LA PADRONANZA DI SE STESSI

16 settembre 2014

La padronanza di se stessi

Di solito, il concetto di Padronanza di un qualcosa ne presuppone la relativa conoscenza, e non certo poco marginale, formale, poco approfondita.

Eppure molti si sentono padroni di se stessi, soprattutto del proprio corpo, senza avere la minima idea delle possibilità e dei limiti della carcassa che indossano, e poi si stupiscono quando questi non gli “obbedisce” e mostra limiti sino a quel momento maia riconosciuti o avvertiti anche in buona fede.

Non solo, non hanno nemmeno una conoscenza anatomica appena approfondita se pur corretta della parte materiale di se stessi anche se finite le solite ore di lavoro, sono già pronti in tuta e scarpette da Ginnastica a fare Tai-Chi o a praticare altre forme altrettanto valide in quanto alla conservazione ed alla giusta manutenzione del proprio fisico (e riuscendoci, anche della propria mente).

E’ così che nascono iniziative, attività peraltro lodevolissime il cui esito nel breve termine temporale convince della loro efficienza e di quanta positività riescono a generare sui nostri mucchietti di ossa circondati da un pò di ciccia stagionata o meno.

Si tratta solo di capire che queste sono le immediate conseguenze di un fatto meccanico: basta pompare un po’ di adrenalina in circolo e il nostro corpo, di questi tempi spesso “addormentato” e poco avvezzo a certi stimoli, subito genera degli stati di alto gradimento dal punto di vista organico regalando endorfine a palettate e illusioni di equilibri superiori.

Ma le cose poi si fermano lì e come dicono a Napoli, passata la Festa, gabbato lu santo.

Possibile che non esista un sistema invece che garantisca una certa continuità di Forma, vera, robusta, resistente alle aggressioni degli stressi quotidiani e che regali anche sicurezze mentali?

Esiste, esiste.

Per comprenderne la giusta portata di questi processi, è necessario che la mente compia un salto qualitativo e non si areni di fronte alla richiesta di un certo impegno poiché si tratta di percorsi individuali che vanno costruiti con pazienza, costanza e determinazione, con convinzione, senza la presenza delle solite platee a cui si è ormai abituati a mostrarci pur confondendoci abilmente nella massa non appena qualcuno ci chiama in causa richiedendo forze che in realtà sono solo virtuali.

Una cosa è sicura: chi comprende la portata di quanto sto dicendo può star certo che poi, quando il processo di vera e propria crescita di cui sto parlando inizierà a mostrare i primi frutti, anche se nessuno gli offrirà un patentino con relativa medaglia e fiocco variopinto, non avrà più timore di osservare più a lungo del solito la propria immagine riflessa da uno specchio e si stupirà, anche senza alcuna forzatura in merito, nel constatare quanto saranno gli Altri a voler curiosare sul perché di tanta nuove sicurezze reali e non ostentate perché talmente trasparenti da doverle persino, talvolta, nascondere per quieto vivere.

   Uno dei nuovi orientamenti in Psicopedagogia Infantile è rappresentato dalla decisione cosciente (incosciente) e ben determinata di molti genitori, tutori, di troppi insegnanti “moderni”, di “NON VOLER INSEGNARE” il concetto di Obbedienza sin dai primi anni di età, come se si trattasse di un Virus tipo AIDS.

   Il tutto in osservanza delle teorie mai dimostrate di quella frangia di Scuola di Psicologia Comportamentalista che si batte per l’ottenimento dell’indipendenza e dell’autodeterminazione, quindi assolutamente contraria all’Obbedienza dovuta come obbligo, anche quando sarebbe saggio, una questione di Fiducia  di base, e sino dai primi giorni di vita di qualsiasi individuo appena uscito dal ventre materno (o paterno, ormai non si capisce più bene) insomma come parlare ad un cinese in bergamasco pensando di avere trasmesso concetti perfettamente comprensibili.

   L’Obbedienza, così viene ipotizzato, viene vista come pericoloso condizionamento nei confronti della Psiche dei bimbi in fase di crescita, un qualcosa che lascia relegato ad altri piuttosto che a se stessi qualsiasi tipo di decisione o responsabilità, il tutto al fine di privarli molto negativamente sin sul nascere, di ogni stimolo ad affrontare in un immediato futuro  con le proprie forze tutte le prove che la Vita ci obbliga a dover gestire.

   E’ sicuramente una nuova visione del metodo per gettare in una mente vergine le “basi” della Coscienza.

   Anche una nuova visione di un Mondo in cui si può vivere senza dover mai rendere conto a nessuno delle proprie azioni, se non dei propri pensieri.

   Realtà o Fantasia?

   Obbedire a chi, insomma, se ciò può limitare i confini del nostro orticello che possiamo spingere ad Alfa Centauri se lo vogliamo, senza chiedere il permesso a nessuno e senza pagare corrispettivi e dazi di alcun tipo o valore?

   Ma potersi affrancare da un progetto di Obbedienza volendo arbitrariamente disobbedire in Coscienza a certe Regole che sono un fondamento della vita di gruppo, presuppone Conoscenza, il più globale possibile se la si vuol motivare, o no?

   A partire da quando poi, da un anno, due, tre anni di vita?

   Non sarà mica allora questa la vera e moderna Libertà di Spirito da costruire, quella della Coscienza senza Conoscenza, quella improvvisata con click del mouse sul Pc collegato in Rete, che non richiede più, a monte, una seria edificazione nel tempo e col sacrificio, con l’impegno personale, di un bagaglio di nozioni vitali?

   Di sicuro gli Spiriti Liberi adulti e maturi e che si sono già fatti una visione a 360° della vita, da soli o in compagnia, sanno conservarsi tali anche se imprigionati da catene più grandi di loro, vincoli che per quanto aggressivi non riusciranno mai a condizionarli nella loro natura di esseri, vivaddio, superiori, ma questo è un altro discorso.

   E questi non sono né menù da Pizzeria all’angolo, né biada per chiunque.

