?

   Obbedire a chi, insomma, se ciò può limitare i confini del nostro orticello che possiamo spingere ad Alfa Centauri se lo vogliamo, senza chiedere il permesso a nessuno e senza pagare corrispettivi e dazi di alcun tipo o valore?

   Ma potersi affrancare da un progetto di Obbedienza volendo arbitrariamente disobbedire in Coscienza a certe Regole che sono un fondamento della vita di gruppo, presuppone Conoscenza, il più globale possibile se la si vuol motivare, o no?

   A partire da quando poi, da un anno, due, tre anni di vita?

   Non sarà mica allora questa la vera e moderna Libertà di Spirito da costruire, quella della Coscienza senza Conoscenza, quella improvvisata con click del mouse sul Pc collegato in Rete, che non richiede più, a monte, una seria edificazione nel tempo e col sacrificio, con l’impegno personale, di un bagaglio di nozioni vitali?

   Di sicuro gli Spiriti Liberi adulti e maturi e che si sono già fatti una visione a 360° della vita, da soli o in compagnia, sanno conservarsi tali anche se imprigionati da catene più grandi di loro, vincoli che per quanto aggressivi non riusciranno mai a condizionarli nella loro natura di esseri, vivaddio, superiori, ma questo è un altro discorso.

   E questi non sono né menù da Pizzeria all’angolo, né biada per chiunque.

   L’Obbedienza, si afferma, non serve è sufficiente farsi pilotare dalla propria Coscienza … (occhio, stiamo parlando di esseri umani a partire da 2, 3 o 4 anni di età … quando molti piccoli si fanno ancora pipì e cacca addosso … e non possiedono ancora nemmeno la conoscenza e la padronanza del corpo in cui vivono… come se tutti gli adulti ci fossero riusciti  tramite processi di vita automatici e scontati…)

   A me sembra che iniziative di questo tipo, decisamente inconsuete, “moderne”, vadano benissimo tranne che per un unico limite operativo: l’Età, perché un bimbo che ha appena imparato ad esprimersi a parole e sta timidamente rivelando le prime sfaccettature del proprio carattere non può assolutamente essere in grado di gestire autonomamente la realtà del Mondo che lo circonda e che ha iniziato a coinvolgerlo nei suoi ritmi di vita sociale molto poco “delicati” anche se l’adulto che lo sta allevando con queste new entry, da furbo, pensa, giusto per attuare positivamente questo metodo, di offrirgli più possibilità di scelta, sempre per dargli una sensazione di Libertà di autodeterminazione, ma in realtà ben “pilotate” e comunque all’interno di un recinto ben preciso che però è solo quello del proprio modo di vedere la vita, anche il più egocentrico ed egoista, non importa, basta che altri non mettano naso.

   Risultato sarà che il bimbo si convincerà nel suo intimo che le sue capacità non hanno limiti e che non è costretto a rispettare il volere altrui anche se questi, il furbo di turno, lo avrà solo portato a fare una scelta ben inquadrata e dlimitata tra le soluzioni da lui preprogrammate.

   Ma da un punto di vista psicologico e formativo verrà a trovarsi nelle medesime condizioni di quegli psicolabili che vanno a vedere un Gran Premio Automobilistico, si gasano per un paio d’ore durante il suo svolgimento e poi quando tutto è finito e stanno tornando a casa sulla loro Bianchina alla Fantozzi, schiacciano l’acceleratore pensando che sia quello della Ferrari e finiscono per farsi e fare del male anche ad altri andando inevitabilmente a sbattere.

   Anche perché i piccoli sono come spugne e assorbono qualsiasi stimolo esterno, qualsiasi messaggio, qualsiasi comportamento, buono o cattivo che sia: un bimbo rimane indifeso per molti anni, è Natura, ma intanto osserva e cerca di emulare e bisogna insegnargli a rispettare quelle Regole che poi esistono anche a tutela dei suoi stessi interessi.

   La Libertà è un traguardo, non uno strumento da utilizzare a proprio piacimento, se mai una condizione necessaria per molti a cui manca ancora qualche scalino nella scala della crescita.

   Saper obbedire significa anche, all’occorrenza, avere la garanzia di poter ricevere protezione senza trovarsi tra i piedi troppi ostacoli, guai a chi gli toglie la possibilità di crescere secondo direttive corrette, cablate e collaudate da un’ampia e valida esperienza.

   Le Regole, i famosi “paletti”.

   Se mai, fargli capire a chi può e deve dar retta, a chi deve concedere la propria fiducia, ma non secondo i suoi criteri di scelta di piscione immaturo facilmente plagiabile.

   Un Genitore, un Educatore, non possono poi ABUSARE mai del concetto: “cresciamo assieme”, loro dovrebbero esser già ampiamente cresciuti, al limite, essendo così permissivi, dimostrano solo il loro timore celato e inconfessato di perdere l’affetto e la stima dei loro piccoli: gravissimo errore di valutazione e figlio di insicurezze mai superate !