   L’Obbedienza, si afferma, non serve è sufficiente farsi pilotare dalla propria Coscienza … (occhio, stiamo parlando di esseri umani a partire da 2, 3 o 4 anni di età … quando molti piccoli si fanno ancora pipì e cacca addosso … e non possiedono ancora nemmeno la conoscenza e la padronanza del corpo in cui vivono… come se tutti gli adulti ci fossero riusciti  tramite processi di vita automatici e scontati…)

   A me sembra che iniziative di questo tipo, decisamente inconsuete, “moderne”, vadano benissimo tranne che per un unico limite operativo: l’Età, perché un bimbo che ha appena imparato ad esprimersi a parole e sta timidamente rivelando le prime sfaccettature del proprio carattere non può assolutamente essere in grado di gestire autonomamente la realtà del Mondo che lo circonda e che ha iniziato a coinvolgerlo nei suoi ritmi di vita sociale molto poco “delicati” anche se l’adulto che lo sta allevando con queste new entry, da furbo, pensa, giusto per attuare positivamente questo metodo, di offrirgli più possibilità di scelta, sempre per dargli una sensazione di Libertà di autodeterminazione, ma in realtà ben “pilotate” e comunque all’interno di un recinto ben preciso che però è solo quello del proprio modo di vedere la vita, anche il più egocentrico ed egoista, non importa, basta che altri non mettano naso.

   Risultato sarà che il bimbo si convincerà nel suo intimo che le sue capacità non hanno limiti e che non è costretto a rispettare il volere altrui anche se questi, il furbo di turno, lo avrà solo portato a fare una scelta ben inquadrata e dlimitata tra le soluzioni da lui preprogrammate.

   Ma da un punto di vista psicologico e formativo verrà a trovarsi nelle medesime condizioni di quegli psicolabili che vanno a vedere un Gran Premio Automobilistico, si gasano per un paio d’ore durante il suo svolgimento e poi quando tutto è finito e stanno tornando a casa sulla loro Bianchina alla Fantozzi, schiacciano l’acceleratore pensando che sia quello della Ferrari e finiscono per farsi e fare del male anche ad altri andando inevitabilmente a sbattere.

   Anche perché i piccoli sono come spugne e assorbono qualsiasi stimolo esterno, qualsiasi messaggio, qualsiasi comportamento, buono o cattivo che sia: un bimbo rimane indifeso per molti anni, è Natura, ma intanto osserva e cerca di emulare e bisogna insegnargli a rispettare quelle Regole che poi esistono anche a tutela dei suoi stessi interessi.

   La Libertà è un traguardo, non uno strumento da utilizzare a proprio piacimento, se mai una condizione necessaria per molti a cui manca ancora qualche scalino nella scala della crescita.

   Saper obbedire significa anche, all’occorrenza, avere la garanzia di poter ricevere protezione senza trovarsi tra i piedi troppi ostacoli, guai a chi gli toglie la possibilità di crescere secondo direttive corrette, cablate e collaudate da un’ampia e valida esperienza.

   Le Regole, i famosi “paletti”.

   Se mai, fargli capire a chi può e deve dar retta, a chi deve concedere la propria fiducia, ma non secondo i suoi criteri di scelta di piscione immaturo facilmente plagiabile.

   Un Genitore, un Educatore, non possono poi ABUSARE mai del concetto: “cresciamo assieme”, loro dovrebbero esser già ampiamente cresciuti, al limite, essendo così permissivi, dimostrano solo il loro timore celato e inconfessato di perdere l’affetto e la stima dei loro piccoli: gravissimo errore di valutazione e figlio di insicurezze mai superate !

   L’amore di un figlio non scaturisce da queste piccinerie.

   I figli più amorosi sono di solito i figli di Puttana, senza offesa per le Professioniste appena citate.

   In poche parole un piccolo, mentre inizia a fare le sue esperienze, ha bisogno di uno Spirito Guida, sia esso quello della Madre o del Padre, o di chi in quel momento ne fa le veci e che tra l’altro, per Legge, deve rispondere personalmente sul piano Sociale sino alla maggiore età dei piccoli affidati in termini di responsabilità assoluta.

   E questi hanno quindi il Dovere di non creare strani finti Limbi nati solo dai loro complessi e dalle loro scorie mentali.

   Messo e non concesso che il sistema a cui accennavo abbia dei lati positivi contro ad ogni aspettativa dettata dalla Tradizione, dalle esperienze personali, la risultante non potrà però che essere quella di allevare un essere incentivandolo a diventare egocentrico, presuntuoso, superbo, convinto di essere il Signor Iosotutto, e quel che è più grave sicuramente incapace di mettersi a confronto con i suoi simili, di reagire nel modo corretto quando poi si troverà inevitabilmente contro a chi è più grosso il doppio di lui, la pensa in un altro modo e col suo “peso” gliela farà veder lui, con le buone o con le cattive, oppure, nel rimanente dei casi, crescerà in un mondo molto poco reale tutto suo e sempre pronto a prevaricare scorrettamente chi non la pensa come lui, anzi, della cosa non gliene potrà mai fregar di meno.

   Se fate una piccola ricerca sul concetto di Obbedienza, vedrete che subito il discorso scivola sulle sue attinenze con le logiche comportamentali della vita Religiosa, in cui l’Obbedienza stessa è uno dei cardini principali del Sistema oltre che rappresentare una forma di Rispetto nei confronti di chi volenti o nolenti, ci è superiore di Grado, di Cultura, di Intelligenza, di capacità.

   Ricordate le condizioni di vita durante la Naja (per chi l’ha fatta)?

   Anche senza bisogno di essere stati a Fort Apaches in quel di Macomer, Sardegna, chiunque ne sa qualcosa in quanto a scuola di coercizione, rispetto coatto, imposizioni apparentemente assurde, obbedienza pronta, cieca, assoluta, dura, molto dura, ma altamente formativa nei confronti della solidità interiore di un adolescente che sta diventando uomo e che nella vita non dovrà indossare il Tutù rosa come abito quotidiano, anche se alla mamma magari piacerebbe tanto.

   Non dimentichiamolo mai: senza stress, senza Dolore non v’è crescita.

   E quindi potete anche capire l’origine di tanta avversione, per questioni di principio, a voler far capire ad un minore, da parte di molte persone nate o diventate insofferenti di qualsiasi forma di Ordine, anche per questioni di credo politico o antireligioso, l’importanza di un gesto che non significa necessariamente sottomissione coatta ma accondiscimento sempre più cosciente e partecipe nei confronti di chi sa di più, di chi è più capace, di chi sa come gestire ogni situazione critica, o quasi, e guarda caso anche di rispetto nei confronti di chi si è assunto delle precise responsabilità nei suoi confronti.

   A me personalmente non interessa capire se ciò sia giusto o meno, ma di fatto, saper obbedire, saper rinunciare alle urla del proprio Io che chiama Libertà solo il proprio comodo, che acconsente ad ascoltare solo le ragioni dei propri punti di vista, è un vera prova di forza e di maturità che va costruita con pazienza, con amore e col dialogo perché si può imparare ad obbedire non perché si sia stati costretti ma perché si è stati aiutati a comprendere, soprattutto con l’esempio e con la dolcezza, che si trattava della decisione più saggia il cui significato e la cui portata in quel momento forse ci sfuggivano a causa della nostra esperienza ancora troppo sottile.

   E i bimbi hanno gli occhi molto acuti, sanno discernere quale linea sia da seguire preferenzialmente e si rendono perfettamente conto del loro ruolo e di quello di coloro che possono anche ritenere necessario di doverli tenere per mano molto saldamente senza cedere su concessioni inutili ed altamente diseducative.

   E poi, lo si vede persino in tanti adulti, anche ora che siamo nel 2012, che si può trascorrere (pagando, s’intende, sempre pagando) una settimana di ferie nello spazio in orbita attorno alla Terra, e c’è gratuitamente al nostro servizio la Cultura del Computer, delle info usa e getta della Rete, di tante presunte posizioni “di coscienza” civile, politica, sindacale … quanta gente riesce a guardare attorno a sé ma riuscendo a “vedere” a 360°?

   Anche senza Facebook o Twitter?

   Avanti Signori, venghino venghino, più gente entra, più bestie si vedono.

 

 

   In Natura, anche quando il nostro modo di vedere le cose ci fa pensare il contrario, TUTTO  E’ E DEVE ESSERE EQUILIBRIO o ricerca automatica e continua di esso.

   Ed Equilibrio non significa assolutamente raggiungimento di uno status in cui tutto sia moralmente giusto secondo i nostri criteri.

   Questo perché la Morale l’ha inventata l’uomo dopo essersi fatto qualche conto in tasca.

   Intendo Morale, non Etica, come Realtà non Verità perché anche in questo caso la seconda è Legge pilastro del Creato, l’altra nasce dal suo rapporto tra questo Valore che prescinde da ogni cosa e l’ Io Sensibile del piccolo essere umano che di regola si dimentica, anche per suo comodo e pure senza volerlo dichiaratamente, di questo aspetto dell’Essere e del Divenire.

   Io credo che, a parte l’aspetto religioso della questione, a cui chiunque è libero di fare riferimento, ma di cui non è vitale importanza la necessità del rispetto pronto, cieco, assoluto, per qualcuno fiducioso, per vivere una vita degna, corretta, giusta e socialmente impeccabile, il farsi condizionare nei giudizi e quindi nei comportamenti da visioni utilitaristiche personali, particolari, anche del Gruppo, non solo del singolo, io credo che tutto ciò sia profondamente limitativo e sbagliato.

   Certamente, se uno desidera impostare la propria esistenza guardando un po’ più in alto della punta delle proprie ciabatte e soprattutto senza confondere questo Alto con la Luna e le Stelle, non deve trascorrere la propria esistenza pensando solo alla partita di pallone, ma deve impegnarsi molto seriamente in quel processo di Conoscenza, innanzi tutto di se stesso, che poi diventa Coscienza e metodo vita.

   Vivendo in questo Mondo, noi veniamo messi alla prova dalla Realtà di ciò che ci circonda in ogni istante e con noi le nostre capacità critiche, di comportamento, di reazione e soprattutto viene messo in discussione il nostro Equilibrio.

   Appunto.

   E non sempre è facile, piacevole, e scontato il dover riconoscere che se le cose prendono un certo corso che a noi proprio bene non sta, non è assolutamente detto che in quel momento non si stia svolgendo un processo di vita normale in cui i nostri interessi di piccoli uomini sono veramente solo parificabili a quelli di una pulce incazzata che saltella da una parte all’altra della Via Lattea.

   Perché scandalizzarsi se il leone deve mangiarsi la sua preda preferita, la zebra, mentr’essa è ancora viva?

   La Natura ha pensato anche a questo ed ha concesso alla povera zebra di autoimmunizzarsi dal dolore entrando automaticamente in trance.

   Perché fare tante storie su una pelliccia di visone e poi indossare scarpe, cinture, accessori di ogni tipo di pelle animale?

   Per quale motivo curarsi all’occorrenza con dei farmaci che altro non sono che il frutto della sperimentazione sugli animali, sperimentazione che spesso deve esser fatta in vivo se si cercano risultati scientifici sicuri ed attendibili?

   Per quale motivo far finta che il più antico mestiere del mondo, la prostituzione, non esiste o che se esiste non ci sia un corrispettivo in danaro o favori come gli introiti, tassabili, di qualsiasi altra operazione commerciale o di transazione?

  Mio Padre, a suo tempo mi aveva insegnato che quando un uomo prende coscienza di una realtà, da quel momento in avanti, non si può più permettere di non ascoltare una volta si e una no la voce della propria Coscienza, perché se una Legge esiste ed è voce di giustizia, di equilibrio, di parità di rispetto, deve essere uguale per tutti, e se quella Legge che in quel momento manca proprio non c’è, ci devi pensare tu mettendoti in gioco con coraggio e determinazione.  

   Vi ricordate la vecchia storiella dei Carabinieri che stanno controllando le luci di un’auto, e alla domanda del Superiore se le frecce funzionano, l’altro che le sta osservando risponde: … adesso sì, adesso no …

   Ecco, troppa gente si comporta in questo modo, mentre dice, magari convinta, che sta applicando correttamente la Legge degli uomini, distribuendo il pane agli affamati, creando famiglie per poi distruggerle, giurando eterna Fedeltà e Amore per un’Ideale, per una Bandiera, per una donna o per un uomo …

   E’ inutile, le Leggi non servono ad un bel nulla se poi … fatta la Legge, scoperto l’inganno …

   Sarebbe sufficiente che ognuno scavasse dentro di sé, prendesse coscienza della sua Realtà in rapporto a quella degli altri e quindi comportandosi in conseguenza e tutto filerebbe liscio.

   Non l’ho inventato io, lo ha fatto qualche mille anni fa, un certo Socrate e l’aveva definito “Anarchismo Aristocratico”.

   Ma a parte i bei paroloni, così è se vi pare, anche se non.

   Io credo moltissimo nel valore di ogni tipo di insegnamento quando direttamente gestito e pilotato da un bravo insegnante, nel senso che questo valore deriva direttamente dalle qualità di chi insegna e che, almeno in teoria, dovrebbe possedere maggiori esperienze, maggiori sicurezze e maggior pratica “professionale” in genere di chiunque altro non faccia il suo mestiere.