   L’amore di un figlio non scaturisce da queste piccinerie.

   I figli più amorosi sono di solito i figli di Puttana, senza offesa per le Professioniste appena citate.

   In poche parole un piccolo, mentre inizia a fare le sue esperienze, ha bisogno di uno Spirito Guida, sia esso quello della Madre o del Padre, o di chi in quel momento ne fa le veci e che tra l’altro, per Legge, deve rispondere personalmente sul piano Sociale sino alla maggiore età dei piccoli affidati in termini di responsabilità assoluta.

   E questi hanno quindi il Dovere di non creare strani finti Limbi nati solo dai loro complessi e dalle loro scorie mentali.

   Messo e non concesso che il sistema a cui accennavo abbia dei lati positivi contro ad ogni aspettativa dettata dalla Tradizione, dalle esperienze personali, la risultante non potrà però che essere quella di allevare un essere incentivandolo a diventare egocentrico, presuntuoso, superbo, convinto di essere il Signor Iosotutto, e quel che è più grave sicuramente incapace di mettersi a confronto con i suoi simili, di reagire nel modo corretto quando poi si troverà inevitabilmente contro a chi è più grosso il doppio di lui, la pensa in un altro modo e col suo “peso” gliela farà veder lui, con le buone o con le cattive, oppure, nel rimanente dei casi, crescerà in un mondo molto poco reale tutto suo e sempre pronto a prevaricare scorrettamente chi non la pensa come lui, anzi, della cosa non gliene potrà mai fregar di meno.

   Se fate una piccola ricerca sul concetto di Obbedienza, vedrete che subito il discorso scivola sulle sue attinenze con le logiche comportamentali della vita Religiosa, in cui l’Obbedienza stessa è uno dei cardini principali del Sistema oltre che rappresentare una forma di Rispetto nei confronti di chi volenti o nolenti, ci è superiore di Grado, di Cultura, di Intelligenza, di capacità.

   Ricordate le condizioni di vita durante la Naja (per chi l’ha fatta)?

   Anche senza bisogno di essere stati a Fort Apaches in quel di Macomer, Sardegna, chiunque ne sa qualcosa in quanto a scuola di coercizione, rispetto coatto, imposizioni apparentemente assurde, obbedienza pronta, cieca, assoluta, dura, molto dura, ma altamente formativa nei confronti della solidità interiore di un adolescente che sta diventando uomo e che nella vita non dovrà indossare il Tutù rosa come abito quotidiano, anche se alla mamma magari piacerebbe tanto.

   Non dimentichiamolo mai: senza stress, senza Dolore non v’è crescita.

   E quindi potete anche capire l’origine di tanta avversione, per questioni di principio, a voler far capire ad un minore, da parte di molte persone nate o diventate insofferenti di qualsiasi forma di Ordine, anche per questioni di credo politico o antireligioso, l’importanza di un gesto che non significa necessariamente sottomissione coatta ma accondiscimento sempre più cosciente e partecipe nei confronti di chi sa di più, di chi è più capace, di chi sa come gestire ogni situazione critica, o quasi, e guarda caso anche di rispetto nei confronti di chi si è assunto delle precise responsabilità nei suoi confronti.

   A me personalmente non interessa capire se ciò sia giusto o meno, ma di fatto, saper obbedire, saper rinunciare alle urla del proprio Io che chiama Libertà solo il proprio comodo, che acconsente ad ascoltare solo le ragioni dei propri punti di vista, è un vera prova di forza e di maturità che va costruita con pazienza, con amore e col dialogo perché si può imparare ad obbedire non perché si sia stati costretti ma perché si è stati aiutati a comprendere, soprattutto con l’esempio e con la dolcezza, che si trattava della decisione più saggia il cui significato e la cui portata in quel momento forse ci sfuggivano a causa della nostra esperienza ancora troppo sottile.

   E i bimbi hanno gli occhi molto acuti, sanno discernere quale linea sia da seguire preferenzialmente e si rendono perfettamente conto del loro ruolo e di quello di coloro che possono anche ritenere necessario di doverli tenere per mano molto saldamente senza cedere su concessioni inutili ed altamente diseducative.

   E poi, lo si vede persino in tanti adulti, anche ora che siamo nel 2012, che si può trascorrere (pagando, s’intende, sempre pagando) una settimana di ferie nello spazio in orbita attorno alla Terra, e c’è gratuitamente al nostro servizio la Cultura del Computer, delle info usa e getta della Rete, di tante presunte posizioni “di coscienza” civile, politica, sindacale … quanta gente riesce a guardare attorno a sé ma riuscendo a “vedere” a 360°?

   Anche senza Facebook o Twitter?

   Avanti Signori, venghino venghino, più gente entra, più bestie si vedono.