   Tenendo anche dato per scontato il fatto che costui abbia idee chiare e corretta competenza sulla sua materia, e non solo, a prescindere da ciò che sta insegnando perché in fin dei conti, assieme alle informazioni che passa, trasmette anche una parte umana di sé stesso ed i surplus, i punti qualità, di un buon maestro, consistono proprio in questo.

   Le odierne logiche educative, informative etc. e relativi sistemi, si basano su ben altri principi in genere molto spersonalizzati, ossia è convinzione ormai comune che è sufficiente documentarsi “freddamente” su di un testo, un libretto di istruzioni, su ciò che si vuol apprendere e il gioco è fatto, perché, almeno in teoria, tutti sono capaci di leggere e di capire quel che leggono.

   Realtà, QUESTA, poi difficilissima da dimostrare in soldoni.

   Sulla riga dei nuovi orientamenti governativi, mi sto quasi chiedendo a cosa servono Scuole ed Insegnanti, si potrebbe proporre al nostro amato Ragionier Monti di eliminare una volta per tutte anche questa fonte di dispendio Statale, la Scuola, lasciando un po’ più di spazio ai poveri Parlamentari (ad esempio) e ai loro tirapiedi, pardòn, collaboratori e consulenti, tutti così poco pagati, stanno tutti lì a sgobbare solo per un senso di umano e civile dovere, quasi gratis, per non parlare dei benefit di cui non è proprio vero che godono i relativi fratelli, mogli, figli, nipoti, cugini sino al 7° grado … e non fatemi continuare con l’infame lista, anche se sarebbe sufficiente citare solo l’esempio del “trota” e di quaqnto percepisce a spese nostre per non fare un c…zo …

   Ma questa è un’altra storia.

   E tornando al discorso iniziale, Internet ci fornisce un esempio classico di ciò che sto affermando poiché quasi tutti sono ormai convinti che sia sufficiente leggere in Rete un’informazione qualsiasi per diventarne specialista ipso facto.

   Ma questo sistema, secondo il mio punto di vista, è un po’ come far sesso con una bambola di gomma (almeno io lo penso teoricamente, io, che grazie al cielo non ho mai avuto necessità di fare esperienze specifiche in merito … a proposito, un affettuoso e appassionato bacio alle mie ammiratrici … almeno quelle di un tempo …).

   Nel Post di ieri, ad esempio, parlavo di come è veramente impossibile apprendere correttamente le tecniche delle Arti Marziali, e poi ripeterle con le giuste dinamiche oltre che rispettando la parte puramente teorica delle “posizioni”da tenere: se il tutto non si svolge sotto il vigile occhio di un bravo Maestro, si fa come i motori accesi che girano in folle, che ogni tanto vanno su troppo di giri e poi grippano per nulla.

   Come coloro che si illudono di fare della ginnastica correttiva o anche solo della “buona ginnastica” ripetendo nel soggiorno di casa loro, pari pari, pensano loro, le immagini tratte da un DVD e proiettate su di uno schermo video.

   Manco si immaginano di come sia importante un controllo “esterno” e molto attento, una correzione continua di certe posture e di certi movimenti non solo per ottenere i giusti risultati ma anche e soprattutto per non peggiorare alcuni situazioni fisiche.

   Credetemi, sono veramente poche le persone che sanno rimaner sempre consce del proprio corpo e di come lo stanno gestendo.

   Ciò non toglie che, avendo le giuste capacità che non sono da tutti, e che di solito iniziano ad emergere con l’esperienza, si possa apprendere un mucchio di cose facendo gli autodidatti, i battitori liberi.

   Ma anche liberi di commettere errori se non si possiede di già, anche per Natura, una spiccata capacità critica, un buon livello di umile intelligenza e quel raro dono mentale che ci consente di farci ogni tanto venire il dubbio se stiamo facendo le cose giuste oppure no.

   E’ un po’ il discorso di quando si impara a leggere gli spartiti musicali e ad attuarli suonando uno strumento: un miliardo di suonatori, pochissimi i veri esecutori di livello.

   Tra l’altro, i famosi libretti di istruzioni che accompagnano ormai anche le confezioni dei profilattici sono stati redatti da uomini limitati come noi e non è infrequente che queste piccole bibbie siano spesso prive proprio delle informazioni che ci servono maggiormente.

   Volete un esempio?

   Chiavetta Telecom per Internet non stop, un bel contrattino di un certo peso economico, tra l’altro.

   La confezione sigillata contiene chiavetta, Sim, libretto di istruzioni, libretto di garanzia zeppo di raccomandazioni cretine del tipo … non buttarla in acqua o nel fuoco, non darla in mano ad un neonato se no se la mangia e poi muore soffocato … ma che ti caschi un fulmine in testa se c’è scritto come aprire il contenitore chiavetta per infilargli dentro la Sim.

   Se non sapete come si fa, vi garantisco che la cosa non è così semplice ed intuitiva e rischiate pure di spaccarla irreparabilmente.

   Ecco la parola giusta: INTUITIVA.

   Ciò che è intuitivo è più semplice da gestire, tante volte non serve nemmeno sapere più di tanto per compiere una determinata azione.

   Diventa quasi un discorso di riflessi.

   Avete mai osservato cosa fanno molti informatici di mestiere quando digitando un testo commettono un errore?

   Credete che lo correggano?

   Neanche per sogno: cancellano la strip e la riscrivono per intero da capo.

  E se sbagliano ancora, ripetono la medesima operazione.

   Questa FILOSOFIA COMPORTAMENTALE parla chiaro: non importa capire quale errore si è fatto, perché lo si è fatto, basta cancellare e rifar tutto da capo, prima o poi, anche sbagliando, a furia di ripetere, si troverà la soluzione.

   Che tristezza, povero cervello relegato a funzionare (forse) solo di notte in balera per agitarsi assieme a tutti gli altri sulla stessa rotonda o quando si tratta di questione di vil pecunia e di livelo sociale.

   INTUICION ….

   Tipo usa e getta …

   Qual è stata la fortuna dei sistemi operativi per computer nati dopo il DOS?

   Il metodo “INTUICION” (= ”Intuitivo” per chi avesse dei dubbi sul significato in italiano del termine) ossia quel sistema per bimbi non troppo svegli, anche perché uno che vende carciofi o blue-jeans sul Mercatino, non è che proprio esperto in certe cose debba esserlo per forza, metodo che comunque, ad esempio con i Pc, ti fa localizzare sul suo schermo video ciò che stai cercando, solamente spostando il cursore a freccia pilotato dal mouse e premendo un paio di volte il tastino di sinistra, sempre del mouse, su di una piccola immagine, l’icona, che ti ricorda anche visivamente al primo colpo dove puoi trovare ciò che ti serve.

   Ora anche senza mouse con l’avvento degli schermi touch-screen.

   La povera tastiera, potente strumento in seno al Sistema mille volte di più, in quei momenti è solo uno scomodo surplus per chi ha poca voglia entrare nel sistema nel modo più corretto e professionale.

   Ci penserà poi il sistema operativo del computer a tradurre il tuo gesto meccanico in linguaggio macchina fornendogli i giusti e indispensabili comandi per poter eseguire quanto da te richiesto.

   Come gli extracomunitari che per noi raccolgono nei campi pomidori, zucchine, e molto di più, e, se qualcuno di loro è più sveglio degli altri (e anche di noi) trova altre soluzioni di lavoro e di vita, anche facendosi un culo così ma senza entrare nell’illecito, allora tutti i benpensanti di origine casalinga si incazzano e gli danno contro, essenzialmente perché lui ha usato il suo cervello e non si è limitato alle procedure, per così dire, semplificate di cui ognuno fa uso ed abuso.

   Come vedete, in molte situazioni, apparentemente slegate fra di loro, esiste un tramite da cui non si può prescindere, nel caso del Pc il linguaggio interno del computer, senza il quale nessuna funzione sarebbe possibile se non trovando il sistema di scrivergli personalmente ciò che si desidera, ma attenzione, SOLO nella SUA lingua, come si faceva col DOS e si fa ancora con computer molto sofisticati.

   Ma i linguaggi della vita quotidiana sono tanti e i “sottolinguaggi” ancor di più: bisogna darsi la sveglia, e darsi la sveglia non significa evadere tasse e contributi dovuti facendo i furbi mentre altri, facendo il loro sporcato, non sporco, Dovere, nuotano nella cacca.

   Visto che il 2012 è appena iniziato, lo vogliamo fare lo sforzo di esser almeno meno presuntuosi, meno tuttologi, meno sicuri di tutto e soprattutto PIU’ ONESTAMENTE ATTIVI?

   Occhio, perché ci stanno togliendo persino l’illusione di poter definire i destini della nostra vita, almeno come progetto non solo di crescita ma anche solo di sopravvivenza.

   Occhio anche tu, dall’alto del tuo Empireo, Ragionier Monti, i suicidi per merito anche di inadempienze dello Stato, che scandalosamente non si deve certo preoccupare di Esatri o Equitalia al pari del pensionato più sfigato, stanno aumentando in misura preoccupante.

   Inadempienze dello Stato o di chi fa finta di amministrarlo correttamente?

   Non te lo sei ancora domandato?

   In fin dei conti è pur sempre un tuo diretto dipendente …

   E quei suicidi non sono certo una forma di ricatto nei confronti del Potere tipo certi scioperi degli anni passati ampiamente manovrati da chiunque ne potesse trarre un guadagno politico, economico e non solo.

   Questi sono segnali di procurata instabilità emotiva a norma di Legge nei confronti dei più deboli lasciati scandalosamente soli.

   Presidente, me lo dici in un orecchio se di notte riesci a dormire tranquillo?

   Perché se ci riesci, allora comincio a preoccuparmi seriamente, per me, non per te, tu il deretano lo avrai sempre al caldo e ben protetto e non hai certo bisogno di tutele, almeno in questo senso.

   Per me e per le mie povere chiappe di misero contribuente, invece la storia è un po’ diversa.

   E comunque, stai ben attento che mica solo io, povero pirla, non mi sento oggi più che mai prima, tutelato dalle tanto decantate Strutture per cui paghiamo le Tasse, e cominciamo ad essere in tanti, in troppi ad avere questa sensazione.

   Vedi tu, Capo, se occhi hai.

   Dimenticavo, c’è chi guarda anche senza riuscire a vedere (poverino, non è colpa sua se sino a quel momento non gli hanno spiegato certe cose, ma si sa, se uno nasce nella bambagia, che colpe gli si possono poi imputare per la sua miopia?… si tratta solo di stupidi ma tragici problemi di sintonia … oppure si può anche pensare ad acquistare un paio di occhiali delle giuste diottrie? possiamo sempre fare una colletta noi, tanto, una più, una meno …).

   Speriamo solo che l’eco di qualcosa ti giunga ai timpani, sperando sempre che almeno con quelli tu ci senta e possa trasmettere CORRETTAMENTE, anche se non in DOS, i comandi giusti.

   E sta tranquillo, anche se vieni un po’ dalla nostra parte, nessuno ti toglierà il gessato, la camicia di Truzzi e le scarpe, in cavallina, di Schostal o di Rivolta, chissà quanti sanno di cosa sto parlando?, Tu sì di sicuro, a noi basta molto di meno e su di un piano totalmente differente dal tuo, per vivere sereni e paghi della nostra umile condizione.   

   Ma soprattutto di una cosa Ti vorrei chieder grazia, esimiti per cortesia di ammanirci le tue solite risposte all’inglese, rispetta un rispettoso e superiore silenzio, qualsiasi cosa ti vengano a dire, qualsiasi accusa ti facciano, agisci e basta, c’é già il buon Crozza che conosce bene un certo mestiere, non vorrai appropriarti anche di quello mentre cerchi di convincerci che pigliarla in c … , per i destini dello Stato, è bello?

   Almeno spiegaci prima cosa intendi per Stato e per la sua “mensa” quotidiana non proprio senza costi.

   Credetemi Gente, vorrei parlarvi di comportamento umano nei confronti di gatti e di cani, e guardate che non è un problema spicciolo di convivenza civile, vorrei parlarvi di comportamento umano nei confronti di chi è di più da parte di chi è di meno e viceversa, e pensate pure liberamente tutti voi di cosa vorrei parlarvi ancora senza fine.

   Eppure esistono degli “Schemi” formali che vanno rispettati, anche nella scelta di ciò che si deve dire per chiarire qualsiasi forma di dubbio, pena l’immediata accusa di esser di parte o di cercare di portar acqua al proprio mulino.

   Un esempio madornale?

   Cercavo su Internet informazioni SERIE sulle lombo-sciatalgie.

   Ho trovato un sito dove una persona, sicuramente competente, fa un’analisi accurata del problema tramite le risposte che si possono ottenere da una indagine comunemente definita “esame posturale”.

   Chiaramente, alla fine della presentazione tramite un filmato di buon livello sia tecnico che scientifico, il Presentatore diceva vagamente che nei confronti di certi problemi fisici, si poteva pensare di ricorrere al sistema A, B, C… facendo qualche nome ma senza esporsi più di tanto.

   Giustissimo, tu dare me dollaro, io dare te cammello …

   Invece c’è gente che pensa di andare in Rete e di poter attingere alla luce della Verità senza pagare MAI un centesimo, infatti qualcuno commentava molto irritato il fatto che quanto aveva appena visto scorrere in immagini gli sembrava solo un forma di autopromozione commerciale senza soluzioni concrete.

   E costui si incazza se non gli fanno dono di quel che vorrebbe conoscere subito e per Diritto (quale?) come se lui, stando dall’altra parte della barricata, si comporterebbe in modo differente.

   Troppo comodo, anzi sarebbe doveroso porgere un grazie a chi almeno ti ha indirizzato gratuitamente sulla strada giusta.

   Non mi venite a dire che in questi giorni non avete persino dimenticato i “siti porno” per meglio seguire la Politica Italiana e i nostri destini molto incerti.

   Ma non vi rendete conto che da decenni siamo in mano a persone a cui non è mai fregato nulla delle sorti dello Stato ma che hanno solo cercato di raggiungere posizioni dalle quali nessuno avrebbe mai potuto scalzarli?

   Per danaro?

   No, non credetelo, commettereste un errore di valutazione imperdonabile, profondo e infido come una trappola per bestie feroci nella Savana.

   No, solo per Potere, quello da cui poi dipende tutto.

   Il Potere, quel Potere, per certe persone è tutto e purtroppo queste persone non rappresentano la crema del genere umano.

   Torniamo a noi, ma senza dimenticarci di questa forma mentis, e soprattutto rendendoci onestamente conto che queste persone da noi tanto ben volute, non rappresentano la soluzione di certi problemi anche se ci piacerebbe credere nella realizzazione di certi sogni,  onesti e puri, si spera.

  Voi intanto, continuate a votarli tutti quelli là, sicuramente le vostre convinzioni più intime si sentiranno al settimo cielo, e vi sentirete rappresentati sino all’orlo dei vostri slip, però non inc … se ad un certo punto, ve la trovate nel c….

   Scusatemi tanto ma non vi dovete dimenticare mai che l’amore più grande è quello che noi proviamo per altri, mai viceversa, dura Lex sed Lex.

   

Il tempo scorre e la vita si complica di più ogni giorno che passa, ma l’Uomo ha sempre comunque bisogno di valori su cui articolare la propria vita più intima.

E per potersi gestire al meglio deve godere almeno di tanto in tanto della chance di un qualcosa che lo estragga dalle apnee della sua vita quotidiana.

Cos’altro se non qualche milligrammo di Serenità?

Anche l’assassino mafioso più incallito si circonda di un ambiente familiare che gli conceda un attimo di questo respiro.

Forse anche il terrorista islamico trova in ciò che sta commettendo un attimo di pace.

Basta non confondere Serenità con autoesaltazione.

La Serenità alla base consiste  in quei pilastri psicologici che ci consentono di avere fiducia in noi stessi anche nei momenti e nelle situazioni più critiche, quei famosi percorsi senza apparente via d’uscita.

I problemi insorgono quando uno pensa di essere il miglior amico di se stesso ed invece non è altro che il misero portatore di tante ipocrisie autocoltivate, egoismi ed anche stupidità della cui portata manco si rende conto.

Gente, mi sono fatto i primi (e ultimi) 4 giorni di ferie di quest’anno.

E credetemi, l’inerzia, i miti di superuomo di quartiere così ben annaffiati e concimati, la voluta cecità e il fariseismo di tanti sconosciuti che ho incontrato durante questo raro momento di pausa, visto che non mi privo mai del piacere di valutare certi comportamenti di vita sociale quotidiana di solito ritenuti perfettamente”normali”, hanno solo offerto conferme nel mio animo che ormai da anni ha preso l’irrevocabile decisione di rimanere immobile sulla riva del fiume della vita in piena ad osservare ciò che gli sta passando davanti.

Salute del corpo, non delle sue sembianze così falsificabili, almeno per chi crede di riuscirci, vero Benessere psicofisico, desiderio di Conoscenza, Serenità d’animo … che sono?

Nomi di frutta esotica?

Vero che si tratta di beni superflui e che vi frega molto di più della prossima vacanza in crociera o del Gossip relativo all’ultimo amorazzo del vostro più diretto concorrente di letto o di carriera?

Dimenticavo, errore imperdonabile, la Domenica pomeriggio allo Stadio.

E che cosa credete, che mi metta a parlare di Media, di Pubblicità, di che so io?

A Bologna dicono: “Mò gnanc ….”.

Sto parlando infatti di quella capacità non proprio in possesso di tutti di sintonizzarsi con la mente e col cuore di chi si ha di fronte.

Non è filosofia tirata per le corna questa, sto parlando di uno dei primissimi metodi di comunicazione fra esseri umani di quando la logorrea a vuoto non aveva ancora iniziato a mietere vittime illustri o meno.

Sintonia poi non significa condivisione a 360° delle altrui convinzioni: alla base significa conoscere, sapere e voler valutare al di fuori di noi e trovare i giusti termini di coesistenza nel reciproco rispetto.

Forse i giovani d’oggi hanno grossi problemi in questo senso a causa della tragica carenza di formazione subita per demerito e colpa di troppi genitori a suo tempo molto impegnati solo a infilar fiori nei propri cannoni e poi a fumarseli in “allegra” compagnia.

Non per nulla le nuove leve si sono inventate, facilitate dai mezzi informatici, un linguaggio tutto loro, tipo: “TVB” … etc. che più che far risparmiar tempo ti dà la sensazione che il significato profondo di certi concetti incuta timore ed inviti ad una fuga veloce da parte delle nuove leve.

Mio padre era Pediatra Chirurgo, un Medico di quelli che quando visitavano toccavano il paziente con attenzione, amore e rispetto ed io ancora ricordo quante volte arrivavano in Studio mamme disperate con bimbini singhiozzanti ed urlanti in modo irrefrenabile che due minuti dopo che papà li aveva presi in braccio cessavano di lamentarsi e di schizzar lacrimoni tutt’in giro.

Saper comunicare.

E saper ascoltare e capire, anche quando è scomodo, quando brucia e quando sappiamo che nostro malgrado prima o poi saremo coinvolti contro ad ogni nostro desiderio di neutralità.

Negarsi alla funzione di comunicare è come cercare di evitare che il polline si sparga a Primavera o che la Radiofrequenza delle Onde Hertziane non si propaghi attraverso l’Atmosfera.

Perché allora non imparare ad utilizzare correttamente le nostre capacità in tal senso?

E come?

Innanzi tutto iniziando a conoscere noi stessi nel più profondo, anima e corpo.

Si, ho detto anche corpo, quella struttura che molti di noi utilizzano e muovono persino timorosi di guardarne l’immagine riflessa da uno specchio.

Come certe sante e pie donne del secolo scorso che per pudore la prima notte di matrimonio facevano un buco nella sottoveste per non mostrare le proprie nudità e che poi dopo qualche anno di vita familiare così ben amministrata moralmente si lamentavano se il proprio marito decideva di tanto in quanto di frequentare qualche santo Casino di onorata memoria.

E poi anche conoscere in profondità il proprio animo per non correre il rischio di vedersi sfilare dalle mani affetti, posizioni sociali e tutte quelle cose faticosamente costruite nell’arco di un’esistenza.

Solo allora ci si potrà mettere in confronto con gli altri e dare e ricevere messaggi, criticare ed esprimere giudizi, ma in modo sano, chiaro, deciso ma non offensivo, suadente ma non falso, autorevole ma non gratuito.

Credo sia una Utopia, pazienza.

LA MELA

25 novembre 2009

Vi è capitato anche oggi di dover fare qualche telefonata importante e, una volta finalmente ottenuta la linea, vi è stato chiesto di strimpellare come dei deficienti sulla tastierina per non so quanto tempo per ottenere (non sempre) di poter parlare con un operatore in carne e ossa?

E’ una cosa infame, antipaticissima, anche perché possono essere subentrate delle vere urgenze, ma dall’alto qualche genio ha stabilito che quello tu gli puoi e soprattutto gli  “devi” rivolgere sono solo le domande che lui ha previsto…..e ti mette anche la musichetta per farti felice.

Senza contare che devi sempre fare gli interessi del gestore telefonico regalandogli (pagando) dei minuti di utilizzo linea assolutamente superflui.

D’accordo poi che ci vuole un po’ di ordine e che bisogna spesso sfoltire ciò che la gente chiede disperdendosi in particolari inutili abusando del tuo tempo e della tua pazienza, nonché buona educazione, ma effettivamente il panorama delle problematiche suggerite e che tu devi selezionare è sempre troppo limitato.

Pensate ad un sollecito automatizzato (in questo caso quello della Wind) di un pagamento non pervenuto:

1) Hai già pagato? Se si scusaci e digita 1

2) Non hai ancora pagato? Lo farai al più presto? Occhio alle more!digita 2

3) Non vuoi pagare? Ti sospenderemo il servizio digita3.

Ma a nessuno è venuto in mente che forse, se non c’è stato ancora nessun pagamento, la cosa può anche dipendere dal fatto che non è ancora pervenuta la fattura e che una domanda in tal senso dovrebbe essere in testa all’accertamento in atto?

E’ un mondo difficile, sempre più difficile.

E’ un mondo digitale fatto di tante piccole caselline, di miliardi di miliardi di piccolissimi scalini, non esistono più le dolci linee curve, come non lo è nemmeno nell’immaginario della donna moderna che si vuole spigolosa e magra ai limiti dell’intelligenza.

Altro che le curve sinuose del corpo di Felka Cirmeni, personaggio affascinante del grande Pitigrilli che con le sue novelle ha agitato (molto bene) i sonni della mia adolescenza.

Solo codici a barre e date di scadenza (anche per le Ostie della Comunione), ma si, pianifichiamo e codifichiamo tutto alla disperata.

METODO, PROGRAMMAZIONE, INTELLIGENZA….CONOSCENZA (sempre più facile da conseguire e senza troppo impegno)…

Sai a cosa sto pensando? Alla mela di Adamo ed Eva.

C’era proprio bisogno della CONOSCENZA? Non bastava una vita serena senza tasse, senza fame e sete, l’amore libero ed un mondo paradisiaco?

No, abbiamo esigito la CONOSCENZA anche noi, è un nostro sacrosanto diritto, no? ed è arrivata subito la fattura e nemmeno con pagamento a 30 gg.

Soldi ciccia, e allora, sfratto esecutivo.

Per me il buon Dio ci si è pure divertito mentre osservava le sue due marionettine in carne ed ossa tutte preoccupate per l’imminente trasloco dal cosiddetto Paradiso Terrestre e della mancanza di una valigia in cui infilare tutte quelle foglie di fico diventate improvvisamente così importanti e indispensabili per coprire un culettino tremolante.

Vi rendete conto che abbiamo voluto la CONOSCENZA e siamo ancora fermi ai tastini del telefonino o del pc?

Per noi CONOSCENZA ormai è sinonimo di “archivio di cognizioni” tutte belle incassettate, e magari sull’Hard disk di un pc, non serve capire per far proprio un concetto, c’è Internet, la interroghi e lei ti dice tutto, (sinché la batteria del pc è carica) e la COSCIENZA, figlia primogenita della CONOSCENZA, può dormire sonni tranquilli.

Ma saremo in grado poi di comprendere bene e sempre questo tutto che ci piove dalla Rete come manna dal cielo?

E siamo fermi anche sul concetto di PROGRAMMAZIONE e PRESELEZIONE, veri catenacci dello Spirito, e non riusciamo a fare il balzo qualitativo liberatore, tranne rare eccezioni che però non so quanto siano felici della cosa, perché aver saputo, aver capito, poi significa doversi comportare in conseguenza e non c’è più spazio per i sotterfugi e le piccole ipocrisie indispensabili per far finta di non aver visto, sentito o capito e la vita diventa ancor più difficile.

Noi siamo l’espressione materiale e vivente di una programmazione vecchia di milioni di anni, anche se sempre in lento fieri, il DNA.

Nell’immenso condominio delle cellule che costituiscono il nostro corpo materiale, esistono ancora, dopo tutto quel tempo, informazioni biologiche del tipo “muovi quella vibrissa per spostarti di lì” oppure “apri quel buco per far entrare quella cosa che serve a nutrirti” o quell’altro per espellerla perché ormai inutile, info legate da automatismi perfetti, vitali, a prova d’errore.

E sono proprio quelle colonie di cellule che, ben pilotate dalla materia grigia, hanno sempre “in memoria” il senso delle proprie funzioni, anche se l’evoluzione ha creato modifiche, ottimo, sono state migliorate, e così possono continuare a regolare automaticamente i flussi dei nostri liquidi vitali, della respirazione, della temperatura corporea, della crescita, delle difese contro agenti esterni nocivi che ci vogliono invadere…………e di tantissime altre funzioni vitali di cui ignoriamo quasi totalmente l’esistenza.

Un piccolo universo perfetto, una macchina divina.

Dai, forza continuate a strillare: io sono mio, io sono mia.

Quante volte avete ascoltato qualche deficiente esprimere questa bestemmia?

Ma se non siamo più capaci di preoccuparci d’altro che dei soldi del nostro Premier, delle partite di calcio, del nostro collega di lavoro che è meglio spiare perché non si sa mai…, di che auto nuova acquistare prossimamente, o di che cravatta indossare domani per far bella figura in ufficio?

Per non parlare di quelli per cui la più grande preoccupazione è quella di stare lì a guardarsi nello specchio angosciati da qualche Kg. di ciccia in più o in meno…o se fare le ferie in crociera sul Nilo o facendo shopping nella V° Avenue di New York (o anche in discoteca a Riccione per cuccare, tranquilli, non me lo sono dimenticato…)

Mi ricordo, quando facevo assistenza meccanica e come cuoco a vari tour organizzati nel Sahara Libico, quante volte ho sentito dire da qualche signora bene del gruppo a qualche occasionale amica di viaggio :…ma tu cara dopo questa faticata non pensi che ci farebbero bene un paio di settimane a Cortina, per riposare?…

Direte, che c’entra?, effettivamente poco sembrerebbe, ma io stavo pensando al casino che abbiamo ormai tutti in testa mentre cerchiamo di sopravvivere alla meglio in un mondo in cui bisogna vendere, comperare (o rubare), basta far soldi e accumulare tesori da portarsi nella tomba.

Tanto il Sapere lo abbiamo raggiunto.

E poi, con Internet in tasca, che tra l’altro è sempre disponibile e non necessita di grossi tempi di attesa per dare risposte certe, abbiamo ormai la sicurezza di poter sempre entrare a comando, nelle condizioni mentali ideali per gestire qualsiasi problematica scientifica, politica, economica, sociale e di vita.

Siamo sempre alla ricerca delle soluzioni “perfette”che ci siamo precostruite nella nostra mente e delle programmazioni che pensiamo essere liberatorie per le nostre angosce latenti,  facendoci milioni di seghe mentali (tutti, maschi e femmine, nessuno escluso) mentre intanto il nostro corpo funziona e vive quasi solo grazie a miliardi di automatismi naturali che se dovessero dipendere dalle nostre capacità gestionali  individuali non ci farebbero vivere un minuto di più.

Ma è possibile che il nostro cervello con i suoi 40 miliardi di neuroni non ha ancora trovato il sistema di far intervenire con effetti positivi il nostro potere decisionale autonomo anche su tante funzioni automatiche?

Pensate che bello, oltre che dire “oggi non vado a lavorare” poter dire anche “oggi non mi ammalo di tumore…”

Invece no, perché il nostro cervello è programmato per funzionare sempre correttamente e per far pervenire in ogni parte del nostro organismo ciò che gli serve, assumendo dall’esterno o espellendo tutto quanto ritiene necessario istintivamente, ma sempre e quasi totalmente per conto suo senza le inutili distrazioni della Ragione e dello Spirito sinché questi due strati di cipolla non si decideranno a maturare uscendo da quel limbo generato da egoismi, invidie, e guerre di ogni tipo, dentro e fuori di noi.

E’ solo colpa nostra quando le cose smettono di funzionare correttamente e ad esempio ci ammaliamo perché, con la nostra “intelligenza” e con la nostra razionalità ancora balbettanti abbiamo solo creato delle vere e proprie turbative al nostro sistema vitale collaudato sin dalla notte dei tempi e delle dimensioni (prima, seconda, terza, quarta…).

Logicamente ci sono delle scalarità, ma oggi, tanto per fare un esempio, anche i grandi luminari della scienza medica stanno scendendo alla conclusione che un’immensa quantità di tumori è esclusivamente di tipo psicosomatico.

Bella soddisfazione per l’uomo moderno e razionale, si vede che abbiamo proprio imparato bene ad usare la nostra RAGIONE.

Altro che l’albero della mela proibita, sì quello era il più grande e maestoso, perché si trattava dell’albero della CONOSCENZA, ma tutto attorno ce ne era un bosco intero di alberi di mele, e tutti carichi di frutta, solo che quelle mele, le catene del nostro DNA, chiuso come una cassaforte, non erano così raggiungibili come quella suggerita da quel rompiscatole di serpente.

Se la cassaforte era chiusa, e chi la ha chiusa non era certo un cretino, Dio mi perdoni, ci sarà stato un motivo che poteva anche trascendere le nostre più elevate capacità di comprensione, allora perché volerla scassinare ad ogni costo come un bimbo che vuol aprire un giocattolo per vedere come funziona e poi piange perché lo ha rotto?

Per scoprire di che colore è il rosso dell’uovo? La scienza è solo una scusa, il fatto è che la curiosità, quando è sorella della presunzione, può diventare malattia terminale, e questo è un caso tipico.

Dobbiamo fermare il carrozzone della ricerca scientifica? Proprio no di certo, ma chi si sognerebbe mai di iniziare ad esempio una fissione nucleare prima di aver predisposto ogni sistema per contenerla o almeno controllarla? Senza contare tutte le volte che “è andata bene” perché qualcuno dall’Alto ci ha evitato il peggio.

Ci sarebbero tante altre cose importanti su cui far convergere le nostre capacità di indagine, magari proprio dentro di noi, invece sempre lì, sull’orlo dell’abisso a scavarci la terra sotto ai piedi e, spaventati o increduli, a metter la testa sotto la sabbia invece che spaziare anche su nuovi veri orizzonti quando ogni tanto ci passa di fianco qualche straniero silenzioso, ci guarda negli occhi, alza una mano senza che ce ne accorgiamo e noi, improvvisamente, stiamo di nuovo bene.